Capitolo 4

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"Ecco a te" le disse passandole un barattolino in vetro che conteneva dei biscotti sia al cioccolato che alla marmellata. Si sedette su una sedia che portò dalla scrivania al fianco del letto, così che potesse stare un po' con lei.
"Grazie Harry" lo ringraziò cominciando a mangiare: anche se mentre dormiva era come se fosse passato un secondo, sentiva la fame dentro al corpo urlarle di mangiare, e quelle urla stavano diventando strazianti. Infatti finì quattro biscotti in un minuto, non avendo paura di strozzarsi.
"Herm, mangia piano, nessuno te lo ruba" ridacchiò lui, "o forse sì!" allungò una mano velocemente prendendone uno più piccolo, per lasciare a lei quelli grandi e sostanziosi.
Hermione lo guardò con un finto broncio, che fece scoppiare entrambi in una grossa risata. Harry sentì dei passi provenire da fuori la porta, così si voltò e subito dopo sentirono un forte tonfo. Rimasero leggermente spaventati, le voci che sentivano erano del tutto ovattate, ma lui non voleva lasciarla sola e lei non poteva alzarsi.
Si guardarono per qualche secondo, mentre Hermione prendeva un altro biscotto e lo mangiava. "Allora? Che avete fatto questi giorni che non ci sono stata?" gli chiese.
"Niente, sono stati una noia mortale.. Io e Ron abbiamo solo giocato a scacchi come sempre" rispose guardandosi i piedi.
Hermione rise di gusto, "siete i soliti.." gli schiaffeggiò dolcemente la mano facendolo ridere. Avrebbe voluto ringraziarlo per quello che stava facendo per lei, stringerlo a se a morte senza lasciarlo mai scappare, ma lui già sapeva che lei avrebbe voluto fare tutto questo e, anche se non lo avrebbe fatto, era come se lo avesse.
"Tonks? Ero rimasta che aveva partorito, come sta?" chiese mangiando un altro biscotto, poi decise di poggiarli sul comodino essendosi saziata; si saziava con molto poco, non aveva mai mangiato troppo essendo il suo stomaco piccolo per contenere tanto.
Harry la guardò, "guarda che hai dormito tre giorni, mica un anno" ridacchiò vedendola riprendersi già un po'. Le sistemò i capelli dietro l'orecchio scoprendole il bel viso che aveva sempre avuto.
"Lo so, ma come stanno? Prima non ho avuto tempo di chiederglielo"
Harry sospirò, "loro stanno bene. Certo, erano preoccupati come tutti noi, ma stanno bene: Teddy dorme adesso"
Hermione non si trattenne nell'aprire le labbra, non vedeva l'ora di potersi alzare per poterlo prendere in braccio e strapazzarlo, come le piaceva tanto fare con i bimbi piccoli.
Rimase a guardare Harry che, però, si comportava in modo strano: allora corrucciò le sopracciglia prendendogli la mano.
"Che succede?" gli chiese preoccupata, sistemandogli un ciuffo di capelli fuori posto.
Harry sembrò far balzare il petto, come se fosse un singhiozzo. Gli occhi cominciarono ad inumidirsi, ma non pianse. "Scusa è che è bello vederti così sorridere.. Avevo paura di averti persa" confessò, cominciando a sentire un prurito al naso per via del pianto che si accumulava sui muscoli del suo viso.
Hermione sorrise malinconica, stringendo le sopracciglia. Allungò le mani per poterlo prendere dal collo e abbracciarlo più che poteva a se. Ripensando a quelle parole, qualche lacrima le uscì dagli occhi: era sempre un'emozione che non riusciva a spiegare, ogni volta che Harry le mostrava dell'affetto con semplici parole o gesti.
"Ti metteresti come quando facevamo a Hogwarts?" gli chiese tirando su con il naso, facendolo allontanare da lei.
Harry le sorrise, ridendo anche un po'. Si fece spazio tra le coperte togliendosi prima le scarpe, si stese al suo fianco e la fece stendere sul suo petto. Lo facevano ogni volta che Hermione era triste, sia per un voto più basso che per altro, era il suo modo per consolarla, e lei stava bene così.
Non bastavano parole tra loro due, era un'amicizia unica quella che avevano: con uno sguardo si capivano, con un gesto si consolavano, senza dire nulla. Alcune volte sembravano gemelli, poiché compivano gli stessi movimenti in situazioni specifiche: come incrociare le dita delle mani sul tavolo quando parlavano di cose serie, o grattarsi con un dito leggermente la nuca mentre pensavano di cose preoccupanti.
Hermione stava bene tra le sue braccia, fosse stato per lei ci sarebbe rimasta per tutto il tempo così stretta a lui: il suo profumo riusciva a farla calmare e in qualche modo sorridere, come quando da giovane guardava i suoi genitori sorridersi e lei era felice per loro; sorrideva, e così sorrideva quando sentiva il profumo del suo migliore amico, perché sapeva che ci sarebbe stato lui a proteggerla e lei a proteggere lui.
"Harry.." sussurrò, sentendo le sue mani farle delle carezze sulla schiena senza farle male. Lui annuì per farla continuare, si voltò verso di lei lasciandole un bacio tra i capelli. "Volevo ringraziarti.. per tutto"
"Farei di tutto per te, Herm" le disse, "e anche Ron. Ricordati che noi ci saremo sempre per te"
Hermione sentendo il nome del rosso cominciò a ridere piano: ricordava solo che si erano materializzati dal Malfoy Manor, e sapeva che lui non aveva mai avuto buone reazioni con il materializzarsi.
"Ron che ha fatto quando ci siamo materializzati?" ridacchiò, e così cominciò a ridere anche Harry sistemandosi i suoi occhiali sul naso.
"Ha sbattuto la testa sulla scrivania"
Hermione scoppiò a ridere ancora più forte, immaginando si la scena. Poi le venne immediatamente un dubbio in mente, e smise di ridere facendo preoccupare il suo migliore amico.
"Tutto ok? Se ti fa male qualcosa dimmelo" le disse lui guardandola, ma lei scosse la testa cercando di spostarsi in modo tale da guardarlo.
Sospirò, "tra quanto.. tra quanto guarirò?" gli chiese guardandolo seriamente, "cioè, voglio dire, mi fanno male le gambe e il braccio. Quand'è che mi passerà?"
Harry la allontanò leggermente: conoscendola, sapeva che la risposta che le avrebbe dato non le sarebbe piaciuta affatto; Hermione era una di quelle persone che non volevano stare ferme un attimo, ed aveva sempre il bisogno di occupare il suo tempo in qualcosa di produttivo. Dover stare ferma per diversi giorni non le sarebbe andato giù facilmente.
"Herm.. Tonks ha provato a guarirti, ma tutto quello di cui hai bisogno è il riposo-
"-Harry, quanto dovremo stare fermi?" lo interruppe diventando sempre più seria. Dal suo comportamento aveva capito che non era niente di buono.
Lui guardò la finestra. "Alcune settimane, le fratture devono stare a riposo e non potrai uscire dal letto per un po'" le spiegò, sapendo che avrebbe obbiettato come infatti stava per fare.
"Ma sono solo fratture! Posso camminare con delle stampelle o con una-
"-Hermione, ascoltami. So che sarà difficile, ma devi rimanere qui per un po'. Non hai solo una frattura, ma di più, e non puoi forzare nessuna parte del tuo corpo troppo violentemente, sennò rischi di stare fermo per più tempo" le spiegò.
Hermione aprì le labbra per dire qualcosa, ma le richiuse: sapeva anche lei che aveva perfettamente ragione, ma il pensiero che sarebbe stata incapace di fare certe cose da sola le metteva ansia: era sempre stata autonoma in tutto, e mai aveva voluto aiuto da qualcuno. Invece ora si ritrovava con la situazione ribaltata.
"Ma la missione? Harry più tempo passa più diventa forte!" gli disse, anche se sapeva che lui già ne era a conoscenza di questo. "Posso cercare un incantesimo per guarire prima.. o magari per poter camminare senza sforzarmi troppo, o-
"-Hermione, aspetteremo, punto" la bloccò. Si voltò ancora verso di lei per lasciarle un bacio sulla fronte, si alzò dal letto e si rimise le scarpe. "Ora vado, vedo cosa dicono, poi se vuoi posso ritornare qui"

Veleno; DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora