Scrivere questo capitolo è stato catartico.
Mi ha aiutato a capire che nella vita non ha senso continuare a cercare, se non si è cercati.
Buona lettura,
a_yo_soy_asiInstagram: @mmcwattpad
Léa
Abbiamo appena finito l'incontro e devo dire che solo finito il tutto mi sento più tranquilla.
Ero agitata perché parlare davanti alle persone mi riesce difficile. Dicono tutti che se canto davanti a tanta gente non avrò problemi a parlare, ma questo solo se le conferenze le fai nella tua lingua.
Tenere una lunga conversazione su un tema importante come quello del bullismo non è semplice, perciò ho voluto prepararmi un discorso. Poi questa era la prima volta che facevo una cosa simile.
Fortuna che non sono da sola e che questo progetto lo sto facendo con James, che invece è molto più a suo agio in queste situazioni, soprattutto perché non deve pensare a cosa dire in una lingua che non è la sua.
- Léa, sei stata bravissima. Sei stata molto chiara nell'esprimerti e nell'approcciarti ai ragazzi.
Lo ringrazio abbracciandolo prima che la preside ci convochi a fine evento per poter un attimo discutere con noi.
Ci chiama perché il progetto non si limita a una chiacchierata di una volta, ma a proporre proprio un corso alle scuole sul tema del bullismo per qualunque discriminazione che ci sia. Stiamo cercando di sensibilizzare i ragazzi e portare attenzione a un qualcosa di importante, che spesso viene considerato come una semplice fase della vita. Purtroppo non lo è, perché non forma nessuno, segna solo le vite di persone che non hanno colpe se non di essere sé stessi.
Non appena ci sediamo si congratula con noi per il nostro intervento e ci tiene a ricordare che lavorerà all'istituzione di questo corso nella sua scuola, soprattutto dopo aver saputo quello che è successo a Kelly. È stata proprio lei a ricordarmi quanto mi abbia segnato il cyberbullismo ed era giusto che iniziassimo proprio nella sua scuola.
James ed io stiamo lavorando alla creazione di un'associazione che vada nelle scuole a mettere in atto questo progetto. Certo, non è una cosa semplice, ma le competenze di marketing di Kristie e l'esperienza nostra e di Tris nell'associazione dedicata a Mary ci stanno dando molto aiuto.
Quando finiamo di discutere ci ritroviamo Kelly ad aspettarci in corridoio.
- Siete stati fenomenali! Grazie, ragazzi, è stato davvero istruttivo e spero che quegli stronzi capiscano di più quel che mi hanno fatto, anche se adesso hanno smesso.
Kelly ora è più tranquilla a scuola: l'intervento dei genitori, il nostro appoggio e il suo caratterino per ora hanno calmato le acque e spero che nessuno le torcerà più un capello. È una ragazzina sveglia, intelligente, molto dolce e gentile e non merita niente di quello che le hanno fatto.
Mi ha anche detto che adesso ha stretto amicizia con una ragazza, che, a quanto pare, era l'unica che in mensa, quel terribile giorno, l'aveva guardata con pietà. Il giorno dopo era andata da lei a scusarmi per non aver fatto nulla ma a quanto pare anche lei veniva presa di mira da quel gruppetto e non voleva rischiare.
Kelly però viene richiamata in classe da un professore, perciò ci lascia andare con un veloce abbraccio.
Noi invece ci ritroviamo in un ristorantino in centro a festeggiare, dove sì brindiamo alla vittoria, ma ricopriamo il tavolo di carte dell'associazione.
- Beh, che dici se adesso però finiamo di mangiare e non ne riparliamo domani prima della tappa della prossima scuola?
- Giusto, domani è a Londra nel pomeriggio. Torneremo tardi, che pizza...
- Già.
- Però dobbiamo sistemare tutto prima di partire per il tour: non so come incastreremo tutto con le prove.
- Ce la faremo, James, non preoccuparti! Sono certa che organizzeremo bene gli impegni. E comunque domattina abbiamo le prove.
Si rigira il bicchiere di vino tra le mani sorridendo.
Mi spiega che è davvero felice di lottare in qualcosa in cui crede e che questo l'ha capito stando con la sua ragazza. Per lui non fare nulla in questo senso stava diventando pesante, perché era come se gli mancasse una parte.
Mi sembra di sentire Lauren, che diceva di dover lottare perché non facendolo non si sentiva sé stessa.
Questa volontà di cambiamento ha unito James e Kristie, ma ha diviso me e Lauren. Non ero pronta in quel momento a fare qualcosa per la mia comunità, forse perché il mio coming out è stato pesante, perché sono stati altri a dirlo per me. Io non ho avuto l'opportunità di scegliere quando e come dirlo, sono stati i paparazzi a farlo.
Quello è stato l'unico momento in cui ho rimpianto di aver scelto di diventare una cantante. L'unico, perché per il resto questo lavoro mi lascia fare quello che amo con le mie migliori amiche.
- Léa, tutto okay?
- Sì, è che... Io non ho mai lottato per nulla.
- Lo stai facendo ora: combatti per la felicità delle persone e ti fa onore.
- È che non ho fatto niente per la mia comunità, era Lauren a farlo. Io non ero pronta e questo mi ha diviso da lei.
Dal modo con cui si avvicina capisco che è il momento del discorso profondo alla James McVey, a cui ormai ho assistito più di una volta.
- Non devi sentirti in colpa per quello che sentivi di dover o non dover fare. Ora stai facendo quello che secondo è giusto fare e mi sembra tu ne sia felice, no?
- Sì.
- E allora preoccupati di questo, Léa, non di come Lauren ti giudicava: è un suo problema, non tuo.
James non ha tutti i torti.
Aveva senso fare qualcosa per cui non mi sarei sentita a mio agio?
Magari all'inizio l'avrei fatto con piacere, ma alla fine avrei odiato non fare qualcosa che facesse piacere a me.
- Grazie, James. Purtroppo non tutti capiscono, e forse nemmeno io all'inizio l'avevo capito, che uscire allo scoperto per me è non è stato facile. Ti rendi conto che i miei, ipercattolici intolleranti, l'hanno saputo da un giornale? Non avevo il loro supporto, i media mi ricoprivano di insulti... Come potevo lottare per qualcosa in cui mi sono ritrovata tutt'insieme senza avere l'opportunità di conoscermi e capirmi coi miei tempi?
- Non credo tu abbia bisogno di giustificazioni con noi: ti abbiamo sostenuta dall'inizio e lo faremo per sempre. Ora come ti senti con la tua sessualità?
- Bene. Sono felice di essere bisessuale e sapere che i miei adesso mi accettano è grandioso, perché stanno dalla mia parte. Devo dire che in parte è stato merito di Con, quando li ha fatti venire alla nostra prima esibizione.
- A proposito di Connor... con lui come va?
Come vuoi che vada?
Non riesco a parlarci. E non perché non abbia tempo, ma perché ho paura di affrontarlo, temo di perderlo. Voglio bene a Connor, ma come ad un amico, nulla di più. So che fare sesso con lui quella sera è stato sbagliato, ma mi ha fatto bene, perché avevo bisogno di un affetto che solo qualcuno che mi vuole bene come lui poteva darmi.
Ho paura di averlo ferito, perché quella sera ho avvertito qualcosa in lui che mi ha fatto capire che forse prova ancora qualcosa per me. Cerco di non pensarci, ma penso di aver fatto un casino.
Fargli del male è l'ultima cosa che voglio, ma forse la prima che ho fatto. Ho messo la mia felicità davanti alla sua, ma perché non riesco a sentirmi un mostro per avermi una volta reso felice? Cazzo, stavo male, avevo bisogno di conforto e l'ho trovato in lui: cosa c'è di sbagliato?
Io però l'avevo detto che sarebbe stata una sola volta, una botta e via, e va bene, ma sapeva che non era una seconda possibilità.
Magari mi sto facendo tutti problemi che non ci sono, ma forse James sa qualcosa che io non so.
- Léa, io posso solo dirti che credo tu debba parlargli. Sono tuo amico, lo sai, ma sono anche il suo e sinceramente non voglio mettermi in mezzo, non per cattiveria, ma perché voglio bene ad entrambi.
- Ho paura a farlo.
- Avevi anche paura di parlare davanti a quelle persone, eppure l'hai fatto: se parli col cuore, come hai fatto oggi, saprà capirti.
Sbuffo perché, mi costa ammetterlo, ha ragione, soprattutto perché quando partiremo per il tour dovremo essere vicini quasi tutto il giorno ed è giusto risolvere prima, o sarà difficile anche lavorare insieme.
Perciò mi faccio coraggio e gli scrivo di vederci tra un'oretta, perché prima di raggiungerlo ho bisogno di un dolce che mi dia carica e del supporto di James.
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Don't Care (Make Me Crazy: Volume II)
FanfictionVolume II di Make me crazy [b.w.s.] Sono diventato pazzo perché mi manca, mi manca da morire. È passato fin troppo tempo, ma non posso non pensare a lei, non posso non desiderarla, non posso dimenticarla. La mia vita senza di lei non ha alcun senso:...