<Buongiorno ragazzi. Sono la professoressa Valente e sostituirò la D'Amico fino a quando non rientrerà>
Ci guardiamo tutti sconcertati. Diego con sfrontatezza domanda <Possiamo chiederle come mai?>
<Mi dispiace essere io a dirvelo, ma il preside è impegnato e si rammarica per non esserci. La D'Amico ha dei gravi problemi di salute da risolvere che le porteranno via parecchio tempo>
<Che cos'ha?>
<Non sono tenuta ad andare oltre. Se è il caso ve ne parlerà personalmente o chicchessia per lei> prende il registro <Ora se volete presentarvi prima di cominciare la lezione, così ci conosciamo un po'>
Mi si è gelato il sangue. "Gravi problemi di salute", cosa intende dire? Il pensiero che stia male mi crea sofferenza. La parola che più mi rimbomba è "gravi". Tutti abbiamo problemi, ma quando si aggiunge questo tipo di aggettivo allora diventano molto più grandi. Anche di nonno Salvo avevano detto così "La situazione è più grave del previsto". Io ed Emma eravamo a una delle tante visite di controllo e quella che doveva essere un'ulcera si trasformò nel peggior incubo della nostra vita.
<Com'è andata?>
Ci chiese Bice al nostro rientro.
Ovviamente a nonno non comunicammo nulla mentre lo trattennero sotto controllo in ospedale.
<Gli hanno diagnosticato un tumore>
Scoppiarono a piangere e si abbracciarono forte l'un l'altra. Io le guardavo senza dire una parola. Pensare adesso a quella scena mi viene il magone e devo trattenere le lacrime, ma da bambina subivo e interpretavo le cose a maniera mia senza che nessuno mi spiegasse nulla. Trovavo da sola le risposte ai miei perché. Credo che quella fu la prima volta in cui divenni un fantasma.
Il nonno da quel giorno cambiò aspetto velocemente. Dimagrì di gran lunga. Perse sì e no venti chili e il suo viso divenne scavato e asciutto. Imparai nomi nuovi come chemioterapia, marcatori, metastasi. Oggi avrei voluto non conoscerne il significato. La curiosità è diventata sintomo di brutto presentimento. Per questo motivo cerco di non fare domande e non voglio che me ne siano fatte.<Manni>
È arrivata a me. E ora? Che le dico?
<Sono io!> alzo la mano.
<Parlami un po' di te. Cosa ti piace, quali sono i tuoi hobbies ... insomma, chi è (riguarda il mio nome e cognome) Martina Manni?>
<Non lo so, la conosco poco> tutta la classe scoppia a ridere, non so come mi siano uscite quelle parole ma non ero intenzionata ad avere quella reazione. La professoressa mi guarda basita. Poi accenna un sorriso poco spontaneo e attende. È la verità. È come se in me fossimo in due. Inizio a parlare in terza persona <Martina adora la musica e ama ballare. È una sportiva ed è una persona introversa>
<Confermo> si sente dal fondo dell'aula <e aggiungerei che ha un brutto carattere!> altra risata di gruppo. Diego non perde un colpo per sminuirmi o offendermi.
Da quando gli ho palesato di non avere lo stesso interesse che nutre nei miei confronti, ha trasformato quelli che sembravano essere dei puri sentimenti di amore, in attacchi gratuiti. Fine delle dichiarazioni, fine delle poesie, inizio della guerra. Oramai non ci faccio più caso. È diventato come il suo gioco preferito ma me lo faccio scivolare addosso. Mi giro e lo guardo in lontananza mentre si dondola sulla sedia <fai attenzione che a forza di dire cazzate prima o poi ti ritrovi col culo per terra!> mi guarda divertito per essere inciampata nella sua provocazione.
<Non accetto questo turpiloquio in classe!>
Il tono alto e acuto, oserei dire anche fastidioso, della professoressa Valente, riprende la nostra attenzione <Va bene così Martina> scorre l'elenco dal registro <andiamo avanti>
Più breve del previsto! Sono di nuovo nella mia comfort zone e da terza persona, in men che non si dica, sono tornata fantasma.
Voglio andare a trovare la D'Amico, voglio sapere come sta, se e quando rientrerà. Voglio qualche consiglio su che mostra visitare e che artisti studiare. Voglio vedere i suoi occhi tristi dietro quella maschera appiccicata al viso. Voglio che mi dica che sta bene e che presto ci racconterà ancora le sue magnifiche storie fatte di arte e passione.
Soprattutto voglio che le persone nella mia vita rimangano e non vadano via.
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Mettevo il rossetto rosso
General FictionMartina è una ragazzina che ha appena compiuto diciott'anni e ha perso il suo punto di riferimento più caro. Il suo dolore la porta ad inseguire la perfezione a scuola, nello sport e nella danza. Un compromesso segreto con il suo amico Wa-l-ter che...