"Spero che questo alloggio sia di tuo gradimento Potter"
Il moro si trovava dinnanzi ad una grande stanza: sul fondo si trovava un letto ad una piazza e mezza perfettamente parallelo alla centrale porta d'ingresso, in mezzo alla stanza era posizionato un tappeto quadrato e come ultima cosa vi era una poltrona in un angolo.
Seppur semplice, la stanza era molto più grande e spaziosa di quanto Harry potesse sperare.
"Vedendola per la prima volta sarai felice Potter, ma col tempo imparerai ad odiare questa camera."
"Sei sempre rincuorante Malfoy" pensò Harry. Oh no, non l'aveva solo pensato. Si accorse infatti che le sue labbra si stavano muovendo e le sue orecchie sentirono chiaro e tondo la frase appena pronunciata dal moro. Ok, era fregato.
"Vedo che nonostante la situazione non hai perso il senso dell'umorismo sfregiato"
"Già, e stai certo che non ti lascerò vita facile brutto figlio di papà" fece in risposta il moro.
"Ora sì che ho paura Potter. Su su entra, ti aspetta un luuuungo soggiorno". Disse il biondo allungando la 'u' per potenziare l'aggettivo.In men che non si dica la porta si chiuse si botto davanti agli occhi di Harry, il quale fece appena in tempo a scorgere il ghigno che ormai conosceva da anni e che caratterizzava l'intera famiglia Malfoy. Draco lo aveva appena scareventato e chiuso dentro la grande stanza.
Ormai affranto, si diresse verso lo spazioso letto (per essere da solo) e ci si stese con il viso rivolto all'alto soffitto. In effetti, se sistemata, quella poteva diventare una gran bella stanza, con tanto di letto a baldacchino e lampadario.
La sua mente tornò a quando, al primo anno, Piton aveva beccato il trio nei corridoi della scuola e li aveva avvisati che sembravano sospetti, essendo però sospetto a sua volta; si ricordò lo scontro avuto con Tom nella Camera dei Segreti, l'incontro con Sirius e la sua proposta di andare a vivere insieme, fino ad arrivare al meraviglioso bacio avuto con Ginny.
Ora che ci pensava, non si era curato di Ginny nemmeno un po' da quando era cominciata la guerra.
Sono stato molto impegnato, si ripeteva, ma forse non era proprio quello il motivo dato che il tempo per preoccuparsi dei suoi amici lo aveva trovato. Persino il giovane Tom veniva prima di lei nella sua testaChe cosa gli stava succedendo? Non aveva mai trascurato la sua ragazza prima di allora, o così gli era sembrato. Arrivò finalmente a chiedersi se anche Ginevra stesse bene, se l'intera famiglia Weasley non riportava feriti gravi o addirittura morti in guerra. Il solo pensiero che uno dei due gemelli fosse deceduto fece raggelare il sangue nelle vene del moro, che provò però a calmarsi ripetendosi che i gemelli non sono certo i tipi da lasciare nella quiete questo mondo già abbastanza rumoroso. No, il suono degli scherzi Weasley ci sarebbe sempre stato.
Allora perché non lo sentiva? Harry sapeva di avere delle qualità nel sonno con le quali riusciva a vedere dei frammenti di qualcosa che stava accadendo e che grazie alla cicatrice sentiva la presenza di Voldemort, ma presentimenti così marcati non li aveva mai avuti.
In questo momento la consapevolezza che qualcuno a lui molto caro potesse essere morto lo stava uccidendo, come se non bastasse doveva convivere con questa consapevolezza senza poter fare niente, chiuso com'era in quella stanza. Forse era a questo che Draco si riferiva. Se così fosse aveva il terrore di quello che poteva comportare l'essere ignari di quanto accaduto, soprattutto se di fianco a te si trovava una famiglia di biondi mangiamorte, pronti a spacciarti informazioni false solo per vederti soffrire.
Era certo che non avrebbe retto.Ormai erano giorni che Hermione, il suo ragazzo e l'intera famiglia di quest'ultimo stavano rintanati in una vecchia casa babbana per non farsi trovare dai mangiamorte. Forse intera intera non era.
George, ed ora potevano dire con certezza che fosse lui, era malinconico e le notti a piangere non mancavano di certo. Solo davanti ai suoi due fratelli minori provava a mascherare la sensazione di vuoto che provava.
Aveva letto tanti libri in cui grandi autori descrivevano quell'emozione, ma non riusciva mai a comprenderne davvero la grandezza. Non è infatti facile trovare un modo originale e toccante per esprimere al pubblico un concetto così. E' anche per questo che non provava a stare meglio, ormai sapeva che l'unica medicina per guarire da una cosa del genere era solo e soltanto il tempo. Anni, decenni o anche più sarebbero serviti per alleviare il dolore, ma era animato dalla speranza che un giorno ce l'avrebbe fatta. Per il momento, però, si sentiva pugnalato in prossimità dello stomaco, non sul cuore. Naturalmente sarebbe stato troppo facile se la ferita fosse stata su quell'organo tanto romanticamente descritto quanto vitale: sarebbe morto indolore. Invece la sua non era una ferita mortale, solo estremamente dolorosa. Proprio per questo il dolore astratto che sentiva era sul ventre, ma non toccava apparati vitali proprio per farlo restare in vita, proprio per farlo soffrire più a lungo.
Ebbene sì, suo fratello Fred era venuto a mancare.Ginny non faceva altro che pensare alla salute di Harry, anche lei nell'ignoranza di ciò che gli fosse successo. L'atmosfera in casa era veramente tesa, soprattutto perchè adesso aveva un fratello in meno.
Per carità, gliene rimanevano molti e ci avrebbe messo molto tempo a tornare figlia unica, ma un fratello è pur sempre un fratello. Ci soffriva come tutti, ma vedeva chiaramente che George ne era uscito emotivamente distrutto. Sapeva anche che provava a mostrarsi forte davanti a coloro a cui doveva dare l'esempio, ma il suono dei soliti scherzi notturni era stato sostituito da un malinconico pianto senza fine.
Pensava spesso al bacio che il suo ragazzo le aveva regalato poco prima della guerra e non poteva fare a meno di pensare a quanto volesse tenersi egoisticamente Harry tutto per sé. Ad un certo punto era diventata gelosa perfino di Hermione, anche se già fidanzata. Insomma, il solo pensiero di un Harry ferito e magari con qualc'un altro le faceva aggrovigliare lo stomaco.
Voleva tanto andarselo a riprendere, ma erano tutti feriti e senza forze, sicuramente non nelle condizioni adatte per andare a salvare il loro amico.La casa babbana in cui alloggiavano era appena sufficiente per tutti, tanto che una sola persona in più e l'ossigeno non sarebbe più bastato.
Hermione condivideva la stanza con Ginny, un paio di fratelli erano stati sbattuti nel primo buco libero, Molly e marito alloggiavano in una camera appena sufficiente per il letto e un paio di comodini, infine i rimanenti stavano un po' dove capitava: uno sul divano e l'altro sul puff sgangherato.
Nessuno però pareva interessato alle cattive condizioni di vita: tutte le attenzioni andavano a cosa stava succedendo nel mondo dei maghi.Arthur lavorava ancora al ministero, ma le condizioni erano peggiorate drasticamente. Il Signore oscuro non voleva infatti uccidere tutti i mezzosangue, ma bensì arrivare alla loro schiavizzazione. Il primo ministro era cambiato, ora un mangiamorte. Ormai tutti i pezzi grossi di qualunque azienda erano seguaci di Voldemort o purosangue che non si opponevano a questa supremazia. L'intera popolazione era ormai nelle mani del male e, con l'apparente morte del Salvatore, una salvezza era un miraggio per chiunque.
Mi sono appena accorta che non avevo dato il nome al capitolo ma ora ho rimediato
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My ten pains~Drarry~
FantastikVi siete mai immaginati cosa sarebbe successo se quel fatidico giorno Narcissa non avesse mentito a Voldemort sulla salute di Harry? Quest'ultimo sarebbe sopravvissuto? Beh, secondo me sì. Vi avviso che questa storia potrebbe essere un po' strong...