Slice of Life

Le cose che non dici (Parte 2)

Dalla parte 1  <<L'uomo sospirò e poi si rivolse di nuovo a Jole, questa volta con aria di affettuoso rimprovero "vabbè... facci l'elenco delle cose da fare... mo sistemiamo noi ok?" propose. >>

SECONDA PARTE

POCO DOPO

"Ma non c'era bisogno che vi metteste a fare tutte queste cose..." borbottò la donna mentre passava dalla stanza in cui Alberto stava fissando meglio al muro i copripresa con un cacciavite, alla cucina, dove Fabio stava sistemando la scala per sostituire la famosa lampadina.

"nessun problema zia" le disse lui in tono dolce mentre saggiava la stabilità della scala "in tanti ci mettiamo un attimo" aggiunse.

Quella vecchia carretta traballava da morire.

"te la tengo io, sali" gli disse Brando reggendo i due montanti e allargando le gambe per farsi più stabile mentre lui iniziava a salire "beh grazie..." snocciolò la zia mettendosi anche lei, anche se in modo decisamente inutile, a reggere la scala dall'altro lato. Fabio salì alcuni gradini tenendo tra i denti il cacciavite, fermandosi poi quando più o meno con le cosce arrivava all'altezza del naso di Brando vicino a lui. Il riccio lo guardò iniziare a svitare le minuscole viti della plafoniera polverosa, e abbassò lo sguardo battendo un paio di volte le palpebre, quando sentì la polvere precipitargli sulla faccia "quelle cose saranno anche arrugginite, fai attenzione" sentì dire a Jole, all'indirizzo del ragazzo. La guardò. Era completamente assorta a guardare in alto quello che faceva Fabio, come se avesse potuto reggerlo col solo potere dei suoi occhi. Così spostò lo sguardo sulle gambe del ragazzo davanti a lui.

Fabio, dal canto suo, era piuttosto concentrato nell'operazione sulle viti, quindi sussultò leggermente quando sentì la mano di Brando posarsi, in quello che sembrava un gesto vago, sul suo polpaccio. Sorrise tra sé, mentre si fermava un secondo.

Avevano iniziato quella specie di provocazione poco prima quando, intenti a tirare giù dei piatti dal ripiano in alto della credenza, sotto la supervisione della zia, si erano inavvertitamente sfiorati le mani un paio di volte, mentre se li passavano. A dir la verità era stato proprio lui a cominciare. Dopo quei contatti casuali, all'ennesima zuppiera che aveva passato a Brando, aveva approfittato per sovrapporre quasi la mano alla sua, sfiorandogliela in una carezza mentre gli lanciava un'occhiata maliziosa. Lui aveva ricambiato il suo sguardo e da lì era stato come un gioco, trovare il modo di toccarsi, anche poco, anche fugacemente, ma in presenza della zia Jole, che non sapeva e non doveva sapere niente di loro. In quel clima di clandestinità, avevano finito per accorgersi che anche un tocco lieve sulla mano, poteva causargli una scarica elettrica, come se stessero facendo qualcosa di proibito.

Fabio si morse le labbra mentre cercava di concentrarsi sull'ultima vite incastrata nella plafoniera. Brando gli stava passando molto lentamente la mano su e giù sul polpaccio. Appena appena. Lo sentì toglierla di colpo mentre udiva la voce della zia Jole dirgli in tono pratico "la lampadina ce l'hai tu?" "sì" rispose Brando prendendola dalla tasca dietro dei pantaloni e porgendola a Fabio che si chinava a prenderla. Il riccio vide l'anziana donna guardare di nuovo su e impartire istruzioni a Fabio su come svitare la lampadina vecchia. Guardò davanti a sé. A due centimetri dal naso aveva la coscia di Fabio. Senza pensarci troppo su si sporse un po' in avanti a stamparglici un bacetto silenzioso che lo fece guardare in basso di riflesso. Rivolse un ghigno malizioso alle sue guance rosse per la sorpresa. Ridacchiò tra sé sentendolo sospirare mentre tornava a guardare su. Niente da fare... era più bravo lui a fare quel gioco. Non sapeva perchè lo stessero facendo in realtà... forse... per divertirsi un po' e basta.

PIU' TARDI

Jole si sistemò un giacchino di filo sulle spalle osservando con aria analitica Alberto arrampicato sulla spalliera del divano, con un fazzoletto legato in testa che gli dava un'interessante aria da bucaniere, intento a spolverare il sopra delle cornici appese al muro.