Speciale

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Corsi, come se ne valesse della mia stessa vita. Corsi, fino a perdere il fiato.

Spalancai la porta di quella stanza che popolava i mei incubi da settimane. "Ha avuto una ricaduta, abbiamo tentato l'impossibile ma purtroppo non c'è l'abbiamo fatta..." una voce dietro di me mi fece girare di scatto. "...e neanche lui. Condoglianze signor Jeon" terminò il medico.

Iniziai a tremare e le lacrime cominciarono a scendermi lungo le guance. Perché a me? Perché a noi?

Urlai, disperandomi per la perdita del mio unico amore, del mio Jimin.

"Non è possibile, no! Jimin... Jimin..." singhiozzai.

"Jungkook!" una voce mi riscosse dai miei incubi e aprii gli occhi di scatto.

Jimin era a cavalcioni su di me, gli occhi spalancati e le sue piccole mani che mi tenevano le spalle, scuotendole. Boccheggiai e feci dei respiri profondi, cercando di calmarmi. Era solo un incubo.

"Jungkook, stai bene?" chiese preoccupato Jimin. Annuii per rassicurarlo, il mio cuore che ancora batteva all'impazzata. "Era solo un incubo" mi ripetei. "Sì, amore, era solo un incubo. Io sono qui e sto bene" mi rassicurò abbracciandomi.

Quando mi fui calmato sospirai e mi distesi di nuovo, tenendo Jimin stretto a me. "Era sempre lo stesso?" mi chiese il ragazzo. "Sì, era da tempo che non mi capitava". "Lo so, da tre mesi no? Sta migliorando, vedrai che tra un po' passeranno del tutto" osservò e io annuii.

Tornò a sistemarsi sul mio petto, guancia sulla mia spalla e mano attorno alla mia vita. Cercai di tornare a dormire, dato che erano a malapena le cinque di mattina, ma niente da fare. Finii per guardare il soffitto per altre tre ore, mentre accarezzavo i capelli di Jimin, che dormiva beato.

Lui era capace di dormire anche tutto il giorno, a differenza mia. Era sempre stato così ma da dopo l'incidente, e il conseguente casino che era successo, avevo qualche difficoltà sia a prendere sonno che a dormire. Comunque questa situazione era migliorata da quando Jimin era di nuovo con me. Ora riuscivo ad addormentarmi più tranquillamente, rimaneva qualche incubo che ancora non si decideva a sparire ma non era grave.

Alle otto decisi di alzarmi definitivamente dal letto e, dopo aver spostato delicatamente il mio fidanzato, andai in cucina per preparare la colazione a entrambi. Neanche mezz'oretta dopo due piatti di pancake con panna e fragole erano sul tavolo ad aspettarci.

Spostai la pentola nel lavello e sentii un corpo abbracciarmi da dietro. Jimin mi appoggiò il mento sulla spalla e mi lasciò un veloce bacio sul collo prima di scappare a mangiare. "Buongiorno" esclamai ridendo quando lo vidi con la bocca piena di fragole, come uno scoiattolo con le ghiande. "Mh mh, buongiorno" bofonchiò. Risi ancora di più quando, finita la colazione, gli rimase un po' di panna sull'angolo della bocca.

"Sei sporco qui" gli indicai il punto ma lui strofinò la mano sul lato opposto. "Aspetta, faccio io" dissi allungandomi per poi passare il pollice sul suo labbro inferiore. Ci fissammo negli occhi, fino a che Jimin si alzò per mettersi a cavalcioni sulle mie gambe e prese a baciarmi con passione.

Ricambiai immediatamente il bacio, posizionando le mani sui suoi fianchi e attirandolo a me.

Era incredibile come passassimo dal ridere al baciarci appassionati in pochi secondi.

"Sei stupendo" gli dissi. Parole che si era sentito dire centinaia di volte ma che lo facevano sempre sorridere felice. "E sono solo tuo" concluse lui per poi ricominciare a baciarmi.

"Sì, e sarai mio per sempre... futuro signor Park-Jeon" azzardai. Jimin rise. "Suona un po' strano ma non è male". "Non ridere" lo rimproverai. "Guarda che io sono serio" aggiunsi stringendogli un po' di più i fianchi, la tensione che iniziava a farsi sentire. Non avevamo mai parlato di matrimonio ma nella mia testa l'idea c'era sempre stata.

"Ah sì? Allora in questo caso accetterò volentieri la tua proposta, quando mi farai quella ufficiale. Perché lo so che vuoi farmela in un posto più speciale della nostra cucina, con me in braccio a te" mi rassicurò lui.

E non potei che sorridere felice per la sua risposta, alzandomi e facendolo girare, sentendomi la persona più felice sulla terra.

E passammo la giornata così, noi due insieme. Per poi passare la serata con i nostri amici, in allegria. E io non potevo desiderare di meglio dalla vita, avevo i miei amici e avevo il mio amore al mio fianco. E nonostante le varie difficoltà, era tutto perfetto.

You're my eyes ~ JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora