"T-tieni Arin..."
"Grazie Soobin!!!"La piccola, afferrò felice la margherita e gli diede un bacio sulla guancia, saltellando verso lo scivolo, pronta a mostrare alle altre bambine del parco il fiorellino che il suo migliore amico Soobin le aveva regalato.
La madre del morettino, lo prese per mano e gli accarezzò la testa.
"Piccolo mio, come sei gentile"
Soobin buttò all'indietro la testa e la osservò dalla sua altezza, già avanzata per essere un semplice bambino al primo anno di elementari.
Certo che era gentile con Arin, gli piaceva davvero quella bimba dal caschetto color miele, si divertiva da matti a giocare all'allegra famigliola con lei.
'i papà fanno così, le mamme fanno così. Ora facciamo finta che quel terriccio sia la nostra cena'
Amava dettare regole e dirigere i giochi e Soobin, amava vederla indaffarata con i sassi, fingendo fossero dei piatti alla loro portata.
Ogni pomeriggio dopo la scuola, non vedeva l'ora di correre al parchetto ad aspettare che lei arrivasse, abitava un po' più lontano di lui.
E quando non si presentava?
L'umore di Soobin diveniva nero, era intrattabile."Pazienza Soobin, dai fai il bravo, giocherai con i tuoi fratelli"
"No!! Voglio giocare con Arin! Devo fare il papà!!"Puntava i piedi e si sedeva sulla panchina, pensando che forse, se si fosse arrabbiato col mondo, il mondo avrebbe avuto paura della sua ira, e gliel'avrebbe restituita.
Insomma, faceva i capricci.Chissà se anche Arin faceva i capricci perché non aveva potuto andare al parco e giocare con lui, si domandava.
Qualche anno dopo, il suo rapporto con quella bambina esuberante divenne più stretto, amichevole.
Addirittura le loro madri si erano avvicinate, talmente tanto da averli iscritti alla stessa scuola media."Che palle geometria, non sopporto tutti quei problemi, ipotenusa di qua, cateto di là, ma chissene frega dei triangoli! L'unico triangolo di cui mi importa è quello dei cartelli stradali. Voglio la patente e andare dove mi pare"
Gli disse sdraiata sul letto con i piedi lungo il muro e la testa che toccava il pavimento, ma delicatamente appoggiata sul tappeto su cui invece, c'era seduto Soobin, a gambe incrociate, con il libro di matematica sulle ginocchia.
"Sì, la patente... Ma se abbiamo quattordici anni!"
"E quindi? Mancano quattro anni... In America la patente la fanno ai sedici"
"In America"Un cuscino colpì il viso del moro, che spalancò occhi e bocca.
"Noioso di un Soobin. Chiudi quel macigno, non ho più voglia di fare i compiti"
"Ma se non li stavi nemmeno facendo!"La ragazza sbadigliò e saltò giù dal materasso, posizionandosi vicino al suo volto, troppo vicino per i sensi di Soobin che subito si risvegliarono, causandogli la solita sensazione allo stomaco.
Lo guardò intensamente e strinse le mani nelle sue.
"Usciamo, ascolta me! Altrimenti tra qualche anno nessuna ragazza vorrà stare con un pesantone come te! Ti resterà soltanto la sottoscritta"
Scherzò lei, alzandosi in fretta e una volta di spalle, cominciò a frugare nell'armadio una giacchetta.
E chi ti dice che io non voglia stare proprio con te?
Pensò lui, ma ovviamente non le disse nulla, e stampandosi un sorrisino sulle labbra le punzecchiò un fianco, facendola sussultare.
"Muoviti, ti aspetto fuori!"
E così fece.
L'aspettava sempre e l'avrebbe aspettata per sempre.
L'aspettava al parco da bambini, l'aspettava sotto casa alle scuole medie, e ora, l'aspettava con i due biglietti fuori dal cinema.L'unica differenza, riguardava in che veste l'avrebbe aspettata.
Non voleva più essere il suo amico Soobin, quello della margheritina, quello dei compiti, voleva essere quello che le faceva battere il cuore come al lui batteva quando la vedeva.Quella mattina, il moro, più coraggioso che mai, l'aveva invitata a vedere un film dal titolo che lasciava poco spazio alla fantasia: I know I love you.
La reazione di Arin non era stata delle più entusiaste, ma Soobin la conosceva anche meglio di sé stesso, e sapeva benissimo che quei fagotti di romanticismo e sviolinate non facevano per lei, né per lei, né per lui.
L'unico motivo per cui aveva fatto una cosa simile era per porre fine alle sue sofferenze. L'avrebbe indotta a comprendere quali fossero i suoi sentimenti e se non ci fosse arrivata con i messaggi subliminali, anzi, più che subliminali, palesi, le avrebbe sbattuto in faccia il suo amore, come quando al suo sesto compleanno Arin gli aveva sbattuto quel piccolo dolce cupcake su tutto il volto.
Si aggiustò l'impermeabile colore cammello e si specchiò nel vetro della locandina.
Con quel completo addosso, si trovava più carino del solito, meno studente del liceo e più uomo d'ufficio.
Posò in diversi modi, come un vero modello, fino a che il riflesso di Arin si affianco al suo."Che stai combinando?"
Con una calma assoluta, si voltò e le rivolse una smorfia, degna del Soobin di prima elementare.
"Non voglio saperlo, ma posso intuirlo. Hai ragione, questo completo ti sta molto bene"
Il cuore per poco non gli zompò fuori dal petto.
E pensare che la ragazza non lo immaginava minimamente.Arin alzò lo sguardo verso il cielo e notando dei nuvoloni avvicinarsi, lo prese sottobraccio.
"Ci conviene sbrigarci se non vogliamo ritrovarci con i vestiti inzuppati"
Acquistarono bibite e pop corn.
Soobin insistette non solo per voler pagare l'intero menù, ma decise che anziché prenderne uno a testa, ne avrebbero divido uno.Lei lo prese in giro, dandogli dello spilorcio, ma nella mente di lui c'era ben altro che il voler risparmiare due spiccioli.
Questa era l'ennesima mossa, studiata a tavolino, di un ragazzo innamorato che sognava di incrociare la mano della sua bella nel cestello dei pop corn.
Lei lo avrebbe guardato con un'espressione stupita e lui avrebbe attaccato con la sua confessione.Ma si sa che la realtà quando ci si mette, è veramente infame.
Ogni volta che lui provava ad infilarla, Arin aveva già portato alla bocca la patatina, viceversa quando lui aspettava con la mano, frugando e frugando, la ragazza, veloce come un fulmine rubava il pop corn e lo divorava.Provò anche ad avvolgerle il braccio attorno alle spalle, ma la sua migliore amica era un fiume in piena, incontenibile, non stava mai ferma, nemmeno seduta su una minuscola e scomoda poltroncina rossa.
A differenza del film, il povero Soobin, non aveva concluso assolutamente nulla.
"Waaa, che cavolo mi hai portato a vedere! La scena del divano mi ha fatto venire i brividi talmente era cringe! E quella delle altalene? Sotto la pioggia?? Ridicoli"
"Già... Ridicoli...."Le rispose lui amareggiato.
Che sul serio non ci fosse via d'uscita?
Che fosse destinato a restare il Soobin della scuola?"Si vedeva lontano un miglio che lui era innamorato di lei"
O forse no.
Uno spiraglio avvolse l'intera situazione, il mondo attorno prese colore e le labbra del ragazzo abbozzarono un sorrisino."E tu queste cose le vedi subito giusto?"
"Ovvio! Ho un fiuto per l'amore"
"E com'è che non ti sei mai accorta che sono innamorato di te?"
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Tomorrow by together || SHOTS ||
Fiksi Penggemar•One shots •Ispirati ai loro concept, alle canzoni, alle foto •Protagonisti i TxT •boyXgirl •Ogni membro ha come protagonista una ragazza che in ogni one shot sarà sempre la stessa