II - La grande soirée

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Buon Nataleeeee (in ritardo)
Avrei voluto postarlo prima ma sono stata impegnata, quindi lo posto adesso.
Spero vi piaccia molto e vi ringrazio ancora per le 50.100 visualizzazioni su Make me crazy, vi adoro!😘
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Buona lettura,
Mary C. Evans aka a_yo_soy_asi

- Ora mi aiutate a scegliere un abito per questa sera?- Sì, perché no

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- Ora mi aiutate a scegliere un abito per questa sera?
- Sì, perché no. - Ale è sempre stata un'ottima consulente, ma preferirei non parlare della serata che mi attende.
- Devo venire per forza? A me sembra una gran pagliacciata ...
- Quella pagliacciata serve per raccogliere fondi nella ricerca per la malattia della tua ragazza. Cosa vuoi fare, Brad, abbandonarla?
- Sei troppo persuasiva, lo sai?
Sbuffo mentre scuote i capelli per pavoneggiarsi. Alla fine andiamo tutti nella camera che Léa ha riempito di vestiti
Quest'associazione si chiama Give your heart ed è stata fondata da Tris: è stata la richiesta di Mary nella sua lettera. Il giorno in cui Ale trovò la scatola ha veramente cambiato le vite di tutte noi, ma forse più di tutte quella di Tristan. Sua sorella infatti gli ha chiesto di aprire un'associazione per aiutare tutte le persone malate, in modo tale che loro

[...] al posto mio, ce la faranno. Verranno salvati grazie a te e voglio che tu lo faccia, perché so che avrei quel senso di colpa che ti farà sentire come se il mio destino sia accaduto a causa tua.

Già, sono queste le esatte pare che scrisse per lui. Tris così fece e il giorno successivo si andò a informare, poi da lì è iniziato tutto.
Fino ad ora, ha raccolto milioni di sterline che devo dire sono servite perché dei progressi ci sono stati davvero, ma sembrano ne usufruiscano tutti tranne Mary. Questa è la parte peggiore di questa follia, ma il peggio si cela in Tristan e nel suo cambiamento.
Con noi più o meno è la stessa persona, lo stesso ragazzo appassionato di musica, ma il modo in cui si rapporta con gli altri è totalmente diverso. La mattina è gentile e cordiale, passando la maggior parte del tempo in associazione, ma la sera diventa un puttaniere, con una ragazza diversa ogni sera, oltre ad essere un grande stronzo.
- Questo come mi sta?
Léa si è appena provata un vestito morbido rosa cipria, con la gonna in tulle svasata lunga fino alle ginocchia. Non so perché ma credo questo vestito la rispecchi molto, perché rappresenta la dolcezza che la caratterizza.
- Nonostante faccia effetto bomboniera, trovo ti calzi a pennello. Va bene questo: fa molto Carrie in Sex and The City. - commenta Ale con un'aria di chi la sa lunga sulla moda - Oltretutto, potrebbe essere la volta buona che rimorchi qualcuno o qualcuna, fai tu.
- Non voglio nessuno, Ale: sto bene così. - si osserva allo specchio prima di chiedermi un parere.
- Ti sta benissimo: direi che è l'abito adatto per la serata.
- Grazie, ragazzi, davvero. Tu, Brad, che metti?
- Il completo che indossavo quando ho chiesto a Mary di sposarmi.
Mi stupisco da solo per la tranquillità con cui l'ho detto e anche le mie due amiche.
- Okay, quel completo ti sta benissimo, quindi va bene.
- Anche tu, Brad, rimorchierai sicuramente qualcuna, ma tieni tutte alla larga, chiaro?
- Ovviamente: non posso rimpiazzare Mary.
- Forse è ora di andare a prepararsi ... Ci vediamo stasera, va bene?
Così salutiamo Léa prima di riprendere le nostre macchine nel parcheggio e andare a casa. Parcheggiamo davanti casa, scendiamo e varchiamo la soglia di casa.
Salutiamo tutti ma nessuno s'interessa della nostra presenza. Mi sembra però manchi qualcuno all'appello: quando infatti chiedo dove sia Tristan, mi rispondo da solo guardando l'ora. E' l'orario in cui va a trovare Mary in ospedale, sempre lo stesso da tre anni.
Tris, come ho già detto, è parecchio cambiato, ma anche io lo sono, anche se faccio finta di nulla, come se volessi congelare il tempo.
Ho cominciato a studiare molto, soprattutto le materie preferite di Mary: storia, filosofia, francese e italiano, sia la lingua sia la letteratura. Ho appreso molto, sono più colto: ho semplicemente cercato di diventare il ragazzo intelligente che la mia piccola principessa si merita.
Ho sempre pensato che questa sarebbe stata una grande sorpresa al suo risveglio. Per tutto il primo anno mi svegliavo la mattina col sorriso sulla bocca, convinto che lei si sarebbe svegliata, anzi, l'avrebbero svegliata, quell'esatto giorno. Quella chiamata però non è mai arrivata, così ho smesso di crederci.
Trovo Connor in salone, già vestito e profumato per la serata, buttato sul divano con il cellulare in mano.
- Sei stato da Mary? - chiede quando si accorge che mi sono seduto accanto a lui.
- Sì.
Annuisce.
- Non vai a prepararti? Poi fai tardi ...
- Sei tu che sei in netto anticipo, non credi?
- No, devo andare a prendere una persona tra circa dieci minuti. Mangiamo qualcosa e vi raggiungiamo là.
- Intendi Kelly?
- Sì, lei. Anzi, forse è meglio che mi avvii. A dopo, Brad.
- A dopo, Con.
Si alza e si allontana, scomparendo dalla mia vista.
Kelly è una ragazza molto simpatica e gentile, che ha stretto una bell'amicizia con Connor. E' ammirevole la forza con cui va avanti, vista la sua situazione: anche lei è malata, ma di cancro, e dovrà fare una chemio. E' una ragazza bassa di vent'anni, dai lunghi capelli con i boccoli neri come la pece e dagli occhi grandi e scuri. E' davvero forte e credo la loro amicizia sia un bene. L'abbiamo conosciuta perché una volta l'associazione ha collaborato con una per il cancro ed era l'ideatrice di un progetto per bambini malati.
Mi arrendo all'idea che io debba uscire questa sera, così mi avvio verso la doccia, ma devo aspettare che Ale esca dal bagno. Uscita, mi ficco sotto la doccia, il luogo delle riflessioni. Mentre mi passo lo shampoo fra i ricci, chiudo gli occhi e nella mia mente compare il volto di Mary con i suoi occhioni blu, subito dopo il momento in cui svenne e non parlò più.
Li riapro subito, proprio per evitare di far aumentare il dolore. Non so sinceramente come riuscirò a sopravvivere questa sera, sentendo gente che non conosco parlare di Mary senza sapere davvero chi sia.
Uscito dalla cabina doccia, lego un asciugamano intorno alla vita prima di controllare le notifiche sul cellulare. Apro Twitter e vedo un tweet di una fanpage delle Pretty Angels che dice di lanciare un hastag per Mary il giorno del suo compleanno. Mi piace che i suoi ammiratori mantengano vivo il suo ricordo e quello del gruppo, così lascio un mi piace.
A quel punto poggio il cellulare sul mobiletto e comincio ad asciugarmi i capelli, anche se non mi piace l'idea di perdere tempo a sistemarli. Cosa m'importa di come appaio agli occhi degli altri, se gli occhi non sono quelli di Mary?
Improvvisamente sento un urlo e degli insulti dalla bocca di Ale, così, preoccupato, mi precipito dove si trova: è con James contro cui inveisce, ma in tutta questa baraonda c'è una sola domanda che mi tormenta.
- Perché siete in camera di Mary?
Nessuno ci entra più da circa due anni, ma ciò che è più inquietante di questa camera è il fatto che non sia stato più toccato nulla da quel giorno. Il letto però è stato spostato, anche se non capisco perché, ma sicuramente è stato James.
- Come cazzo ti permetti, James, eh?! Devi sparire, cristo! NON DEVI TOCCARE NULLA!
- Ale, calma, era solo un'idea la mia.
- IDEA DEL CAZZO, JAMES!
- Mi spiegate cosa sta succedendo? - sono decisamente confuso: perché Ale sta dando i numeri?
- Beh, il signorino qui presente stava pensando di ridipingere la parete di Mary!
- Volevo solamente ripitturare le ali perché lei non ha potuto farlo! Credevo potesse essere una bella sorpresa per quando si sarà svegliata!
- Tu non puoi sapere cosa voglia Mary perché Mary non c'è, NON C'È!
Ale crolla a terra scoppiando in lacrime, così mi siedo accanto a lei tentando di calmarla, mentre James la manda a fanculo urlando: - COME SE NON MI FREGASSE UN CAZZO DI LEI!
Se ne va sbattendo la porta, mentre Ale non riesce a ribattere se non con le lacrime. La circondo con le mie braccia, facendole poggiare la testa sul mio petto. Spero solo l'asciugamano non cada ...
Comunque sapevo che Ale prima o poi sarebbe crollata, perché la sua corazza non era abbastanza forte ma solo lucida, come quella che indossa ognuno di noi.
- Brad, scusami, io non ci riesco ... Avevi ragione, perdonami.
La rialzo dandole un po' di coraggio, esortandola anche ad andare a finire di prepararsi per la serata, così esce dalla stanza. Io invece rimango lì ad osservare queste quattro mura, le foto appese da lei, il letto su cui abbiamo fatto l'amore, una stanza che è stata protagonista di tante nostre scene della nostra storia.
Mi rendo conto di quanto la vita sia insignificante senza avere accanto chi ami, di quanto il nostro amore sia stato sincero, di quanto sia stata vera la mia promessa in ospedale: ho sei giorni, vedremo cosa succederà.
Decido di chiudere la porta e andare anch'io a rendermi presentabile. Infilo il completo che avevo messo quella sera a Verona quando le chiesi di sposarmi, ma stavolta aggiungo il papillon.
Nel frattempo arriva un messaggio da Tristan.

Don't Care (Make Me Crazy: Volume II)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora