The name chapter: Temptation, THE DEVIL BY THE WINDOW - CHOI BEOMGYU

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Beomgyu pianse, pianse fino a farsi venire gli occhi rossi e pieni di venuzze che come una foce a delta si allargavano per tutto il bulbo oculare.
Era arrabbiato, incazzato nero.
Con i suoi genitori che avevano divorziato.
Con suo padre che nonostante le promesse e le belle parole l'aveva lasciato con la madre.
Con sua madre che aveva deciso di rifarsi una vita ignorando completamente il sangue del suo sangue, permettendo a degli estranei di dettare legge in casa sua, in casa loro.
Era anche incazzato con i suoi compagni di classe, che anziché aiutarlo avevano scelto la via più semplice.
Era solo.
Beomgyu era completamente solo, solo al mondo.
Così si sentì quella sera, quando disperato, assuefatto dall'odio che un adolescente può provare nei confronti dell'intero universo, si lasciò andare a delle parole di troppo.
Uno sproloquio mentale, quindici minuti in cui maledì l'umanità, maledì sé stesso per essere nato, per essere nato come essere umano, creatura fragile e inutilmente complicata, capace soltanto di subire passiva le disgrazie e le difficoltà che ostacolavano la tanto ambita felicità.

"Vorrei essere qualsiasi altra cosa, tutto tranne che un essere umano! Tutto tranne me stesso! Darei la mia anima al diavolo se potessi cambiare ciò che sono"

Purtroppo per lui, qualcuno accolse la sua supplica.
All'improvviso, a causa di una folata di vento, la finestra della sua cameretta si spalancò.
Beomgyu si affrettò per richiuderla ma una mano sottile, affusolata, quasi scheletrica e dalle unghie affilate, diede un colpo al vetro facendo prima indietreggiare e poi cascare a terra il povero ragazzo.
Sconvolto continuò ad indietreggiare.
Una figura alta e piena di piume nere entrò in modo raccapricciante dalla quella stessa finestra che lui cercò in tutti i modi di richiudere.
Quella specie di Arpia si sgranchì e fece saettare i suoi occhietti gialli in direzione del suo invocatore.

"Ti ho spaventato?"

Il primo pensiero che lo aggredì fu il domandarsi come potesse quel mostro parlare la sua lingua.
Il secondo fu chiedersi se stesse avendo uno dei suoi sogni lucidi.

"Non ti piace il mio aspetto???"

Beomgyu non rispose e strizzò gli occhi, sperando che in quella maniera l'Arpia se ne sarebbe andata.
Aprì le ali e avvolse il suo stesso corpo fino a coprirsi completamente.
Quando le ritirò, mostrò il suo nuovo volto.

"Va meglio? Ho cercato di scavarti un po' più in profondità e ho notato che hai a cuore questa ragazza perciò ne ho preso l'aspetto, spero tu possa apprezzare lo sforzo"

Minsu.
Il mostro era diventato la sua Minsu.
Minsu era la compagna di scuola di cui Beomgyu era segretamente innamorato.
Era sempre disponibile, lo aveva aiutato in un paio di occasioni e il fragile e bisognoso cuore di Beomgyu si era subito affezionato a quell'unica persona che gli aveva mostrato il mondo un po' più colorato.

"Ma tu chi sei?"

Bisbigliò a malapena mentre la finta Mei studiava l'ambiente circostante.

"Dipende, chi vuoi che io sia?"
"Che cosa vuol dire???"
"Quello che ho detto, chi vuoi che io sia??? Posso essere qualsiasi cosa fuorché un essere umano~"

La creatura gli fece l'occhiolino alludendo al desiderio del ragazzo di poco fa.

"Tu... Cosa sei esattamente?"
"Questa domanda mi piace di più"

L'Arpia si avvicinò alla velocità della luce e con l'indice alzò il viso di Beomgyu, obbligandolo a guardarla.

"Sono un demone, tesoro, ma date le circostanze, da ora in poi mi puoi chiamare Mei"
"M-Mei...?"

Balbettò il moro.
Era confuso, spaesato.
Avrebbe dovuto essere più di tutto terrorizzato, ma quell'emozione non lo sfiorò nemmeno.

"E che cosa vuoi da me... Mei?"

'Mei' sorrise malignamente.

"Cosa vuoi tu da me, Beomgyu"

Si sedette a gambe incrociate sul suo letto e lo attirò a sé.

"Puoi avere tutto quello che vuoi"

Avvicinò pericolosamente le loro labbra, poi lo spinse via.

"Vuoi Mei? Io posso dartela"

Si alzò e lo raggiunse di nuovo.

"Vuoi che quegli stronzetti che ti hanno rubato il pranzo scompaiano? Io posso farlo"

Schioccò le dita e dopo essere scomparsa, riapparve alle sue spalle.
Gliele strinse leggermente e lo costrinse ad osservarsi allo specchio.

"Vuoi non essere più Choi Beomgyu? Io posso far sì che accada! La gente non si ricorderebbe mai più di te, saresti un'altra persona, con un altro passato e un nuovo futuro"

All'idea Beomgyu fremette.
Avrebbe potuto avere tutto quello che aveva sempre desiderato.
Una famiglia felice che lo avrebbe ricoperto di amore e attenzioni, una vita scolastica ricca di avventure e amici su cui contare, una ragazza come Mei al suo fianco...

"Certo non si fa mai niente per niente, ormai dovresti averlo imparato anche a tue spese"

Il demone tornò sul letto e accavallò le gambe.

"So che sono scontata, ma per far avverare il tuo sogno dovrei avere qualcosa in cambio"

Il moro rabbrividì.
Il tono con cui pronunciò quella frase gli fece raggelare il sangue nelle vene.
Deglutì rumorosamente e si fece coraggio.

"Che... Che dovrei fare per-"
"Lo sai benissimo, la tua anima, Beomgyu"

La sua espressione affranta e disgustata fece sorridere la creatura.

"L'unica cosa che dovrai fare è accettare, poi ci penserò io"

Beomgyu non era spaventato, era combattuto.
Poteva fidarsi di un demone?
Certo che no, ma la sua disperazione era arrivata a un punto di non ritorno.

"Se accettassi di darti in pasto la mia anima..."

L'Arpia con le sembianze da umana si leccò le labbra, pregustandosi già il dolce sapore di una giovane anima straziata come la sua.

"Cosa accadrebbe alle persone accanto a me?"
"Come sarebbe a dire? Adesso ti importa di loro?"

Il ragazzo si sentì in qualche modo ferito dalle sua parole.
Lui ce l'aveva con tutti sì, ma in fondo lo sapeva che non era colpa di nessuno, era stato il concatenarsi di eventi ad aver fatto accadere tutto ciò che era accaduto.
E proprio per questo motivo era sempre più convinto a voler accettare quell'assurda e allettante proposta.

"Non accadrebbe loro nulla. Come ti dicevo si dimenticheranno della tua esistenza. I tuoi genitori non avranno mai avuto un figlio, i tuoi compagni di classe non avranno mai avuto una vittima da bullizzare a loro piacimento e Mei non avrà mai provato pena per un ragazzetto impaurito dalla vita"

Tagliente e sadica come la sua natura gli imponeva.

"Choi Beomgyu non sarà mai esistito"

Il demone percependo i sentimenti nel cuore del moro balzò dritta e lo guardò dritto negli occhi.
Ce l'aveva fatta.

"O...ok... Accetto"

Non appena terminò quelle parole, cadde a terra, crollando in un sonno profondo.
Al suo risveglio, Choi Beomgyu sarebbe stato cancellato dalla faccia della Terra.
L'Arpia lo accarezzò e lo mise a letto.
Gli rimboccò le coperte e lo baciò in fronte.

"Buonanotte mio Dolce bocconcino"

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