Dopo molto tempo, rieccomi con il nuovo capitolo di Don't Care!
E' stato difficile scriverlo ma mi ha davvero preso, mi sono lasciata trascinare dalle mie stesse parole.
Spero vi piaccia!
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Buona lettura e un abbraccio,a_yo_soy_asi
Bradley
Credevo che non ci saremmo mai lasciati, che sarebbe stato un per sempre: credevo fosse l'amore della mia vita.
Credevo fossimo un noi eterno.
Indissolubile.
Invece no.
Lasciarsi è sempre difficile, lo so, ci sono passato. Però essersi lasciato con lei è devastante.
Ora starà un po' da Léa con la scusa di dover comporre, cosa parzialmente vera, ma so che è per stare lontana da me.
Come biasimarla?
Lontano dagli occhi lontano dal cuore, giusto?
Perché però la penso sempre anche se non la vedo?
Il lato peggiore di tutto questo è che non posso parlarne con nessuno: abbiamo deciso di non dirlo agli altri, visto che non vogliamo rovinare il clima delle prove. Insomma, già ci stanno casini con Léa e Connor...
Mary l'ho vista solo alle prove, mentre cerca di distrarsi con la musica, ma quando i nostri sguardi si incrociano vacilliamo, perché nessuno dei due è veramente felice.
Nonostante il segreto credo che gli altri sospettino qualcosa, perché più volte i ragazzi mi hanno chiesto di me e Mary, che è andata a vivere da Léa. Ogni volta me la liquido con un "l'ho sentita prima, si diverte con le ragazze".
Poi però me ne vado in camera e qualche volta mi scappa qualche lacrima, perché mi manca davvero.
Oggi di nuovo la vedo alle prove perché dobbiamo provare dei pezzi che canteremo insieme e sarà tutto molto difficile.
I ragazzi mi richiamano all'attenzione dicendo che è ora di andare, così mi catapultano in macchina.
Durante il tragitto mi chiedono di nuovo di Mary, di nuovo evito l'argomento con la solita risposta ma lo sguardo di Tris mi dice che lui sa che sto mentendo. Lo vedo proprio dagli occhi, non so, e forse sospetta più di tutti perché era lui quello che parlava con Mary prima che entrassi in salone quella volta. Era lui a sentirla star male per me...
Arrivati, mi fiondo in camerino per nascondermi e fare la prova costumi, così mi distraggo.
Quando però sto per andare sul palco tutto vestito incrocio proprio lei nel corridoio, in un vestito semplicissimo ma che a lei sta divino.
Ci guardiamo timidi, arrossendo, sorridendo malinconici.
- Stai benissimo, Brad.
Non mi aspettavo fosse lei la prima a parlare.
- Tu sei splendida, Mary.
E lì, vacilliamo.
Le lacrime mi pungono gli occhi, anche i suoi sono lucidi, ed entrambi vorremmo dire altro, ma nessuno ha la forza di farlo.
Ci dirigiamo così sul palco, dove tutti hanno notato come stiamo ma tacciono. Strano, perché penso che passino ore a sparlare...
Il momento teso s'interrompe quando Joe ci richiama al rapporto, dicendo di iniziare a suonare l'unica canzone che non abbiamo mai provato come duetto ma che dovremmo provare assieme: Another World.
Panico.
La canzone di Verona.
La canzone della proposta.
Cazzo, cazzo, cazzo.
Mary potrebbe ricordare sentendola ma il medico è stato categorico sul fatto che non dobbiamo sollecitarla, né sforzarla per ricordare.
Gli altri sanno e si agitano anche loro ma Mary sembra l'unica tranquilla, cosa che mi rattrista perché non ricorda.
E subito mi martella in testa quello che lei mi ha detto, che dobbiamo costruire un futuro assieme, che non devo guardare indietro, perché ci sono troppo attaccato.
- Non sarebbe meglio provare un altro duetto?
Tris sta provando a evitare il problema, sia per la salute di Mary sia perché secondo me ha perfettamente capito quello che è successo.
Però Joe sembra risoluto nella sua decisione, fino a quando non vede la scaletta e decide che forse oggi è meglio provare Somebody to you, visto che è solo da sistemare in alcuni pezzi.
Certo, è sempre una canzone scritta per Mary ma meglio della scelta precedente. Quindi mi metto l'anima in pace e iniziamo a cantare.
Io e Mary non ci guardiamo minimamente, sembra tutto funzionare fino a quando Joe ci dice di guardarci un po' negli occhi, di far sentire la chimica e lì succede tutto in una frazione di secondi.
Mary smette di cantare e mormora un "non ci riesco" al microfono.
Gli altri sembrano confusi ma non Tris, che sembra aver capito già tutto.
- Forse è ora che glielo diciamo, Bradley.
Direi che la frittata è fatta, quindi okay, diciamoglielo.
- Ci siamo lasciati.
Secco, lapidario, ma dolorosissimo.
Non so, è che tenerlo segreto mi dava la speranza che ci saremmo riavvicinati. Certo, era impossibile eh, ma la speranza è l'ultima a morire, no?
Quella c'è sempre quando ami qualcuno... ti aggrappi a qualunque cosa, pur di non perderla, anche se sai che "se ami qualcuno, lascialo andare".
Inaspettatamente vengono tutti ad abbracciarci. Ci chiedono perché non abbiamo detto loro nulla, Mary farfuglia qualcosa che non ho ben capito ma che avrà a che fare con il non complicare le cose con il tour alle porte.
I ragazzi sembrano quasi rimproverarci per non aver detto nulla. Fatto sta che Joe è costretto a chiedere cinque minuti di pausa, visto che non smettono di farci domande.
Andando dietro le quinte Tristan mi strattona mentre sorseggio l'acqua, perché dice di volermi parlare.
Ci mettiamo così dove non c'è nessuno, cosa che mi fa preoccupare, perché vuol dire che l'argomento è serio.
- Avevo immaginato che aveste litigato, che vi foste presi una pausa o qualcosa di simile... mi dispiace sia finita, Brad, mi spiace davvero.
- E pensare che non volevi assolutamente che stessimo insieme
- Sai che avevo solo paura si facesse male... però non posso proteggerla per sempre, ormai questo lo so. Il punto è che non pensavo vi sareste mai lasciati.
Mi fa ridere quasi istericamente questa ossessiva fiducia che tutti nutrono in noi, in un noi che non c'è più: ora ci sono io da una parte, Mary dall'altra.
Rido perché ci credono tutti, ci credevo io, ma non ci crede più lei, in quel noi per cui abbiamo tanto combattuto. Tutte le scenate, le litigate, le lacrime... però ci siamo sempre ritrovati.
Io... le ho chiesto di sposarmi.
Lei aveva accettato.
Ma lei non se lo ricorda.
E da lì è scoppiato tutto il casino, perché non sono più riuscito a capirla.
L'altra sera mi sono sentito impotente davanti alle sue parole, perché l'unica cosa che voglio è renderla felice ma non ce l'ho fatta, non ci sono riuscito. Mi sento in colpa perché ha già la sua guarigione con cui fare i conti ed io non sono riuscito ad aiutarla.
Forse con questa storia dei ricordi mi sono focalizzato troppo su di me. Però non posso prometterle che riuscirò a distaccarmene e finché non ne sarò sicuro, non potrò mai riavvicinarmi a lei.
Dico tutto questo a Tristan, ogni singola parola che ho pensato.
- Brad, io credo sia molto matura da parte tua riconoscere i tuoi errori, davvero. Ma non è solo colpa tua, anzi, non è colpa di nessuno... è che a volte le cose smettono di funzionare, non ci si prende più e basta.
Forse ha ragione.
Però ho sempre creduto che questo valeva per gli altri, non per me e Mary, non per noi.
Invece è una legge universale, perché capita a tutti, prima o poi.
- Perché credevo fossimo diversi allora? Eh, Tris?
- Perché ci speravi, Brad, perché tutti ci speriamo, alla fine.
Quel plurale credo non sia così casuale, ma qualcosa mi dice che parli anche di lui ed Ale.
- Però ci ho sperato pure io in voi. Chissà, magari avevo bisogno di una coppia perfetta, di un modello.
- Perché, la perfezione esiste?
- No, ma uno ci spera.
- Stiamo sempre a sperare...
- Eh, che ci rimane se no?
Sì, vero, magari ci rimane solo quello, però forse non è proprio perché abbiamo solo quello, speriamo così tanto da farci sfuggire quello in cui speriamo?
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Don't Care (Make Me Crazy: Volume II)
FanfictionVolume II di Make me crazy [b.w.s.] Sono diventato pazzo perché mi manca, mi manca da morire. È passato fin troppo tempo, ma non posso non pensare a lei, non posso non desiderarla, non posso dimenticarla. La mia vita senza di lei non ha alcun senso:...