alleanze

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A Morgan non importava chi stesse con lei, l'importante era che avesse qualcuno con cui giocare.
-bene giochiamo agli Avengers-
Disse con determinazione.
-Bene io sono io e tu sei talos-
-talos?-
Ripetei confuso, abbastanza certo che non ci fosse mak stato un super cattivo con quel nome.
-ma si il tipo pelato, brutto con la faccia da prugna-
Si lammetò lei.
Oh capito, beh nessuno lo aveva mai definito così, mi sfuggì un risolto, non avevo mai incontrato una bambina così.
-ah Tanos-
Lei Sospirò.
-si va beh quello li-

Si avvicinò a me con passo deciso, il fuoco negli occhi, come se stesse realmente guardando un mostro.
-lultima volta che sei stato qui io non c'ero, adesso vedrai che ti polverizzato subito-
Fu sorprendente la sua determinazione.
Protese un braccio verso di me e simulò il rumore di un reattore.
-bang-
Gridò.
-ahhhh-
Finsi un lamento.
-non riuscirai a sconfiggermi-
Borbottai imitando una voce grossa.

Morgan scoppiò a ridere pettimamdosi con le mani i capelli scuri.
-ti ho colpito ormai hai perso-
-di già?-
Domandai stando al gioco.
-si, se ci fossi stata io avremmo vinto subito, gli avrei dato un pugno e un pugno e... un altro pugno e poi avremmo festeggiato tutti quanti con i ghiaccioli.
Su surreale vederla ridere e scherzare sull'episodio più oscuro della storia degli Avengers, la luce dei bambini non si poteva spegnere.

-accidenti-
Sbuffò pestando un piede a terra.
-che succede?-
Le Domandai inginocchiandomi accanto a lei.
-ora ho voglia di ghiaccioli-
Incrociò le braccine e mise il broncio.
-beh andiamo a prenderlo-
E partimmo in perlustrazione, raggiungemmo le cucine e frugando nel frigorifero, lo scelse all'arancia, Disse che era il suo preferito.
Poi sbadigliò, si era fatto tardi, la accompagnai dalla sua mamma che stava conversando amorevolmente con Peter, mi spiaque un po' interrompere quella conversazione.

Pepper si ritirò in camera doppia aver salutato tutti ed io presi il suo posto sul sofà di pelle.
-divertente la piccola-
Lui annuì con vigore.
-incredibile sei riuscito a stancarla-
Scossi la testa.
-ha fatto tutto da sola-
Ci fu un pochino di silenzio perché nessuno dei due parlò.
Ascoltammo le conversazioni degli altri.
-questa è la sala dove Thor ha fatto provare a tutti a sollevare il martello-
Strabuzzai gli occhi.
-mijonir...qui?-
Peter rispose affermativamente.
-non era mioinir?-
Domandò Wasp che vi aveva sentito discutere.
-certo che no!-
La bacchettò Scott.
-si chiama Jonatan-
Affermò tutto serio l'uomo formica e tutti risero.

-sai, solo chi è degno può sollevrlo-
Aveva lo sguardo spento, come se fosse abbattuto per qualcosa.
-tu ci riusciresti-
Lo vidi abbassare lo sguardo e mi accorsi di avergli preso la mano, rosso di vergogna la tolsi.
-ehm...io vado, a domani-
Mi alzai e guardo un ultima volta quella grande sala mi ritirai nella mia camera, ero semplicemente stanco.

Fissai un po' il soffitto, poi mi guardai intorno la stanza vuota era veramente triste, l'indomani l'avrei arredata, mi sarei preso dei vestiti, un cambio di coperte e lenzuola e qualche libro nom ci sarebbe stato male su quella grande libreria.
D'altronde avevo l'eredità della mia famiglia, ora stavo bene, con loro non era un grande gioia, ma rivivere quell'avvenimento tragico, mi fece male.
Chiusi forte gli occhi stritolando io cuscino, sperando di addormentarmi il più presto possibile.

Mi svegliai il mattino dopo.
Rapidamente mi Sciaquai e misi i panni di Peter, presi un grosso respiro e mi avviai da solo verso la sala mensa.
Mi sedetti al solito tavolo che quella mattina era vuoto.
L'orologio gigante appeso alla parete segnava le 7.30
Nella grande sala c'erano solo i Guardiani della galassia
Mangiai guardando oltre la parete di vetro, appena ebbi terminato la colazione mi alzai.
-hey tu sei quello nuovo giusto?-
Mi chiamò Quill-

Teso mi giarai verso di lui.
-si, sono io, ciao-
Alzai la mano ed uscì dalla sala.
Nel corridoio incontrai Peter e Pepper.
-hey dove vai così di fretta?-
-Matt va tutto bene?-
Domandò la donna preoccupata.
-Si si, certamente...vado a comprare un po' di roba-
Peter sbarrò gli occhi.
-oh ti accompagnerei, ma ho una cosa da fare con Banner, nel laboratorio-
Pepper fissò un attimo il vuoto come se cercasse le parole giuste.
-beh vedi se qualche agente può aiutarti, puoi passare a portare quetsa?-
Ed estresse una chiavetta dalla tasca.
-certo-
Dissi e li superai.

Passato al quartier generale dello shield quello che ricordava la vecchia base degli Avngers prima che esplodesse.
Consegnai la chiavetta al direttore e Simona decise di accompagnarmi, non ebbi niente da obbiettare.

Trascorsi la mattinata in vari negozi avevo ben riempito due borse tra abiti e libri.
-tu non parli molto, vero?-
Mi chiese simona.
-devo...prendere confidenza-
-sparavo ai tizi che volevano farti fuori-
Rispose.
Non aveva tutti i torti.
-beh... ricominciamo, piacere Matt-
Dissi tenendole la mano.
Lei la strinse.
-Simona, l'agente dello shield più giovane di sempre-
Ne andava fiera.
-troppo assurdo essere catapultato in questo stile di vita?-
-direi di si-
Ribattei, con un alzata di spalle.

Decidemmo di tornare verso la torre avevamo preso tutto ed eravamo riusciti a stringere amicizia, avrebbe fatto in modo che io e Peter saremmo finiti nella sua stessa classe.
Decidemmo di passare in un vicolo, così da accorciare.
Come svoltammo l'angolo proprio nella zona d'ombra ci stava la sagoma di un uomo.
Alto ed estremamente magro.
Avvicinandosi riuscì a scorrere qualche dettaglio aveva degli strani capelli bianchi e indossava quello che sembrava un lenzuolo scuro.

Feci roteare gli occhi.
Tutte le volte che incrociavo un barbone per strada iniziava a farmi mille discorsi
-salve giovanotto-
Esclamò l'anziano.
-credo di essermi perso, in quale parte di westview mi trovo?-
Era completamente andato.
-Attento-
Gridò Simona.
Mi spinse contro una rientranza nella parete di mattoni e rotolò al mio seguito.
La griglia di un tombino volò esattamente nel punto in cui ci trovavamo due secondi fa.

-ma cos...-
Mi tappò la bocca, anche se il tizio aveva visto dove ci eravamo nascosti.
Il vicolo aveva delle rientranza qua e là, disposte a zig zag.
L'asfalto unodiccio le pareti di mattoni rossi e qualche rivista spiegazzata qua e là.
I bidoni fungevano da trincea.
La rossa si sfilò una bretella dello zaino, aprì la cerniera ed estrasse una pistola.

-oh insomma non date consiglio ad un povero vecchietto?-
Diceva l'inquietante anziano in tono mellifluo.
Sentivo leggeri passi avvicinarsi.
Feci cenno alla mia amica che stava arrivando.
Simona era già in posizione.
Un ginocchio poggiato a terra e le braccia fritte che inpugnavano saldamente l'arma.
Come sj avvicinò l'ombra fece fuoco.
Ma il colpo esplorazione sul coperchio di un canale che conduceva alle fogne, il vecchio lo usava da scudo.

Lo scudo di ferro stava fluttuano, l'anziano lo comandava, doveva essere un inumano!
Scattai contro la parete atterrai a quattro zampe in orizzontale e con tutti e 4 gli arti mi spinsi e fui subito davanti simona.
-stai dietro di me-
Originai.
Il coperchio del condotto sfrecciò verso di noi.
Lo afferrai, per fortuna la mia nuova forza era abbastanza...forte.

Simona con una scivolata passò sotto, raggiunse l'anziano uomo e colpì con un violento calcio il suo braccio che se ne stava proteso a mezz'aria per comandare l'oggetto di metallo.
Lo sconosciuto perse il comando del disco in ferro e si strinse il polso.
-voi... razza di insolenti-

La rossa gli puntò nuovamente la pistola, ma essa le volo via di mano, rivolgendosi contro di lei.
La mia mente fece 2+2 e copresi il suo schema di combattimento, balzai al centro del vicolo, tirnado un poderoso destro verso lo stomaco dell'anziano, che si piegò in due e la pistola ricadde a terra.
Simona non perse tempo, saltò a mezz'aria e ruotando su se stessa diede un calcio in faccia all'inumano.
Gli anfibi neri colpirono il volto dell'uomo che stramazzò al suolo.

Un rantolo si levò dalla bocca dell'anziano, come un cane moribondo che prova a ringhiare
-non sapete chi sono io... io sono Magneto-
Gracido in tono tetro.
Affiancai la mia amica stringendo I pugni assumendo una posa da combattimento.

Un vapore violaceo si levò dalla fronte di Magneto.
Si faceva sempre più intenso fino a coagulare in qualcosa di solido.
Un elmo da guerriero.
Il suo corpo iniziò a fluttuare.
-Non potete sconfiggermi...io...sono...un mutante-

Non avevo idea di cosa stesse dicendo, ma io e simona partimmo all'attacco.
Slatai da un lato all'altro del vicolo appiccicandomi.
Simona provò a lasciargli contro qualcosa, ma si bloccò a mezz'aria, si era difeso e sfruttati l'occasione per colpirlo, con un calcio alle spalle.
Atterrò, ma si voltò subito e mi afferrò per il colletto.
Simona da dietro saltò e unendo le mani colpì il suo elmo.
Magneto si portò le mani atte tempie e gli tirai una testa nelle costole, si accasciò.
Simona lanciò un dischetto a terra che scaturì scintillè e nastri elettrici avvolserò il suo corpo.
-io sono l'evoluzio...-
Non terminò la frase che il suo corpo di disperse in vapore violaceo.

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