Tomorrow by together || SHOTS ||

The chaos chapter: Fight - CHOI YEONJUN

Yeonjun, con la sua immancabile magliettina celeste 'labros' e il suo fedele skateboard sotto braccio, corse come un fulmine sulla collinetta al centro del parco e senza il bisogno di dover urlare per attirare l'attenzione dei suoi compagni, si precipitarono tutti attorno a lui.

"Ragazzi! Ho una cosa da mostrarvi!"

Esclamò allegro, un sorriso più luminoso del sole stampato in volto.

"Siete pronti?"

Gli altri si guardarono entusiasti, poi annuendo si riconcentrarono sul loro carismatico leader.

"Bene"

Bisbigliò a se stesso più che a loro.
Fece un sospiro, infondendosi coraggio.
La sera prima ci era riuscito, perciò perché non avrebbe dovuto farcela ora?

Lasciò cadere rumorosamente lo skate a terra e ci poggiò sopra una scarpa.
Lanciò il suo cappellino da baseball al primo maschietto alla sua destra e si decise.
Prese leggermente velocità aiutandosi con l'altro piede e incrociando mentalmente le dita, pressò la tavola saltando e facendola sollevare dall'asfalto le fece effettuare un giro su sé stessa.
Atterrò perfettamente coi piedi al centro dello skateboard, scatenando applausi e fischi da parte dei ragazzi che, estasiati, lo osservarono a bocca aperta.

"Yeonjunnie!!! Hai fatto un laser flip!!! Come ci sei riuscito???"
"Dicci i tuoi segreti!"
"In due giorni... Sei un mostro!!"

Il moro, beandosi dei complimenti, scorazzò attorno a loro allargando le braccia, inondandosi così ancora di più di quelle belle parole.

"Grazie, grazie, sarò qui 365 giorni l'anno, festività incluse!"

Azzardò un inchino in loro direzione, ma accortosi di essersi allontanato troppo dal gruppo, finii per seguire il sentiero di cemento, passando quindi davanti ad ogni singola panchina del parco, davanti a lei.
I loro occhi si incontrarono per un brevissimo istante, fugace, come un battito d'ali, ma la rapida occhiata era bastata a conquistarsi.

Quella ragazza era decisamente la ragazza più bella che Yeonjun avesse mai visto, e ne aveva viste a bizzeffe lui, sempre al centro di qualunque tipo di attenzione, maschile e femminile.
Anche Mei ne aveva avuti di pretendenti, ma appena Yeonjun le filò davanti, la sua mente, fino a quel momento traboccante di pensieri, si sgombrò, mostrandole solamente la sua figura snella montare sullo skateboard.

Sarebbe stato un incontro normale, se solo lei non stesse indossando un abito firmato in un ritrovo per skaters.

Cosa diavolo era successo alla misteriosa biondina vestita Prada?
Cosa l'aveva portata lì?

Yeonjun non riusciva proprio a levarsi queste domande dalla testa, domande che sarebbero rimaste senza risposta, anche se moriva dalla voglia di approfondirne la conoscenza.

"Allora gente, volete vi insegni il laser flip???"

Il gruppo gli corse incontro tempestandolo di richieste, distraendolo, anche se per poco, dalla nuova fonte di curiosità.

Se lui era immerso nella solita e familiare atmosfera, Mei, era finita su un altro pianeta, un mondo alieno di cui non riconosceva nemmeno i lineamenti, anche se quel morettino dall'aria accomodante, ma al tempo stesso enigmatica, l'aveva talmente tanto stregata che credeva potesse essere l'unico, in quelle terre sconosciute, a cui avrebbe potuto rivolgere la parola.

Quindi è questo il fascino dello skater per cui tutte le ragazze fremono?

Sospirò la bionda, reggendosi il volto con le braccia, ritrovandosi nuovamente a fissare Yeonjun.
I suoi capelli corvini erano diventati ancora più scuri per via del sudore che glieli aveva bagnati, costringendolo, di tanto in tanto, ad asciugarsi la fronte col dorso della mano o addirittura col bordo della maglietta.
Era magnetico.

A rovinare l'attimo poetico, fu la ragione della sua fuga dai festeggiamenti.
La madre.
Osservò lo schermo del suo cellulare e dopo averci riflettuto, rispose, scocciata.

"Pronto"
"Mei! Sbrigati a tornare a tavola, mi hai fatto fare una figura... Indescrivibile! Che vergogna... Il rettore avrà pensato che non sia stata in grado di insegnarvi l'educazione!"
"Non credo visto il 110 e lode di tua figlia maggiore"
"Non fare la sarcastica, muovit- ma dove sei? Che sono queste grida???"
"Ci vediamo a casa. Di che sono stata male e fa ancora gli auguri a mia sorella"
"Mei!!!"

Riagganciò.
Meno furiosa di quando poco fa, dopo la lite, finse di andare al bagno e scappò da quel pranzo in onore della laurea della sua amata sorella.

Alzò lo sguardo, alla ricerca di Yeonjun.
Era lì, in piedi, a chiacchierare con un altro ragazzo, probabilmente di mosse complicate da provare con le loro tavole personalizzate che Mei trovava davvero fighe.

"È tutta questione di come butti il peso, vedi"

Yeonjun si piegò in avanti, gettando un occhio verso la bionda.
Era nella stessa posizione da quando aveva concluso una telefonata.

"È veramente gnocca... Mi sa che vado a provarci"
"Non credo di calcolerà, guarda come è vestita"
"Perché? Che ho che non va? Pff io ci vado, magari me la da"

Le orecchie del moro, data la vicinanza con quei due, sentirono la discussione.

"Scusami"

Disse all'amico, dirigendosi poi da loro, appoggiando una mano sulla spalla del più alto.

"Mi sa che non te la darà, perché tu ora te ne vai"

Si voltò verso l'altro, in attesa che iniziasse a parlare.

"Ehm sì, Yeonjun, ce ne stavamo andando"
"Scusaci"

Con la coda fra le gambe sgattaiolarono via, mentre lui, sulla sua tavola, andò con calma da Mei, che sorpresa, si mise composta.
Yeonjun, in silenzio, con un semplice trick, alzò lo skate e infilandoselo sotto il braccio, si sedette accanto a lei.

"Hey"
"Hey"

Mei gli sorrise, indicando con le sue pupille verdi la base della tavola.

"È molto bella"
"Grazie. La mia tavola è come una figlia per me"

Finse di baciarla, guadagnandosi il dolce suono della sua risata.

"Allora dimmi... Che ci fa una bella ragazza come te in questo parco pieno di avvoltoi?"

La bionda si guardò attorno.

"Avvoltoi?? Io vedo... Solo un gentiluomo che si è interessato ad una triste fanciulla indifesa"
"Quindi sei triste?"

La incalzò lui.
Mei incurvò le labbra, viaggiò con lo sguardo, ritornando infine su di lui.

"Hai tempo...?"

Gli chiese, sperando, pregando ne avesse parecchio da dedicarle.

"...Ne ho quanto ne vuoi"