23. Analisi

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Ora le scritte erano perfettamente visibili e Adriano avvicinò il suo foglio. La struttura era simile, ma molti simboli diversi. "Allora, questa è la data e il luogo, questo è il mese e questa è l'ora. Mia zia mi ha detto che i mesi venivano indicati con alcuni commi del codice penale indicati con dei simboli. Quindi la freccia è il furto, la croce è l'omicidio, poi c'è mi pare la fiamma che è piromania, e via dicendo. Qui c'è una busta, perché è il reato di corruzione e corrisponde a maggio".

"Non sei riuscito a segnarti quel che ti hanno spiegato?" chiese Cato, mentre l'altro pensava.

"No, sarebbe risultato sospetto. Se nella loro testa sono già parte del gruppo probabilmente dovrei già sapere come interpretarli. Comunque, i giorni sono più complicati, perché sono segni stenografici. In ogni caso sono certo che questo qui sia il 20".

Chanej osservò il manifesto più nuovo cercando qualcosa di simile. "Cosa facciamo se è questa riunione è già passata?".

Tutti e tre rimasero un secondo senza parole. "Se questo è vecchio è probabile ne sia già stato appeso un altro".

"O potrebbero aver deciso di non incontrarsi più e li avremmo persi".

L'idea di essere arrivati in ritardo di così poco era quasi tanti fastidiosa come l'aver avuto bisogno, involontariamente, di un ex gruppo di militanti razzisti per farsi decifrare il manifesto. E decifrare era un parolone. Per quanto i simboli indicati da Adriano fossero uguali, quelli a lato del foglio erano completamente diversi. E dove c'erano brevi serie di numeri e altri segni che immaginò fossero stenografia, c'erano vere e proprie piccole illustrazioni che non aveva idea di cosa potessero indicare.

"Potremmo andare a controllare subito appena finito qui. Se si trova nei bagni sarà facile andare a controllare" disse Adriano.

"O potremmo chiedere a Livia, se è ancora in università. D'altronde, c'era anche nel bagno delle donne. Nel frattempo, continuiamo con questo".

Passò poi almeno un quarto d'ora a spiegare l'origine di ogni simbolo, e come ciascuno indicasse un quartiere di Mediterra e il luogo preciso del ritrovo. Sul vecchio manifesto compariva una piccola figura di un'Arpia appollaiata su una colonna. Dal lato opposto del foglio invece si poteva vedere l'immagine di un martello appoggiato su quello che sembrava un piedistallo. Non aveva nessuna conoscenza nella sua testa che potesse aiutarla a connettere quei segni a una realtà a Mediterra, ma ascoltando Adriano capiva sempre di più qualche fosse la logica dietro quel tipo di comunicazione.

"Il senso di tutto era basarsi su conoscenze scontate per gli esseri umani partecipanti, in questo caso avvocati, e assolutamente incomprensibili per le streghe. Tra l'altro molti simboli o elementi citati o non fanno parte della vostra cultura, o proprio sono quartieri che hanno aperto alle popolazioni magiche meno di vent'anni fa. Questo perché all'epoca i membri della testuggine erano per lo più di un certo ceto sociale e frequentavano locali e aggregazioni di soli umani. Oppure ambienti naturalmente a voi preclusi: certi templi, certi locali esclusivi, o anche solo zone a minoranza magica. Il ritrovo ai tempi di mio nonno era in una delle piazze coperte del centro, ma se ci pensate da allora molte università e realtà studentesche si sono spostate qui in Città studi, dove ci sono anche tutti i posti che offrono tirocini. Secondo me non è assurdo pensare che il loro luogo di ritrovo sia qui".

Cato prese il nuovo manifesto e lo studiò da tutte le direzioni poi Chanej vide qualcosa, una scintilla nei suoi occhi chiari accendersi. La ruga che aveva in mezzo alla fronte si fece profonda per un attimo mentre appoggiava il foglio e con calma, come se non volesse disturbare i pensieri che si stavano formando nuovi di zecca nel suo cervello, tirò fuori un grosso libro che le ricordò fondamenti di spiritismo.

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