<Le ho detto di no! È sotto la mia tutela e me ne occuperò personalmente! Il discorso è chiuso!>
Emma grida, sembra impazzita. E adesso con chi ce l'avrà? Scendo dal letto sperando di non poggiare, come lei, per primo il piede sinistro e ancora in coma mi dirigo verso la cucina.
<Ma con chi diamine sta urlando?>
<Non ho la più pallida idea, ormai non ci faccio neanche più caso. Tieni, il caffè> Bice mi porge la tazzina bollente <secondo me il troppo lavoro le sta dando alla testa!> ci sorridiamo complici sorseggiando l'aroma caldo.
<Non è possibile!> ci raggiunge irata. Io e Bice la guardiamo attonite <Quel ragazzo mi farà impazzire! Non solo non vuole collaborare, ora si è fatto anche sospendere perché ha fatto a pugni a scuola! Giusto per complicarsi le cose, come se già non lo fossero abbastanza no?!>
Sta parlando di Mattia. Ad un tratto, come colta da un lampo di genio, si gira verso di me ed esordisce <Marty, ma tu ne sai qualcosa di questa storia? È accaduto nel tuo istituto!>
Finisco veloce il mio caffè <No, non ne so nulla. Devo andare!> prendo lo zaino e in tutta fretta lascio la tazza nel lavandino <Ciao> scappo via.
Ma cosa sta accadendo? Non riesco più a mettere in ordine le idee. Mi sento rimbalzare come una pallina da ping pong.
A scuola tutto tace. Sembra non sia successo nulla. Nessuno parla, nessuno commenta, nessuno dice. La giornata scivola tra interrogazioni, insufficienze, mutismi e compiti a casa.
Ho il panino di nonna in borsa. La sua premura è ineguagliabile. Prima di andare a nuoto lo addento ma già al primo morso sento le conate di vomito. Lo mangerò dopo, forse.. o forse lo butterò.
Stile libero e dorso, tante vasche quanti sono i miei pensieri che mi abbandonano ad ogni bracciata e sembrano uscire dalla mia testa trascinati dall'acqua, fresca, che se li porta via e che mi consola, mi idrata e mi ossigena. Riscaldamento e poi cominciamo la lezione di nuoto sincronizzato. Mi aiuta con lo stress e scarico la tensione ma soprattutto mi è indispensabile con la danza. Quando stiamo in verticale sott'acqua e il mio corpo è in estensione in posizione di balletto, le mie gambe si muovono come le lancette di un orologio, un'emozione mi pervade tutto il corpo. Si crea una sinergia tra noi sincronette, fatto di sostegno e collaborazione, voglia di eseguire gli esercizi al meglio a ritmo di musica che sia il karpato o la kip della coreografia.
Non so se posso dire che lo sport mi salvi la vita, come accade per molte persone, che so, dopo una perdita di una persona cara o un incidente, dopo una sconfitta o un malessere... ma per me è sicuramente una forma di distrazione dal dolore e mi appartiene da sempre, è una routine di cui non potrei concepirne l'assenza perché ci sono nata. Sarebbe come amputarmi una parte del corpo o peggio ancora dell' anima.<Tua mamma dice che quel ragazzo si è compromesso>
Bice mi aggiorna su quanto si sono dette lei ed Emma stamattina appena sono uscita di casa
<In che senso compromesso?>
<La scuola ha segnalato la sua aggressività e il Tribunale ritiene opportuno una misura cautelare coercitiva. Tua madre si sta imponendo perché è sotto la sua tutela e conviene per aumentare le ore dei lavori socialmente utili che lo impegneranno quasi tutti i pomeriggi a settimana>
<Aggressivo?> urlo sdegna <Non posso crederci! È Francesco la persona ripugnante e da punire! Non Mattia!>
<Probabilmente asseconderanno tua madre, sa fare bene il suo lavoro e non c'è mai stato nulla da obiettarle>
Finisco la cena a stentoni, pur di soffocare la rabbia e non deglutire altre parole e paranoie e mi dirigo verso Wa-l-ter che mi accoglie con la sua solita compostezza e raccoglie tutta la spazzatura che gli sputo addosso. Tiro lo sciacquone, chiudo il coperchio e mi ci siedo sopra. Wa-l-ter è un amico sottone. Lo calpesto, gli vomito tutto, lo insulto e lui rimane lì, immobile e silenzioso, c'è sempre.
La mia ira si trasforma in lacrime e mi viene da piangere. Questa vita è uno schifo! Il mondo gira al contrario! Afferro la catenina col crocifisso che tengo al collo e comincio a inveire su di lui <Perché? Dimmelo!> la stringo rabbiosamente nella mano <Perché non fai niente e lasci che le cose vadano allo sbaraglio? Tu ti sei lasciato morire, hai fatto morire il nonno e adesso abbandoni anche Mattia! Io ti odio! Sono stanca!> La strappo violentemente dal collo e la butto via, lontana da me.
Vorrei essere io quella sotto terra.
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Mettevo il rossetto rosso
General FictionMartina è una ragazzina che ha appena compiuto diciott'anni e ha perso il suo punto di riferimento più caro. Il suo dolore la porta ad inseguire la perfezione a scuola, nello sport e nella danza. Un compromesso segreto con il suo amico Wa-l-ter che...