21. SCHELETRI NASCOSTI

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A cinquecento metri da via Garibaldi c'è il B&B Via Stampatori dove Samuel soggiorna per una notte, per poi riprendere il treno diretto a Milano, la mattina seguente.
E sempre non distante da lì c'è la casa della D'Amico. Sarei voluta passare da lei e chiederle come stava. Invece tiro dritto facendo finta di nulla mentre Eleonora e Sam parlano del più e del meno. Una sensazione di codardia mi ammutolisce lungo il tragitto.
Mentre Eleonora va a prendere la macchina parcheggiata in piazza, la guardo allontanarsi e rimango in compagnia di Sam che si fuma una sigaretta e fissa l'insegna luminosa dell'hotel.
<Carino! Ci potrei prendere gusto ... trovare un amante torinese con cui passare notti clandestine di follia!> scoppia a ridere accentuando la sua bellezza disarmante.
<Ma davvero sei una ballerina promettente?>
<Cosa?> scendo dalle nuvole
<La tua insegnante è entusiasta di te>
<Mi vuole bene e non voglio deluderla>
Stiamo un attimo in silenzio mentre tremiamo per il freddo.
<Non dovresti bruciarti così> mi dice improvvisamente
<Non ti seguo>
<Mi hai capito benissimo>
Lo guardo stordita
<Vedo modelle all'ordine del giorno che pur di avere un po' ' di visibilità e lavorare nello spettacolo si riducono ad uno straccio>
<Davvero... non so cosa intendi>
<Non mi spiego perché tu lo faccia> continua <ma stai sbagliando> butta la sigaretta consumata solo a metà <sono gay, non stupido. E ho imparato a guardare i dettagli e a osservare le persone ... capire se sono realmente sincere con me ... neanche fosse una malattia la mia!> col piede soffoca il fumo sotto la scarpa.
Lo ascolto senza dire una parola, lui incrocia le braccia in protezione dal freddo
<Ti sei alzata e sei andata in bagno nel bel mezzo della cena e non hai finito il piatto dicendo di non aver appetito. Per quanto pensi di andare avanti così?>
<Non è una cosa che ti riguarda!>
<Certo che no! Lo dico unicamente per te. Sei libera di fare quello che vuoi della tua vita>
<Tu non mi conosci!>
<Hai ragione! Non ti conosco! Ma sai, quando io mi rovinavo la vita con le droghe avrei voluto qualcuno, anche il più stronzo, che mi dicesse che stavo facendo una cazzata. Forse molte cose sarebbero andate diversamente e non chiuso per molto tempo in una comunità a disintossicarmi, in continua crisi d'astinenza!>
La sua cruda verità mi fa gelare il sangue <Che poi quello è stato il meno, il peggio era prima... quando ero assuefatto dalle sostanze e cercavo qualcosa di più potente, dalle pastiglie alla cocaina fino ad arrivare all'eroina>
Ingoio la saliva.
<Pensaci. Quello che credi sia un tuo dolore, potrebbe diventare il dolore di una persona che ami e non te lo perdoneresti mai>
Smette di parlare quando vede Eleonora avvicinarsi con la macchina <Hai una testimonianza vivente davanti ai tuoi occhi>
Eleonora abbassa il finestrino della macchina
<Dai sali!> mi fa cenno con la mano <Ciao Sam!>
<Ciao Ele è stato un piacere!>
Faccio per salutarlo e lui mi dà un bacio, amichevole, a stampo sulle labbra <Ciao tesoro! Riguardati!> mi sussurra <Ci vediamo la prossima settimana>
<okay>
Mi fa un occhiolino ed entra in albergo.
Salgo in macchina e mentre mi allaccio la cintura Eleonora commenta
<Che bel ragazzo>
<Decisamente!>
<Quando si dice "natura sprecata"!>
<Sarà!>
Eleonora si diverte <comunque avreste fatto una bella coppia!>
<Ma non dire cavolate!>
Quando arriviamo sotto casa mia, premurosa, attende che io sia entrata dentro il portone, dopodiché mi saluta con la mano e va via.
Distesa sul mio letto le parole di Sam mi rimbombano nella testa. Io non voglio far del male a nessuno.
È la prima volta che qualcuno si accorge del mio malessere e me ne parla apertamente e quel qualcuno è pressoché uno sconosciuto che mi conosce da meno di un giorno. Incredibile che alle volte sia proprio un estraneo a farti pensare a cose che fino a quel momento non hai voluto affrontare. E non le affronterò neppure questa sera!
Decido di dormire. Il sonno è sempre il mio più grande rimedio ai pensieri. E infatti l'indomani è come se non fosse successo nulla, mi lavo, mi vesto, infilo i miei anfibi e vado a prendere il pullman insieme a zaino e borsone.
<Ehi Marty!>
<Giuly!>
Affannata, a passo veloce, raggiunge la fermata. È agitata e confusa.
<Ma che diamine hai fatto all'occhio?>
<È stato quello stronzo!> impaurita si guarda attorno
<Ma di chi parli? Di Andrea?>
<Sì!> scoppia in lacrime <Non me la sento di andare a scuola in queste condizioni! Guardami! E poi ho timore che mi aspetti lì!>
<Ma quando è successo? E come si è permesso?>
<L'altra sera! Mi ha colpita perché mi sono rifiutata di togliere delle foto dal mio profilo Instagram! Sembrava un pazzo furioso, in preda alla gelosia!>
<Ti avevo detto di stare attenta e che non dovevi fidarti! E ai tuoi cos'hai detto?>
<Che mi sono fatta male durante educazione fisica! Ma io ho paura mi faccia ancora del male! Dovevi vedere con che cattiveria mi parlava! Mi ha minacciata che se non faccio quello che mi dice allora la pagherò cara!>
<Ma questo è letteralmente pazzo!>
Giulia continua a singhiozzare. Vederla così mi fa male, mi si stringe il cuore e mi riempio di rabbia <Vieni, andiamo al bar così bevi qualcosa di caldo e ti tranquillizzi>
<Ma tu come fai con la scuola?>
<Non ha importanza. Oggi va così. Andiamo>
Ci dirigiamo verso il Crystal. Appena entriamo Maria ci guarda e ci sorride felice di vederci <Ciao ragazze! Cosa prendete?>
<Un the caldo al limone. Grazie>
<Ma tesoro, che hai combinato all'occhio?>
Giuly mi guarda <Una pallonata a scuola>
<Hai preso proprio una bella botta!>
<Eh sì>
Ci sediamo in saletta, lontane dagli sguardi curiosi.
<E adesso? Cosa intendi fare?>
<Non lo so>
<Andiamo a denunciarlo>
<Marty ma sei matta? Così informeranno i miei e lui si vendicherà!>
<E allora? Come facciamo? Se ti alza di nuovo le mani? Perchè questa volta ti è andata bene ma non puoi sapere come potrà essere la prossima!>
<Ti ho detto che non lo so! Non lo so! Non lo so!> si agita di nuovo
<Va bene! Okay! Stai tranquilla! Troveremo il modo>
<Ho paura che venga sotto casa o fuori da scuola!>
<Dobbiamo farci aiutare da qualcuno, non puoi affrontare questa situazione da sola>
Cerco di pensare a una soluzione <Chiediamo aiuto a Francesco e ai suoi amici!>
<Ma sei pazza?!>
<Dai Giuly, ha un debole per te e lo farà pur di mettere in evidenza i suoi muscoli!>
<E cosa gli diciamo?>
<Ci penso io! Lascia fare a me!>
<E Mattia? Si arrabbierà con te!>
<Capirà! Non posso farmi aiutare da lui, ha già troppi casini da risolvere e non voglio che ne abbia altri>
<Va bene, mi fido di te!> Giuly sembra preoccupata ma anche sollevata.
<Andiamo a scuola>
<No ti prego, non voglio!>
<Giuly! Non puoi nasconderti! E poi entrando due ore dopo non troveremo nessuno. A scuola dirai che hai sbattuto contro l'anta del mobile>
E così facciamo.

<La giustifica ragazze?> La Ranieri non ce ne risparmia una <Professoressa la portiamo domani>
<Va bene, sedetevi>
Rimane a guardare il viso di Giuly senza dire nulla, ma si vedono le domande con i punti interrogativi uscire dalla sua testa.
<Ehi Rocky Balboa ti hanno presa a pugni?>
Diego non si risparmia le sue battutacce cretine <Se non la finisci ti ci piglio io a pugni!> intervengo in difesa di Giulia, già troppo a disagio.
<Adrianaaaa!> e si mettono a ridere
<Silenzio!> la Ranieri zittisce tutti <Eh va bene, visto che oggi siete tutti così allegri e spiritosi, con tanta voglia di parlare, iniziamo le interrogazioni> apre il registro
<Pizzitello! Cominciamo con te!>
Diego si irrigidisce e le guance gli diventano rosse <Così oggi alla riunione degli insegnanti approfitto della presenza di tua mamma per dirle come vai in latino>
Sì, perché la mamma di Diego è insegnante di inglese nella sezione B.
<Prof non mi sento molto bene, può rimandare la mia interrogazione? Ho un forte male allo stomaco>
Incurante la Ranieri comincia a parlare in latino e a chiedere la versione. Diego è rassegnato <Professoressa è inutile che continua, tanto non sono preparato>
<Non rimarrà molto contenta tua mamma... homines, nihil agendo, avere consuescunt male (gli uomini, non facendo nulla, si abituano a fare malamente)>
Al suono della campana si alza senza dire il voto, raccoglie le sue cose e il registro e se ne va. Non si sente volare una mosca.
Velocemente esco dalla classe anch'io
<Marty dove vai?>
<Arrivo, aspetta qui!>
Approfitto del cambio d'ora per raggiungere la classe di Francesco non distante dalla nostra, mi affaccio alla porta.
<Oh! Guarda un po' chi ci passa a trovare!> seduto a dondoloni sulla sedia con le gambe sul tavolo, lo vedo in fondo alla classe poggiato alla parete <quale onore questa visita?> mi sfotte <Se cerchi il tuo amato non è qui!>
Gli faccio cenno con la mano di uscire, rimane interdetto, poi in modo goffo e disturbato viene fuori <Che c'è sfigatella>
(Lo odio!) <Devo chiederti un favore!>
<Sentiamo!> incrocia le braccia
<È per Giuly, un tizio la perseguita e dovresti spaventarlo>
<Cos'è? Uno scherzo?>
<No, è la verità!> ribatto
<E la tua amica non sa difendersi da sola? Chiedi allo psicopatico di aiutarti no?!>
<No! Non posso! È già troppo nei guai! Ti sto dicendo che è una cosa seria, altrimenti non sarei qui!> lo fisso dritto negli occhi. Francesco mi guarda e percepisce la gravità della situazione <Dai, spara!>

Mettevo il rossetto rossoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora