Sulla mia pelle

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Eccoci al nuovo appuntamento con le slice of life! Questa volta la storia nasce da un idea di @EdoardoTommo2004 ed è a lui/lei dedicata. La richiesta è stata fatta davvero tantissimo tempo fa e non so se tu sia ancora in ascolto, ma sappi che se ci sei, questa storia è per te! Grazie per questa idea così semplice, ma che al contempo mi ha intrigato da morire!! Spero ti piaccia! Buona lettura!

2026

La camera da letto era inondata dal sole del mattino, che entrava dalle tapparelle dimenticate aperte (di nuovo), ma non gli importava. A Fabio piaceva l'atmosfera ovattata in cui la casa era avvolta nelle prime ore del giorno. L'aria era ancora silenziosa anche nel palazzo. Ogni piccolo rumore, il fruscio delle lenzuola o il lontano ronzio del frigorifero, risuonavano chiaramente; persino i suoi respiri, contribuendo a rendere in qualche modo piacevole quel momento di lento risveglio.

Lui in realtà era sveglio già da un po'. Dopo un'occhiata all'orologio abbandonato sul comodino, aveva provato a svegliare anche Brando, ma senza successo. C'era da dire che i suoi tentativi erano stati piuttosto blandi: una carezza sui capelli...aveva provato a dargli un paio di baci... poi aveva provato a fargli un po' il solletico... ma nulla di più. Quando lui aveva emesso un leggero lamento e si era girato dall'altra parte, come a supplicarlo di smettere, lo aveva lasciato in pace. Alla fine era domenica, ed era talmente bello ogni tanto potersi alzare con calma, quando e solo quando non ne potevi più di stare a letto, che non aveva insistito. Si era limitato a sgusciare più vicino a lui per addossarglisi un pochino, fino a poggiargli l'ascella e parte del torace contro il fianco e, gomito puntato sul cuscino per sorreggersi la testa, aveva iniziato ad accarezzargli piano piano la schiena nuda. Brando aveva sospirato di soddisfazione, facendogli capire che quello lo poteva fare. Aveva sistemato le braccia tutte e due sotto al cuscino, a pancia in sotto, e poi non si era più mosso. Fabio sentiva solo sotto la mano il suo torace che si alzava e si abbassava leggermente al ritmo del respiro. Spostò il braccio solo un attimo per recuperare il lenzuolo, che nel girarsi Brando aveva fatto scivolare fino alle ginocchia, per coprire entrambi almeno un po', fin oltre i reni, perchè indossavano solo l'intimo.

Adorava quel periodo dell'anno: faceva ancora abbastanza caldo ma il giusto. Non troppo da trovare sgradevole stare uno addosso all'altro, ma abbastanza da permettere a Brando di stare così poco vestito senza sentire freddo. A lui piaceva da impazzire poter stare così a contatto, pelle a pelle, così a lungo.

Lo guardò teneramente per un attimo prima di lasciar andare la testa in giro tra i pensieri, mentre ancora lo accarezzava lentamente. Le orecchie... piene del silenzio saturo della stanza.

Tirò appena su col naso, dopo un po', e lo guardò di nuovo, passandogli piano la mano sulla schiena, rilassato. Senza rendersene conto il suo sguardo si fissò sulla moltitudine di piccoli nei che Brando aveva disseminati sulla schiena. Né aveva parecchi, ma non tanti da risultare antiestetico. Erano carini a suo parere: piccoli e scuri, posizionati in modo da assomigliare a costellazioni. Risaltavano parecchio sulla sua pelle pallida, così diversa dalla sua, che invece sembrava godere di una specie di tintarella perenne. A differenza di lui, che da quel punto di vista stava decisamente 'diventando grande', Brando non aveva neanche un pelo che era uno, aveva la pelle liscia ancora come quando aveva 18 anni, giusto in faccia qualcosa, ma non abbastanza da poterla chiamare barba, infatti si radeva sempre, e lui lo prendeva pure un po' in giro per questa cosa.

Sorrise per un attimo, scoccando un'occhiata alla sua testa riccia, per poi tornare a concentrarsi sulla sua schiena. Iniziò ad accarezzarlo con un dito, andando da un neo all'altro come se stesse tracciando delle linee invisibili, a comporre dei disegni. Con la testa leggera, completamente rilassato, pregno solo della sensazione piacevole che era avere la sua pelle sotto le mani e il silenzio ovattato intorno.

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