20. SAM

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<Forza entriamo>
La segretaria dalle gambe senza fine ci fa accomodare sui divani in pelle <Vi faccio attendere qui>
Eleonora, curiosa, si guarda intorno e osserva lo schermo luminoso alla parete che fa scorrere immagini di corpi di modelle, primi piani, borse, abiti e creme senza un ordine preciso. Poi prende uno dei giornali sul tavolino di vetro e comincia a sfogliarlo alla rinfusa, guarda qualche foto qua e là e lo ripone sul piano. Dev'essere nervosa. Lo dimostra la gamba che sventola ripetutamente avanti e indietro senza fermarsi mentre la tiene poggiata sull'altra.
<Ma quanto dobbiamo aspettare? Sono già le quattro!> suona più come una lamentela che una domanda guardando l'orologio al polso.
Alzo le spalle in segno di rassegnazione.
Mentre parliamo a singhiozzi per nn farci sentire, suonano al campanello dell'ingresso. La segretaria esce da una delle stanze e raggiunge la porta <Eccoti, finalmente! Aspettavamo te>
<Scusatemi, ha fatto ritardo il treno>
<Vieni accomodati>
Un ragazzo alto e bellissimo si siede di fronte a me fissandomi dritto negli occhi. Mi imbarazza, distolgo lo sguardo e istintivamente mi mordo il labbro inferiore. Accade quando mi sento a disagio.
La segretaria si rivolge ora a noi <Ecco, siamo al completo. Tra qualche minuto iniziamo!>
<Che vuol dire "al completo"?>
<Non ne ho idea!>
Il ragazzo rimane in silenzio.
<Samuel!>
Due occhi grandi e castani si voltano verso di lei.
<Prego, da questa parte>
Si alza. Sarà quasi un metro e novanta. Spalle larghe, di quelle da nuotatore, pelle olivastra e labbra carnose. Mi sorride, ha denti bianchissimi, molto curato nell'aspetto e ricercato nel vestire. Maglia girocollo in cachemire crema, un jeans stretto e dei chelsea beatles blu in pelle, un elegante cappotto della stessa tinta. Mentre cammina, con fare raffinato, si accarezza delicatamente il ciuffo con la mano.
Non appena sparisce dentro una stanza, ecco invece riapparire la segretaria che mi chiama <Signorina Manni>. Io ed Eleonora la raggiungiamo, lei ci fa cenno di entrare e richiude la porta lasciandoci in compagnia del Signor Bohan.
<Buongiorno>
Per nulla sorpreso ricambia il saluto. <Buongiorno! Presumo lei sia la mamma di Martina, ho già pronto il contratto, vuole dare un'occhiata prima di firmarlo?>
Eleonora mi guarda e mi poggia il braccio intorno al collo cingendomi a sé <No, sono la sua insegnante di danza>
Spiazzato, poggia le carte sul tavolo e si lascia andare sulla poltrona, incuriosito <Insegnante di danza?> incrocia le mani in attesa di ascoltare quello che ha da dire
<Sì, proprio così>
<Bene, allora mi viene spontaneo domandarle il perché di questa sua visita>
<Perché mi occupo io di quello che riguarda la vita professionale di Martina sin da quando era piccola>
<Non riesco a seguirla>
<So che intende scritturarla per un lavoro e volevo appurare di cosa si trattasse>
<Signora ...> attende che gli ricordi il nome
<Eleonora>
<Bene, Signora Eleonora, non penso sia la persona più adatta per domandare sulla serietà e veridicità della nostra azienda. In ogni caso si tratta di un ottimo contratto. Martina è stata scelta su .. non so quantificarle ora quante ragazze, per il nuovo volto dì Givenchy e credo che per lei questa sia un'opportunità da non perdere, dato che non capita tutti i giorni>
<Dipende cosa intende per opportunità>
<Intendo oltre che per l'eccellente retribuzione anche per le notorietà che otterrà quando il suo volto entrerà in tutte le case>
<Ho qualche perplessità al riguardo>
<È una decisione che spetta a Martina, non a lei. Oltretutto si è presentata a noi di sua spontanea volontà con delega di sua madre... non di certo della sua insegnante>
<Certamente. Ma se sono qui è perché lei stessa ha interesse a diventare una ballerina e non è intenzionata a perdere un lavoro che porta avanti da anni, fatto di sacrifici, e che è il suo sogno sin da quando era bambina>
<Non ne vedo l'impedimento, nessuno le chiede di rinunciare alla danza se è questo che intende>
<Sto parlando del tempo e dell'impegno costante che la danza richiede>
<Vorrò essere gentile con Lei signora Eleonora. fermo restando che il nostro lavoro non richiede nulla di così impegnativo come succede invece per la danza, le dico che si tratta di qualche fine settimana e che lei può stare tranquilla. Non verranno scombussolati né i suoi piani, né tanto meno quelli di Martina se è questo che la preoccupa. Il progetto richiede una pubblicità e degli scatti. Se ci sarà qualcosa in più, questo le posso già garantire che non dipenderà da noi, ma da quello che deciderà di fare Martina della sua vita. Questo è il contratto, lo legga, a dimostrazione del fatto che non la sto prendendo in giro>
Eleonora mi guarda perplessa e legge riga per per riga il nero sul bianco.
<Probabilmente non conosce quello che è il nostro mondo, proprio come io non comprendo il suo> Si appoggia sull'enorme scrivania assumendo una posizione più comoda <Ma vede, noi ci occupiamo di moda, profumi e cosmetica e non di ballo> fa una piccola pausa <se non ha altro da aggiungere io comincerei. La stanno già aspettando per lo shooting e per girare>
<Va bene>
<Sara> il Signor Bohan digita un numero interno <accompagni la signorina Manni in sala trucco, grazie>
La segretaria, che ora ha anche un nome, rientra in stanza e ci fa strada. Mi fa accomodare davanti a uno specchio enorme, su una sedia, di quelle con le ruote, mentre Eleonora rimane seduta su uno dei divanetti. Spazzole e trucchi sono ovunque. Una ragazza mi si avvicina <Piacere, io sono Stella, l'hair stylist>
<Piacere Martina>
<Allora Martina, ti raccolgo lateralmente i capelli> mentre comincia con phon, pinze, piastra e lacca, mi racconta ogni suo gesto e si complimenta per la mia chioma.
<Non appena finirò Aurora si occuperà del tuo make up>
<Okay>
In men che non si dica arriva una donna formosa, oserei dire in carne, con le mani scarabocchiate da matite, ombretti e rossetti <Eccomi! Non dovrò far molto. Mi hanno detto effetto naturale>
<È tutta tua> Stella termina con una spruzzata di lacca.
<Ciao, sono Aurora. Tu devi essere Martina>
<Sì>
<Bene Martina, procederei solo con una base di fondotinta che ti dia lucentezza al viso ma mantenga il tuo carnato, ti illumino gli zigomi con un blush e per finire un tocco di balsamo alle labbra per rinvigorire il colore. Niente di più>
La guardo senza capirci molto <Ti hanno detto di cosa si tratta, giusto?> mi sta spugnettando dappertutto.
<A dire il vero no!>
<Di un profumo>
Nel mentre mi tampona il viso con del cotone e con dei pennelli sugli zigomi.
<Ecco fatto>
Eleonora assapora tutto di gusto.
<Appena avete finito avvisate la costumista!> Sara comunica le disposizioni passando da una stanza all'altra.
<Qui abbiamo terminato> la ferma Stella prima che sparisca di nuovo
<Perfetto! Allora venga con me Signorina Manni che l'accompagno dalla sarta>
Guardo Eleonora, che si alza e mi viene accanto. Insieme raggiungiamo la costumista che scorre degli abiti fino ad arrivare al mio "Manni, Givenchy" <Eccolo qui> Lo afferra <indossalo così facciamo i giusti accorgimenti> toglie il nylon e me lo porge.
Un abito rosa cipria da favola. Rimango incantata <Forza che ti stanno aspettando!> Eleonora mi aiuta ad indossarlo. Davanti allo specchio mi sembro un'altra persona, non mi riconosco. Dov'è finita la ragazza con gli anfibi, i maglioni larghi e il rossetto rosso?
<Ti sta da Dio!> la sarta riprende il corpetto stringendolo sul dietro e riprendendolo con degli spilli provvisori. Quasi soffoco. <Mi auguro che tu abbia un trentasette di scarpe>
<Trentotto>
<Avrai un po' male ma sopporterai!> mi fa infilare un paio di décolleté da dodici della stessa tinta del vestito.
<Sei bellissima> Eleonora si commuove nel vedermi così.
Quando Sara mi accompagna in studio, i tecnici stanno lavorando su luci, audio e cineprese. Lo stesso fotografo del provino si dirige verso di me <Ciao Martina, mentre preparano tutto, cominciamo con delle foto>
<Va bene>
<Sam vieni>
Cosa? Perché sta chiamando il ragazzo che era in sala d'aspetto con noi?
<Vi conoscete?>
<No> arrossisco.
<Piacere, Samuel>
<Piacere, Martina>
Ci stringiamo la mano.
<Allora ragazzi collaboriamo insieme, sarà la pubblicità di cui tutti sentiranno parlare! Uscirà sulle più grandi riviste di moda e nelle tv delle nostre case! Vi voglio carichi. Adesso faremo qualche scatto>
<Sono pronto!>
Samuel sembra essere a suo agio, a differenza mia che comincio a sudare freddo. Eleonora invece mi sorride per darmi sostegno, appartata in un angolino della stanza ad osservarmi.
Lui indossa una camicia bianca sbottonata fino al petto e un pantalone gessato, rosa come il mio abito, con righe sottili bianche. È elegantissimo.
<Sam, avvicina il viso a quello di Martina e sollevalo con una mano come se la stessi per baciare>
Mi prende per mano e mi avvicina a lui. Il mio cuore batte velocemente per l'agitazione, poi come da comando, mi solleva delicatamente il viso e si avvicina sfiorando le mie labbra con le sue.
<Bravi, molto bene, così!>
Si sentono gli scatti uno dietro l'altro mentre il fotografo ci dice come muoverci e come posare.
<Sam abbracciala da dietro come se non volessi lasciarla andare> click, click,click <Perfetti!>
Dopo pochi minuti, tutto mi sembra più naturale e seguo le indicazioni.
Una volta finito il servizio fotografico facciamo una pausa prima di cominciare a girare.
<Sei alle prime armi?>
Mi domanda Sam mentre sorseggia dell'acqua <Ho fatto solo qualche shooting qua e là>
<Capito. Ti ci abituerai> mi sorride.
<Pronti a girare!> una voce comunica l'inizio delle riprese mentre una donna ci indica cosa fare descrivendo la scena, è la storyboard <Martina voltati per andar via e tu Samuel trattienila afferrandola da un braccio> eseguiamo alla lettera ciò che ci viene detto <ora stringila dalla vita e dalle un bacio passionale> per un attimo mi irrigidisco ma Samuel con molta disinvoltura mi dà un bacio e sento le sue labbra morbide sulle mie e un profumo inebriante invadermi <Martina tu opponi inizialmente resistenza ma poi ti lasci andare a questo amore struggente>
Non ho tempo per pensare e tutto scorre secondo i piani.
<Buona la prima!>
Sentiamo applaudire.
Tutto qui? Penso tra me e me ancora stordita.
Sam con nonchalance si stacca, poi sbottona la camicia e si mette a petto nudo, velocemente infila il suo maglioncino <Scusate, io devo scappar via>
<Okay Sam, ci vediamo prossima settimana>
<Okay grazie>
<Ciao a tutti> afferra una borsa probabilmente col suo cambio <Ciao Martina, è stato un piacere!>
<Ciao> riesco a malapena a dire.
Se ne va.
<Bene!> il regista sembra soddisfatto <Giorgio prima di smontare assembla tutto e assicurati che le scene vengano perfette>
<Va bene!>
Solo ora mi accorgo delle coreografie che scorrono dietro il palco.
<e mi raccomando alla scelta della musica>
<Non preoccuparti. Ti invio tutto stasera>
<Perfetto ragazzi, a domani>
Eleonora si avvicina <Sei stata bravissima> <Davvero?>
<Sì>
Ecco di nuovo comparire Sara <Il Signor Bohan mi segnala che non è stato ancora firmato il contratto, vi aspetta nel suo ufficio>
<Arriviamo subito> risponde Eleonora.
<Va bene>
Mentre mi dirigo verso la sala costumi noto Sam nel corridoio che discute al telefono <Stattene da solo a Milano! Vaffanculo!>
Rimango immobile e lui nota la mia presenza
<Scusami> è molto nervoso
<Scusa tu, non volevo origliare. Hai perso il treno?>
<No! Anzi in un certo senso sì... diciamo che non ho voluto prenderlo!>
Non so che dire.
<Ho litigato col mio fidanzato e penso che stasera mi fermerò qui... anzi se conosci qualche hotel da consigliarmi>
Fidanzato??? Cazzo! È gay!
Mi sento una perfetta idiota per essermi sentita a disagio mentre probabilmente lo era più lui.
<Tranquilla, non mi offendo per la tua espressione>
<... È che non credevo...>
<... che fossi gay, lo so, me lo dicono in tante>
<In un certo senso mi sento sollevata!>
<Perché? Hai un fidanzato geloso anche tu?>
Mi prende contro piede <No, cioè si... in realtà non lo so. Sto frequentando una persona>
<Ti vedo un po' confusa o sbaglio?>
<È una storia lunga>
<Beh, avrai modo di raccontarmela>
Mentre siamo lì che parliamo arriva Eleonora col contratto in mano <Ma sei ancora così? Dai cambiati che dobbiamo andare>
<Sì faccio in fretta!>
Mi strucco e mi slego i capelli. Poi mi tolgo l'abito e mi infilo nei miei vestiti comodi. Da principessa nelle favole torno alla mia realtà.
<Eccomi! Sono pronta!>
<Marty stavo parlando con Samuel che ha bisogno di trovare un albergo qui intorno, che ne dici se lo accompagnamo e magari mangiamo qualcosa insieme? Oramai è ora di cena>
<Va bene. Avviso a casa prima che nonna si preoccupi>
<Firmiamo questo contratto e andiamo>
Sam si siede in sala d'aspetto <Vi aspetto qui>

Sarei dovuta essere felice. Avevo un lavoro per una grande azienda di moda e cosmetica, perlopiù avevo girato una pubblicità con uno dei  modelli più ambiti sulla piazza e potevo continuare con la danza. Non c'era niente che non andava, a parte me e il mio senso di vuoto che si faceva sentire più di ogni altra cosa, che non se ne andava, restava lì, prepotente, anche in bagno, dopo che avevo finito la cena.

Mettevo il rossetto rossoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora