Oggi è un giorno speciale, è Natale ed è sempre così
Dimmi perché
È Natale ma pace non c'è
"Buon Natale" ma il senso qual è?
— Eros Ramazzotti, Buon Natale (Se vuoi)«Buon Natale, amore di mamma!» Claudia, la donna che mi ha messo al mondo, mi porge un pacchetto, impacchettato con la stessa carta che usava anche dieci anni fa. Diversi pupazzi di neve, vestiti a festa, ovviamente, sovrastano dunque la piccola scatola in cui è avvolto il mio regalo. «Grazie mamma, non c'era bisogno!» esclamo piena di gioia.
Amo il Natale, è la mia festa preferita in assoluto, l'unica ragione per cui sopporto il freddo e cupo inverno. Amo vedere le luci che addobbano ogni casa, il clima di bontà e accoglienza che mi circonda, ed onestamente, anche le pietanze che mia nonna cucina ogni volta per questa festa. Amo gli alberi addobbati nel centro della città, amo il Natale, perché regala nuova vita alle persone, agli oggetti.
Scarto il bellissimo pacchetto, di cui le mani di mia madre sono fautrici; dentro c'è un quaderno. Anzi, non un semplice quaderno: un quaderno da disegno, con annesse matite, colori, pennelli. Non ci posso credere. I miei genitori sono le persone più buone e generose su questa terra.
«Sappiamo quanto ti piaccia disegnare, Gre'! Ti vogliamo bene!» esclama arrivando mio padre alle mie spalle, e facendomi perdere un battito come tutte le volte.
Come ogni mattina di Natale che si rispetti, da vent'anni a questa parte, siamo in pigiama a scartare i regali, che la sera prima abbiamo lasciato sotto l'albero, o che erano nascosti. Personalmente, amo vedere i miei con i pigiami buffi comprati appositamente per l'occasione. Si respira allegria, ed anche odore di biscotti, che la mamma ha appena sfornato.
«Adesso scartate il mio dai!» Non vedo l'ora che possano vedere ciò che ho comprato apposta per loro. Quando finalmente disfano il pacchetto, i loro occhi si fanno lucidi, per la gioia: i miei amano fotografare. Adorano catturare i momenti felici, e quelli tristi, ma con l'invenzione del telefono hanno perso in parte quelle sensazioni. Il mio regalo, infatti, è una polaroid, una di quelle gigantesche, che andavano di moda negli anni ottanta.
Mio padre non perde tempo. Ricarica la macchina fotografica, e scatta una foto di me e mamma, sorridenti mentre scartiamo altri regali. «Questa la appendo in salotto.» esclama scuotendo la foto, che si sta ancora colorando. «È bellissima papà!» esclamo, passando per andare a prendere un biscotto.
«Sisi, ma adesso, pigroni, preparatevi, perché abbiamo ospiti!» «Mamma, chi viene a pranzo?» Non dirlo, non dirlo ti prego. «I nonni come al solito, e poi Roberta e Fabio, non so se viene pure...» Si interrompe, poi mi lancia uno sguardo, che dice tutto, con un'eloquenza non indifferente.
«Si ok, ho capito.» Improvvisamente sono impaurita: ho paura che possa succedere di nuovo, che tutto intorno a me inizi a girare, di non sentire più niente, di soffocare. Eppure, nonostante il nostro litigio, lui mi ha aiutata, mi presa per mano e mi ha fatta uscire dal tunnel.
Oggi è uno di quei giorni, che avrei voglia di stendermi sul divano e guardare film natalizi tutto il giorno, ma so già che tra la presenza di mia nonna e quella di Teo non riuscirò ad ascoltare neppure i miei pensieri.
Il colore del nostro Natale, come per tutti, è il rosso: un rosso acceso, colore dell'amore, motivo per cui tutti indossiamo un qualcosa.
Mia madre, convinta come suo solito che non le stia bene come colore, ma non volendo abbandonare la tradizione, porta un semplice cerchietto, mentre mio padre, più esuberante ed estroso, indossa un pantalone fiammante, che lo rende estremamente giovane e figo. Si, decisamente.
Io, a differenza loro, ho fatto si che il rosso diventasse parte di me: indosso un abito in raso rosso, molto estivo, rosso come il sangue e come la passione, come l'adrenalina che scorre. Il colore più forte, il più prorompente tra tutti.