XVIII - Parte 1: A Mess (Happy 4 you)

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- Credo allora sia il momento di passare a casa e raccogliere tutto prima di andare da me, che dite?
Léa ha ragione, ma, prima che recuperi le mie cose, le chiedo di avviarsi in modo tale da poter parlare con Shawn. Le ragazze non esitano ad accettare, dicendomi che mi aspetteranno in macchina, che posso prendere tutto il tempo che voglio.
Così mentre mi vesto, Shawn rientra nella stanza, ma, imbarazzato, si volta aspettando che mi rivesta, un altro gesto che lo fa sembrare un gentiluomo.
Lo avverto non appena ho terminato perché possa avvicinarsi e parlare al volo, prima che vada via con le ragazze. Lo informo sui fatti e sembra esser felice per me, tanto da volermi cacciare dalla stanza per lasciarmi stare con le mie amiche.
Rido per i suoi modi di fare, delle sue maniere gentili e di supporto a cui ormai non sono più abituata.
- Perché ridi di me? Ho sbagliato qualcosa?
- No, Shawn: l’esatto contrario. Nessuno mi trattava così da tempo e … ne avevo bisogno.
- Te l’avevo detto che meritavi qualcuno che ti trattasse meglio.
- La smetti di autocitarti?
Prenderlo in giro mi viene naturale, perché questa nuova relazione poggia le basi su una solida amicizia, in cui ci siamo sempre presi per i fondelli a vicenda. Seduta allora sulle sue gambe, lo bacio prima di lasciarlo qui, con la promessa di risentirlo e vederlo presto.
- Allora direi che vedrò la mia ragazza domani.
Da quanto nessuno mi chiamava così? Mi sembra un termine strano e così antiquato, visto che l’ultima volta è stato Tris a parlarmi di me, quando ancora eravamo una coppia.
Comunque, il mio ragazzo lo saluto con un veloce bacio, pronta per la giornata scatenata con le mie amiche.
Come avevano detto, sono già sedute in macchina ad aspettarmi con la musica a palla delle Little Mix: ma possibile che ogni volta devono sempre fare confusione? Stanno cantando a squarciagola Power ed io sto quasi considerando l’idea di fingere di non conoscerle e andare via.
- Dove avete nascosto la discrezione? - chiedo sbattendo lo sportello dell’auto piuttosto scocciata.
- Vogliamo che ci vedano insieme! - risponde Mary soddisfatta e fiera di quel che dice.
- Beh, ci state riuscendo perfettamente.
Scoppiamo a ridere prima di intraprendere la via verso casa, dove mi rendo conto di dover parlare anche con Bradley... Me la sono presa anche con lui quando non è che proprio se lo meritasse, perciò dovremo assolutamente chiarire.
Con questi pensieri in testa arriviamo a casa, dove vengo accolta dai ragazzi, composti ma nervosi. Non appena varco la soglia del salotto, mi chiedono scusa per come mi hanno trattata ultimamente e che non sapevano stessi così, perché non era affatto loro intenzione farmi sentire quella sbagliata.
- Ti vogliamo bene, Ale. Adoriamo la ragazza che eri e anche quella che sei diventata: il divertimento senza te sarebbe a metà.
Connor è sempre ed indubbiamente il più dolce del gruppo, non c’è che dire. Commossa dalle loro parole, nonostante trovi quelle di Tristan piuttosto false e pronunciate a forza, li abbraccio forte, chiudendo gli occhi per trattenere nella mente questo momento di pace della nostra grande, pazza famiglia.
Non appena ci distacchiamo chiedo a Bradley di poter parlare insieme, così ci dirigiamo in cucina, dove abbiamo tenuto la maggior parte delle nostre conversazioni mentre Mary non c’era. Durante quel periodo infatti il nostro legame si è rafforzato: ci siamo sempre sostenuti, raccontandoci i nostri pensieri colmi di tristezza e la voglia di mollare tutto, senza mai lasciarci soli.
Ci sediamo allora sugli sgabelli, ci prendiamo le mani come eravamo soliti fare e ci guardiamo negli occhi.
- Bradley, mi spiace per ieri sera. Ero veramente stanca di tutta la situazione e questo successo che stiamo raccogliendo talvolta mi sta stretto. Penso che …
- Ale …
- Fammi finire, Brad – annuisce prima di lasciarmi continuare – Credo che sapere del vostro trasferimento sia stato un colpo al cuore, come se voi due mi steste abbandonando, capisci? In quei tre anni eravamo distrutti, è vero, ma siamo andati avanti solo perché eravamo vicini. Siete le mie rocce tu, Mary e Léa, ma alla fine lo siete tutti e sette, anche se Tristan vorrei ucciderlo talvolta – e a quel punto ridacchia – Brad, siete la mia famiglia... Tu e Mary per me siete speciali, mi sostenete e non so come potrebbe finire a vivere da sola con due miei ex … Giusto Connor potrebbe salvarmi.
Bradley ride prima di abbracciarmi forte e ricordarmi quanto bene mi voglia, chiedendomi perdono. Ovviamente non glielo nego, perché credo che da questo episodio possiamo uscirne tutti più uniti come ci serve, perché per vincere nel mondo dello spettacolo serve solidarietà.
- Comunque lascia stare Tris, perché non si merita una come te. Anche se ovviamente gli voglio molto bene.
- Non ti preoccupare... Tanto ora sto con Shawn.
- E così me lo dici?!
- Non dirlo a nessuno! Alle ragazze lo comunicherò stasera: Léa ci ha invitato a rimanere da lei.
Di nuovo qualcuno bussa per interrompere: dalla porta scorrevole si affaccia Mary, che mi chiede se sia pronta ad andare, visto che hanno pensato lei e Léa a prendermi le cose per la notte.
Annuisco pronta ad andarmene, ma Brad invita Mary nella cucina per poterla baciare un attimo, cosa che mi crea tenerezza. Quando però da un bacio veloce si trasforma in un’appassionata pomiciata, gli rammento la mia presenza, cosa che li fa distaccare. I due innamorati dalla guance rosso fuoco chiedono scusa per l’inconveniente. Prima però che ricomincino a fare le piovre, rapisco Mary per portarla da Léa e andarcene.
Tuttavia Mary sembra non gradire il commento che faccio in macchina sulla loro passione: spero di non aver detto nulla di fuori posto …
Comunque informo le mie amiche sulla mia intenzione di comporre in serata, ma propongono di farla ora, di primo pomeriggio, piuttosto che di sera, quando potremmo rischiare il linciaggio da parte dei vicini di Léa.
Non so infatti perché ma ho delle parole che mi ronzano in testa e una melodia che mi sta frantumando il cervello, una melodia che so che Mary trasformerà in un ottimo beat.  Nonostante le ragazze vogliano sapere subito codsa abbia in mente, mentre saliamo all’appartamento, aspetto di entrare in casa prima di esporre le mie idee, perché ovviamente questa canzone introdurrebbe il discorso Shawn, argomento di cui voglio parlare con molta calma, o sembrerei una pazza.
Le ragazze però sono ansiose di ascoltare le mie idee, così non appena mi sfilo il cappotto parlo loro di una canzone dal bel ritmo, che racconti della consapevolezza della fine di una relazione, di essere felici per gli altri.
- Quindi hai dimenticato Tristan?
- Ci sto lavorando, Léa, e questo grazie anche, forse soprattutto, a Shawn.
- Ale, devi dirci qualcosa?
Credo abbiano già capito tutto, ma lasciano che sia io a parlare. Mi ritrovo allora subito a dir loro della nuovissima relazione, potrei dire appena sfornata, che è nata tra me e lui: il loro entusiasmo mi riempie il cuore di gioia, soprattutto quello di Mary, perché temevo potesse restarci male per quanto riguarda suo fratello. Lei però sembra contenta e questo me lo rimarca, affermando che la mia felicità è anche la sua.
Mentre Mary ed io ci abbracciamo, Léa fa partire dallo stereo Shout out to my ex, sale sul divano e canta il pezzo di Perrie, facendoci scoppiare a ridere.
Effettivamente Mary non poteva scrivere canzone più adatta a questo momento, brano le cui parole ormai stiamo cantando a squarciagola. Léa allora versa del vino nei bicchieri per brindare alla mia vittoria, che credo in realtà sia anche loro, perché sono certa che il mio atteggiamento rancoroso verso Tris allevierà la situazione in generale.
Con in alto i calici brindiamo a noi, catturando il momento con foto e video, che Mary posta sul nostro Instagram, mostrando che niente  successo ieri sera ci ha diviso.
Subito dopo le arriva un messaggio di Brad che si chiede se debba aspettarsi brutte notizie, ma lei ride dicendo di stare super tranquillo.
- Ragazze, a me serve un consiglio …
Avvertendo la serietà della situazione, mi appresto ad abbassare il volume della musica, che spengo del tutto nel momento in cui odo quel che confessa: - Io e Brad non facciamo sesso da un po’ e questa cosa mi preoccupa.
- Aspetta, quanto po’? - sono infatti dell’idea che il sesso in una relazione, soprattutto quando si è giovani, sia molto importante.
- Due settimane penso? Forse di più.
- Mary!
- Mary, tranquilla! Io e Lauren abbiamo aspettato un po’ prima di riportare il rapporto su quel piano.
- Finalmente te la sei portata a letto, Léa! Il sesso è fondamentale.
Le ragazze ridono mentre sorseggio convinta della mia affermazione. Così sedute sul morbido bianco divano, Léa ci racconta la sua seconda prima volta con la sua ragazza, che a quanto pare è stata magica. Purtroppo ci narra ogni singolo dettaglio, ma vista la sua gioia glielo concediamo. Più che altro sono stupita del fatto che non ci abbia detto nulla delle liti e delle tensioni con lei proprio per questo motivo, ma ci rassicura perché sostiene che ogni cosa ora sia stata sistemata.
La conversazione però torna in pochi attimi su Mary, che a quanto pare non riesce a portarsi Brad tra le lenzuola da un po’... Dice che c’è stata mancanza di intimità e che quando a Londra, dopo averla girata di notte, pensava sarebbe successo, tornati in albergo Bradley si è addormentato stanco per la giornata.
- Ovvio che non abbiamo sempre fatto solo quello, visto che una relazione è composta da tanti elementi, ma il sesso è uno di quelli ed io e Brad facevamo tanto sesso. E poi se Brad fosse stato assente tre anni come purtroppo è successo a me, penso lo terrei prigioniero in camera.
Appena realizza cosa ha detto si tappa la bocca imbarazzata, ma noi la prendiamo a ridere, perché mi fa ridere come la sua apparente innocenza nasconda in realtà un’anima un po’ perversa.
Cerca di riparare i danni sviando discorso, ma ormai la conversazione è aperta e non può scappare da nessuna parte. Si rigira il calice tra le mani, poi si alza decisa per prendere altro vino. Beve però tanto in fretta che Léa la frena, affermando di non volere sentire le ire del fratello.
- Il consiglio che ti do io è di ravvivare la situazione: tra poco è Natale, magari un completino sexy con il cappello di Babbo Natale?
- NO! Io e Brad non facciamo queste cose, Ale. Siamo molto più tranquilli...
- Dai che so del sesso anale a Verona, quindi non fare la santarellina con le tue migliori amiche!
Rimane allibita dal fatto che lo sapessi, ma soprattutto che Brad lo avesse detto a qualcun altro e così, arrendendosi, tracanna di nuovo col vino, facendoci ridere.
- A parte gli scherzi, se ti serve privacy a casa cerchiamo di portare via la banda, magari a fare le prove.
- Vi prego, componiamo?
Tra le nostre risate e la voglia di Mary di seppellirsi viva dall’imbarazzo, Léa porta la chitarra a Mary, che mi chiede se avessi qualche parola in mente.
Le porgo il cellulare sui cui memo avevo scritto qualcosa mentre eravamo in macchina, e le canticchio la melodia. Accordata la chitarra non ci impiega molto a trovare quel che avevo in testa: abbiamo tutte e tre una sintonia musicale invidiabile. Poi Mary devo dire che è una maga, non una musicista.
Così subito canta:

I'm still a mess
Oh, since you left
If I can't be happy, happy with you
I'll be happy, happy for you
I guess, no hard feelin's
'Cause love's lookin' good on you
If you're happy I'm happy, I'm happy for you

Léa applaude felice, ma suggerisce di ampliarla con una storia più condivisibile con tutti.
- Insomma, so che sei contenta di essertelo gettato alle spalle e che ora hai Shawn, però credo bisogni dare una speranza a chi invece non ha uno... come si dice... un chiodo con cui scacciare l’altro, ecco. Quindi cerchiamo di fargli affrontare la rottura, okay?
- Mi piace! Magari lei vede lui, o lei, con un’altra persona e si arrende al fatto che deve accettare la felicità dell’altro.
- Sentite questo - perché già ho l’idea che Mary abbia la giusta idea in tasca?
Così canta di un tono più basso:

I saw you holdin' hands on New Bond street
She in the same cute tee that you bought me
Wah-oh
She rockin' it though
And you know I'd be lyin' if I said, "I don't feel nothin' at all"
I've
I've been tryna be the bigger person but it's hard when I've been feelin' so small

Siamo super gasate per ciò che in poco tempo sta uscendo fuori e Léa continua a versarci vino nei bicchieri non curanti di poterci far ubriacare.
- Mary, però io canterei quest’ultima parte un po’ più alta e oltretutto la farei io perché l’adoro – propone la francese.
Continuo a trincare divertita dall’eccitazione di Léa per questo pezzo, che oltretutto è nato da una mia idea e mai pensavo avrebbe mai potuto riscuotere tanto successo.
Mentre le note riecheggiano per la casa mi rendo conto di come sia importante l’amicizia: ti fa sentire al sicuro anche quando tutto sta cambiando. Gli accordi della chitarra, le battute sceme, le risate, le parole alate … sono tutti piccoli dettagli di cui far tesoro nella propria vita, perché ti rendono felici, perché la felicità non è data da nient’altro che dalle piccole cose.

Don't Care (Make Me Crazy: Volume II)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora