19 ~ Baita in montagna

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Passò una settimana da quel fatidico giorno.

Mi ero rintanato in montagna, lontano da tutto e da tutti. Avevo affittato una baita. Contavo di rimanerci minino due settimane ma avevo fatto male i calcoli e mi mancavano vestiti. Decisi che quel venerdì sarei passato velocemente a casa per prenderli.

Nel frattempo avevo tagliato i fili con il resto del mondo. Passavo le giornate chiuso in quella casetta di legno, senza la voglia di fare qualcosa in particolare. Avevo scritto un unico messaggio a Namjoon, così che non si impensierisse troppo.

Un semplice "sto bene, non preoccuparti e non cercarmi", che aveva però sortito l'effetto di un centinaio di messaggi e una sfilza di chiamate a manetta il giorno dopo.

Ed era per quel continuo ronzare che avevo spento definitivamente il telefono, ponendo fine al problema.

Quel fine settimana presi un taxi per tornare a casa, sperando che non ci fosse nessuno ad attendermi per rinchiudermi lì.

Avevo perso il funerale di Jimin, che probabilmente era stato celebrato un paio di giorni dopo la mia partenza, ma poco mi importava. Non sarei comunque riuscito a sopravvivere all'intera cerimonia.

Sospirai e presi a camminare lungo il marciapiede. Forse ero partito troppo tardi perché il sole stava per iniziare a tramontare. Scrollai le spalle, avrei trovato una soluzione.

Finalmente arrivai a destinazione, nel parcheggio davanti alla mia casetta non c'era nessun'auto, segno che i miei amici non erano lì.

In compenso una figura era seduta sui gradini davanti alla mia porta. Appena mi vide si alzò.

"Finalmente! Sono ore che aspetto pure oggi. Ho provato a chiamarti ma avevi il telefono irraggiungibile. Hoseok è venuto anche fin qui, mentre facevo fisioterapia e controlli vari, ma non eri mai a casa. Namjoon e Seokjin non sapevano niente... e io tecnicamente non avrei dovuto lasciare l'ospedale. Eravamo tutti preoccupati, ma doveri finito?!" mi rimproverò la sua voce.

Quel tono soave e leggermente acuto che tanto desideravo riascoltare... l'avrei riconosciuto tra mille.

Lasciai cadere le chiavi di casa e corsi verso di lui, prendendo Jimin tra le braccia e stringendolo forte a me.

Il biondo si aggrappò alle mie spalle, ricambiando l'abbraccio con fervore. "Jimin" soffiai sui suoi capelli, le lacrime che avevano già preso a scendere dal mio volto. "Sono qui amore" sussurrò in risposta.

Gli presi il viso tra le mani, osservando dal vivo le sue ciglia sbattere su quegli splendidi occhi azzurri. Poi lo baciai, come sognavo di fare da settimane, e venni ricambiato con passione e amore.

You're my eyes ~ JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora