Combattila tu la tua guerra

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Mi stesi sull'erba e piansi.
Lui si giró, mi vide e venne da me.
«Che é sucesso?» mi chiese.
«Cosa t'importa?»
«M'importa invece» disse.
«Sei così scontrosa, ma in fondo hai un dolce cuore» mi disse.
«Dolce un cazzo» gli risposi scontrosa.
«Lasciami parlare», si sedette.
«Tu in fondo sei dolce, e no, adesso non mi interrompi, sei bella, sei dolce, sei fantastica.» mi spiegó.
Io gli sorrisi.
«E poi, quando ti arrabbi.. sei stupenda, gli scontri con la prof, mi fanno ridere»
«Ti fanno ridere, ma che stai dicendo?» dissi.
«Mi fanno ridere, perché sei così forte»
«Sei fantastica» mi disse ancora.
«Ma io faccio schifo, non mi rivedo in nessuna qualità che tu hai detto apparte scontrosa.»
«Scontrosa, significa forte, sei forte»
«No».
«Sei forte. Combattila tu la tua guerra» mi disse alzandosi, e mi stese una mano per far rialzare anche me.
«La mia guerra, l'ho già persa» dissi.
«No, la tua guerra, deve ancora iniziare»
Disse aspettando con la mano tesa.
Io gli diedi la mano, e lui mi rialzó.
«Dove andiamo?» chiesi.
Francesco mi diede un fazzoletto, ed io asciugai le lacrime.
«Andiamo da qualche parte» mi disse, portandomi in giro.
Dopo mezz'oretta ci trovammo di fronte ad un parco giochi.
Ovviamente entrammo.
«Buongiorno» disse l'uomo.
«Buongiorno, quant'é il biglietto?» disse Francesco.
«20 euro a testa» disse.
«Ma io non ho nemmeno un soldo» sussurrai.
Francesco mi fece segno di star tranquilla, e gli diede lui le €40.
«Grazie» dissia Fra.
Avevamo pagato il biglietto per stare l'intero pomeriggio.
Avevamo fatto un sacco di giochi di coppia, contro altre coppie, avevamo fatto dei giochi Io contro Francesco.
Eravamo andati anche sulle montagne russe, ci eravamo divertiti un mondo.
Erano le 19:00 quando il parco giochi chiuse, ed io tornai a casa.
«Lidia! Ti ho mandato tantissimi messaggi e chiamate! Non sei tornata! Stavo per denunciare la tua scomparsa alla polizia!»
«Oddio mamma, emh scusa.. ma stavo»
«Ma stavi cosa?» mi interruppe.
«Non te l'avevo detto, ma ero da un' amica a studiare latino» dissi.
«E perché cazzo non rispondevi?» disse agitandosi e alzando il tono della voce.
«Non trovavo il telefono! L' avevo lasciato a scuola, e sono appena andato a prenderlo!» spiegai.
Era vero il fatto del telefono, non lo trovavo, e prima di andare a casa, corsi a scuola per prenderlo, e velocemente un bidello me lo diede.
«Okay,  ma mi devi avvisare se vai dalle tue amiche, non ti rendi conto che se non tornavi, tra 5 minuti chiamavo la polizia e denunciavo la tua scomparsa eh? E poi che testa hai per lasciare il telefono a scuola?» mi disse arrabbiata.
«Io non ho altro da aggiungere» andai in camera mia.

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