<Perché l'hai fatto?>
Mi sento afferrare da un braccio all'uscita della scuola. È Mattia. Lo guardo attonita <Fatto cosa?> strattono il braccio dalla sua stretta. Saluto velocemente Giuly <Ci vediamo domani> poi mi rivolgo malamente a lui <Non dovresti essere qui>
<Lo so, ma avevo bisogno di vederti>
<Vedermi?> ho pensato senza dirlo.
Lo guardo appoggiato al muro dentro la sua felpa nera. Il cappuccio gli copre il volto. Si nota solo il ciuffo spuntare davanti agli occhi.
<Non volevo spaventarti, scusami> guarda il mio borsone <Sempre super impegnata... danza?>
<No, nuoto> rispondo un po' secca e ancora sorpresa dalla sua presenza <sincronizzato> aggiungo
<Interessante>
<Già... > non so che dire.
<Volevo invitarti a pranzo>
<Non pranzo mai quando ho allenamento>
<Capisco> tentenna <ti va se ti accompagno?>
Afferra il mio borsone, ormai sembra sua consuetudine farlo, senza che io gli dia risposta.
<Cosa non avrei dovuto fare?> gli chiedo improvvisamente.
<Come?> sembra cadere dalle nuvole
<Prima mi hai chiesto perché l'ho fatto... volevo sapere cosa?>
<Sì hai ragione. Mi riferivo al tema>
Arrossisco tutto in un colpo. Come l'ha saputo? Emma! Dev'essere stata lei! Come ha potuto dirgli di me? Cosa si saranno detti?
Mille domande invadono il mio cervello mentre attendo da lui delle risposte come se potesse leggermi il pensiero.
<La Carozzi> interrompe il frastuono delle mie meningi <ha lasciato i temi corretti sulla cattedra del preside>
<E tu come ti sei permesso di sbirciare il mio?!> mi altero ma, al tempo stesso, mi solleva il fatto che mia madre non centri nulla.
<Era il primo del plico e il tuo nome ha attratto la mia attenzione... non ho potuto fare a meno di leggerlo>
Non so che dire.
<Il preside ha convocato mia madre... e la tua> mi guarda <non te lo ha detto?>
<No, cioè sì, in un certo senso> ripenso alla litigata con lei.
<Mentre discutevano nell'ufficio su quale provvedimento prendere e cosa fosse più giusto per me hanno fatto riferimento a quanto hai scritto. Non avresti dovuto compromettere la tua persona e rischiare di rovinarti la media!>
<Ma di che parli?> sogghigno per nascondere l'imbarazzo della scoperta.
<Dai Marty, non fare finta di nulla. So che ci tieni a prendere la borsa di studio>
<Cosa dici?> ...come fa a saperlo? Penso.
<Ti ho conosciuta mentre ripassavi per l'interrogazione di latino, all'intervallo non esci dall'aula per studiare... non perdi una lezione che sia di studio o di danza, solo uno stupido non lo capirebbe!>
<Questo non significa nulla!>
<Vuoi dire che mi sto sbagliando?> si ferma e mi solleva il mento con le dita <Ehi, non è un'offesa la mia> improvvisamente mi dà un bacio dolcissimo. Sento un'ondata di calore che partendo dai piedi invade velocemente tutto il corpo. Depongo le armi, lui si allontana appena di pochi millimetri <Sai di fragola> lo pulisco dal colore lasciato sulle sue labbra <È il rossetto> Mi afferra dai fianchi, siamo davanti alla piscina. Dovrei essere già negli spogliatoi a cambiarmi. Mi trattiene con lui ancora qualche minuto, poi di scatto si toglie <Sei dentro la mia testa!> Lo guardo senza spiccicare una parola <Ti penso continuamente. È la prima volta che sento un trasporto così verso qualcuno. Mi sei piaciuta dal primo istante in cui ti ho vista salire su quel pullman> rimango sbigottita ma compiaciuta allo stesso tempo <Marty, io con te ho voluto essere sincero da subito. Sono stanco di fuggire e di nascondermi> mi accarezza il volto e accompagna i miei i capelli dietro l'orecchio <Fin da subito sono stato attratto da te, dal tuo estraniarti da tutto e tutti. Quando ti sto vicino sento il tuo profumo e lo porto con me fino a casa chiedendomi se mi penserai anche tu come succede a me> tutto d'un tratto si ferma <Dimmi qualcosa, ti prego> Non dico una sola parola, lo avvicino a me e lo bacio.Nuoto, ballo, nuoto, ballo. Gamba di balletto singola, alternata, doppia in immersione, rotante e poi ibis, castello, delfino e barracuda... tutto pensando a lui. Lo sento vicino e questo mi spaventa. Per quanto rimarrà nella mia vita? Cosa succederà quando dovrà cambiare di nuovo città, scuola, identità e non si chiamerà più Mattia? Che ne sarà di me e di quei pochi pezzi che sono rimasti? Sono confusa. Mi alleno e, mentre perfeziono la coreografia con le altre sincronette, sento il cuore battere forte per la felicità e per la paura. Il mio istinto dice di fregarmene, la ragione mi consiglia di stare attenta a non cadere.
Quando sto con lui mi sento bene. Anch'io mi porto a casa il suo profumo e anch'io mi domando se mi pensa tanto quanto lo penso io. Ma non riesco a buttar fuori i sentimenti come accade con il cibo e come è successo stasera con la cena. Così quel senso di vuoto che ho adesso nella pancia lo riempio pensando a Mattia.
Quando mi fiondo nel letto e osservo il mio cielo di stelle racconto di lui al nonno. Come vorrei un suo consiglio. Lo immagino mentre viene a rimboccarmi le coperte e mi sfiora la fronte con la sua barba pungente <Buonanotte stellina> gli sorrido <... Sai nonno, a scuola ho conosciuto un ragazzo. Si chiama Mattia. È bellissimo, ha due occhi grandi e verdi, come i tuoi! All'intervallo mi offre sempre il caffè per passare quei pochi minuti insieme. E poi mi porta sempre il borsone quando vado a danza e a nuoto. Ti somiglia tanto nei modi perché e sempre attento, gentile e non gli sfugge nulla. Oggi mi ha detto che mi pensa sempre. Mi piace tanto, sai nonno? Vorrei che lo conoscessi anche tu!>
Nonno mi ascolta compiacente senza interrompermi, mi sorride mentre racconto <Non sono più sola, così non dovrai preoccuparti ancora per me! ... Non sarai mica geloso vero? Tu sei sempre al primo posto nel mio cuore> lo tranquillizzo, allungo il braccio da sotto le coperte e spengo l'abat-jour.
<È il figlio di un pentito> Avrei voluto confessargli anche questo, raccontargli che ha fatto a cazzotti e che è stato sospeso, che è in cura dalla mamma, che il suo vero nome è Leonardo, che fa lavori socialmente utili, che aiuta sua madre che lavora in nero e che ho paura di perderlo. Ma non l'ho fatto, non è giusto che si preoccupi, adesso che è leggero e non sente più dolore.
<Buonanotte nonno, ti voglio bene>
Mi addormento, sono tanto stanca, ma oggi mi sento bene.
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Mettevo il rossetto rosso
Narrativa generaleMartina è una ragazzina che ha appena compiuto diciott'anni e ha perso il suo punto di riferimento più caro. Il suo dolore la porta ad inseguire la perfezione a scuola, nello sport e nella danza. Un compromesso segreto con il suo amico Wa-l-ter che...