The dream chapter: Star, BLUE ORANGEADE - CHOI BEOMGYU

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L'inverno a Seoul è davvero freddo, le temperature sfiorano i -10 gradi, la neve non tarda mai ad arrivare e il soffio del vento gelido, è davvero imprevedibile.
Sfortunatamente per Beomgyu e Minsu, quella giornata invernale, rientrava nella categoria 'Bufera non annunciata dalle previsioni meteorologiche', una categoria relativamente rara, ma non impossibile da verificarsi, specialmente in un inverno rigido come quello di quell'anno.
I due erano usciti a fare compere per il periodo natalizio, si sa che una casa addobbata è una casa più accogliente, tuttavia, era stato Beomgyu che aveva insistito per uscire.
Visto che sarebbe stato il loro primo Natale da conviventi, non poteva non essere tutto perfetto.
E poi, adorava il Natale, fin da quando era piccolo.
Si svegliava la mattina del 25 Dicembre e correva giù per le scale, diretto ai grandi pacchi colorati sotto l'albero.
Li scartava tra le grida più stridule e potenti che la sua voce potesse produrre e una volta aperti tutti, saltellava allegro intorno alla tavola apparecchiata.

Tuttavia, sapeva che siccome era stato lui a proporle di andare a caccia per le vetrine, si sarebbe preso una bella ramanzina da parte della fidanzata, che, sebbene anche lei amasse fare shopping per l'appartamento, odiava, con tutta sé stessa, sentire il gelo penetrarle nelle ossa, figuriamoci, l'umidità dei fiocchi di neve.

"Lo sapevo, sapevo che ci sarebbe capitato! L'avevo capito dal colore del cielo!"
"Dal colore del cielo? Sei forse un'indovina? E poi, se lo sapevi perché cavolo hai voluto accompagnarmi?"
"Perché so quanto tu ci tenga a fare gli acquisti di natale!"

Sbuffò la ragazza, coprendosi il più possibile con il colletto del suo lungo cappotto grigio mentre il fidanzato, premuroso, allungò il braccio sulle sue spalle, attirandola verso di sé.

"Non correre o finiremo per scivolare entrambi"

Le disse, accorgendosi di come lei, per sfuggire alla nevicata, avesse accelerato il passo.

"Non sto correndo, sto semplicemente aumentando l'andatura"
"Aha, che in altre parole vuol dire correre"

Stavolta sbuffò lui, stringendola ancora di più.
La mora contrasse le spalle, percependo finalmente un po'di tepore provenire dalla mano del ragazzo e appena alzò gli occhi dal marciapiede, notò un delizioso barettino proprio al centro della piazza, al di là della strada.

"Che ne dici di fare tappa lì prima di diventare due pupazzi di neve?"
"Tu saresti carina anche come pupazzo di neve"
"Non è proprio il momento giusto per fare i romanticoni, caro il mio lecchino"
"Cosa??? Non stavo facendo il lecchino! È la verità"

Minsu trattenne a stento un sorriso sotto la sciarpa mordendosi il labbro inferiore, ma appena incontrò il dolce sguardo di Beomgyu, il suo cuore la tradì, facendole tremare la voce.

"Dai stupido, andiamo lì!"
"Stai sghignazzando Minsu?"

Non gli rispose e, infilando la mano nella tasca del piumino di lui e accoccolando la testa sulla sua spalla, si fermarono al semaforo.
Beomgyu, intenerito da come fosse bastata una semplice frase per spegnere l'animo bellicoso della ragazza, rilassò la schiena e congiunse nella tasca, la sua mano a quella di lei, incastrando le loro dita.

Le piaceva da sempre, dal primo anno di liceo, quando i suoi occhi si posarono sulla figura di una morettina, minuta, ma che poi, a sue spese, scoprì avere una personalità da far invidia anche al più loquace e intraprendente maschietto di tutta la scuola.
Non divennero subito una coppia, dato che erano completamente diversi.
Lei amava i cani, lui i gatti.
Lei trascorreva le vacanze al mare, lui in montagna.
Lei amava le rose rosse, lui le viole.
Di questa preferenza, ne venne a conoscenza durante la loro prima uscita ufficiale, in cui si presentò fuori dal ristorante con un mazzo di viole, ricevendo di tutta risposta una risatina da parte della ragazza.

Chi regala un mazzo di viole al primo appuntamento? E pensare che le rose rosse sono il mio fiore preferito.

Rifletté lei, sorridendo.
Da quel momento imparò a comprendere che Beomgyu, non fosse affatto come gli altri ragazzi.
Era particolare, esuberante, estroverso con lei, ma al tempo stesso timido con gli estranei.
Le piacque da impazzire.
Terminato il liceo, frequentarono l'università, anche se lui non si laureò mai, anzi, lasciò alla prima difficoltà.
Minsu, invece, era convinta che sarebbe diventata una psicologa, e una volta laureata, cercarono la casetta dei loro sogni.
Esattamente sei mesi fa, dopo aver conseguito la laurea, il trasloco fu ultimato.
Ora, mancavano soltanto gli addobbi per renderla la casa delle meraviglie di natale, così l'aveva definita Beomgyu.

La luce del semaforo diventò verde e i due, attraversate le strisce pedonali, giunsero davanti a ciò che avevano identificato come il loro rifugio dall'imppellente bufera di neve.
Il moro le aprì il portone vetrato e Minsu, scrollando via tutte le goccioline dal cappotto, si guardò attorno alla ricerca di un tavolino libero.

"Vieni, sediamoci là"

Gli disse, occupando al volo quel posticino.
Si disfò del giubbino bagnato e lo appese al divanetto dietro di sé impilandoci sopra quello del fidanzato che, ancora infreddolito, le si accomodò di fronte, agguantando uno dei due menù già presenti sul tavolo.

"Mamma mia che tempo"
"È peggiorato all'improvviso... Meglio scegliere qualcosa di caldo"

Scorse veloce la lista, bloccandosi sulla pagina con scritto ICE/HOT Bubble Tea.
Buffo il destino a volte.
Fu proprio il bubble tea, la bevanda che per la prima volta li fece andare d'accordo su qualcosa.
A Minsu non è mai andato a genio il latte, ma il tè, oh il tè! Nelle serate d'inverno, con qualche biscotto ricoperto dagli zuccherini piccoli piccoli era per lei il paradiso del relax e della tranquillità.
A Beomgyu non faceva impazzire il tè, tuttavia riteneva il latte una prelibatezza che poteva essere abbinata a qualsiasi altra dolcezza e leccornia, un sogno per gli amanti dei dolci come lui.
Nonostante a lei non piacesse il latte e a lui non piacesse il tè, per puro caso il bubble tea erano in grado non solo di berlo, ma addirittura di gradirlo.
Era forse l'unico punto che avessero in comune allora.
Adesso, le cose erano ben diverse, adesso, condividevano addirittura una casa, una vita.

Il moro al ricordo, rise, catturando l'attenzione della fidanzata.

"Che ti ridii? È tutta colpa tua se ci siamo beccati la bufera"
"Prendiamo un bubble tea caldo?"

Le domandò fuoritema, facendole aggrottare la fronte.

"Che... Che c'entra ora?"
"Lo vuoi oppure no?"
"Beh Sì... Con... La tapioca" "Tapioca"

Dissero all'unisono.
Minsu sospirò allentandosi la sciarpa, sorridendogli.
Beomgyu, che fece suo quel sorriso, si lasciò andare ad un altro più grande, pensando, come quel brutto tempo, avesse potuto regalargli un momento così delicato che avrebbe aggiunto a quelli importanti da custodire nel suo cuore.

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