5 ~ SD card

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"Ti va di ballare con me?" chiese una voce dal nulla. All'inizio non pensavo stesse parlando con me perciò non gli diedi retta.

"Ehm... Parlo con te" mi toccò il braccio e io sobbalzai. "Scusami, non volevo disturbarti, insomma, se ti sto disturbando dimmelo subito e me ne vado. Ti ho visto qui da solo e sembrava che ti stessi annoiando a morte così ho pensato, perché non invitarlo a ballare e-". "Ok stop" lo interruppi mezzo ridendo. Il ragazzo stava parlando a manetta talmente era imbarazzato.

"Scusa, non pensavo parlassi con me. Sai... sono cieco e quindi non ho visto che eri rivolto verso di me" gli spiegai, già pronto a sentire la sua scusa per andarsene a cercare qualcuno migliore di un cieco.

Invece il ragazzino mi sorprese. "Oh capisco... In questo caso posso sedermi o ti do fastidio? Mi piacerebbe parlare con te" propose.

Io rimasi a bocca aperta, era la prima volta che qualcuno mi faceva una richiesta simile. "Ehm... Va bene. Però credo che sia meglio uscire, qui dentro c'è troppa confusione" accettai. Non sembrava una cattiva persona.

Uscimmo all'aria fresca e gli chiesi di accompagnarmi al muretto, dove ci sedemmo. "Perché volevi parlare proprio con me?" domandai a quel punto, curioso. "Come ho detto sembravi non voler stare lì dentro". "Ed è proprio così" gli feci notare. "Sono stato trascinato qua dal mio migliore amico, conoscendolo probabilmente ora è a ballare".

"Anch'io non volevo venire stasera" parlò lui. "Mio cugino mi ha praticamente costretto, voleva un partner bravo per ballare ma alla fine ne ha trovato uno in pista. E così sono finito da solo".

Continuammo a parlare per un po', mi stava molto simpatico. Non mi faceva domande troppo personali e ogni tanto rideva a qualche battuta che facevo. Adoravo la sua risata, sembrava così spensierata.

Poi arrivò suo cugino e lui dovette andare.

Lo salutai e feci per tornare dentro, in qualche maniera mi sarei arrangiato, quando lui mi fermò. "Un attimo!" mi richiamò.

"Si?". "Ecco... Me lo dai il tuo numero?" sussurrò. Sorrisi. "Certo, perché no" e gli dettai le dieci cifre che sapevo a memoria. "Ti sto chiamando così poi hai anche il mio. Te lo inserisco, passami il telefono" mi chiese e io obbedii. Questo era il mio quarto contatto dopo i miei genitori e Namjoon, gli unici che avevo salvato in rubrica.

"Fatto. È stato bello parlare con te... Oh, giusto, come ti chiami?" rise. Cavolo era vero, non ci eravamo ancora presentati! "Jungkook" risposi sorridendo. "Piacere Jungkook" disse prendendomi una mano. "Io sono..."
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"Jungkook, Jungkook! Hey stai male?" interruppe Namjoon sventolandomi una mano davanti agli occhi. Sbattei le palpebre tornando alla realtà.

Il telefono! Dovevo assolutamente controllare il mio telefono.

"In verità ho un po' mal di testa" mentii. "Mi hai fatto preoccupare! Sei rimasto a fissare il vuoto, e quel tipo si è incazzato ed è andato via insultandoti" mi spiegò. "Se non ti sentivi bene dovevi dirmelo prima. Adesso torni a casa e ti risposi, ne hai bisogno" mi impose e non feci storie. Era proprio dove volevo andare.

Dopo essere tornati indietro Namjoon si assicurò che mi facessi una bella dormita e poi se ne andò, dicendomi che sarebbe tornato l'indomani mattina per vedere come stessi.

Annuii e lo ringraziai. Subito dopo aver chiuso la porta mi fiondai a prendere il cellulare rotto per estrarne la SD card e passarla su quello nuovo, ancora da aprire.

Lo configurai velocemente e poi controllai cos'era sopravissuto all'incidente.

Erano rimasti solo i contatti telefonici. Eventuali foto, video o musica erano tutti andati persi nell'incidente.

Non potevo associare un volto a quei due occhi nella mia mente, ma almeno avevo un nome.

E così il suo nome era Jimin. Park Jimin.

You're my eyes ~ JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora