Una mano era stretta sul suo collo, sentiva la pressione della sua pelle ruvida con quella propria sporca di polvere e dolorante. Sentiva il fiato che cominciava a mancarle, più cercava di respirare più non ci riusciva.
Sentiva freddo, anche se indosso aveva una maglia e una felpa: era l'ambiente circostante ad essere tenebroso e oscuro; quasi riusciva a percepirne la magia nera.
"L- lasciami" fu tutto quello che riuscì a dire, prima che una lama si accostasse al suo collo minacciandola di tagliarle la gola. Un gemito di sofferenza e paura le uscì strozzato dalle labbra, facendole aprire finalmente gli occhi.
Intorno a lei c'erano Ronald, che la guardava indifferente mentre era a un passo dalla morte, così come Tonks, Andromeda, Lupin e Ted: quest'ultimo era in piedi, cresciuto di qualche anno, che aveva i capelli e gli occhi di un colore verde intenso; se non ricordava male, in uno dei suoi tanti libri, c'era scritto che quel colore significava divertimento.
Guardò tutti con le lacrime agli occhi. Avrebbe voluto chiedere aiuto, ma sapeva che se avessero voluto già lo avrebbero fatto, tutti tranne forse Nymphadora - tipico di tassorosso -
Venne strattonata improvvisamente a terra; la sua fronte batté al pavimento freddo e giurò di aver sentito il cranio spaccarsi. Una goccia di sangue le cadde tra le ciglia, allora portò la mano sul punto dolente, dove si apriva un taglio lungo e profondo.
Si girò velocemente spaventata, trovando davanti ai suoi occhi Harry, il suo migliore amico, con un sorriso sghembo sulle labbra. Il cuore sembrò rompersi in mille pezzi, quasi non voleva credere che lui le stesse facendo proprio quello, che tutti loro le stessero facendo del male.
"Harry.. Cosa fai?" gli chiese, mentre lui faceva un passo in avanti sovrastandola completamente. I suoi piedi si posizionarono tra le sue gambe, si inclinò al suo volto allungando la bacchetta al suo mento.
Una risata isterica uscì dalle sue labbra, così a seguire anche a tutti gli altri intorno. "Sciocca. Davvero pensavi di poter essere una di noi? Una dell'Ordine?" le sputò in faccio con voce arrogante.
Hermione prese un respiro profondo, con l'idea che quello non fosse stato veramente Harry ma qualcun altro che aveva bevuto la pozione polisucco.
"Sei una sporca e sudicia mezzosangue" cercò di allontanarsi da lui il più possibile, ma ogni centimetro che guadagnava Harry si tirava più vicino a lei.
Guardò i suoi occhi verde smeraldo, non erano gli stessi che conosceva lei: erano cupi, oscuri, il suo sorriso era oscuro, tutto era oscuro di lui. Sperò che tutto quello fosse un sogno, ma ogni volta che riapriva gli occhi aveva sempre la stessa immagine davanti.
Harry si abbassò al suo volto, tenendole la punta della bacchetta al mento, "come puoi anche solo pensare che tutti noi vorremmo una mezzosangue odiosa come te" sputò con disgusto.
"Harry non sei tu-
"- Oh si che sono io" la interruppe, "il tuo cibo preferito è il cioccolato al latte e il ballo del Ceppo lo hai sempre odiato anche se non lo dicevi a nessuno..." si fermò qualche secondo sorridendole malvagio, "eccetto che me"
"Perché fai questo? Perché tutti fate così?" chiese Hermione ormai sull'orlo di un pianto.
"Perché sei una sudicia mezzosangue, stai troppo china sui libri, non sarai mai interessante per nessuno" le urlò sul viso, gli occhi infuocati. "Svegliati! Non sarai mai all'altezza per nessuno,, rimarrai sola a vita, senza nemmeno i tuoi genitori!"
La voce di Hermione tremava "Harry basta-
"Svegliati! ..""Svegliati..."
"Svegliati Herm.." uno scossone le fece aprire gli occhi immediatamente. Hermione poté sentire una goccia arrivarle al collo, non era sicura fosse lacrima o sudore. Davanti ai suoi occhi c'era Harry ricurvò su di lei, e la prima cosa a cui pensò di fare era di allontanarsi velocemente fino a scomparire nella testiera del letto.
Così fece, sotto lo sguardo confuso del migliore amico, "Hermione, che fai? Sono io, Harry" allungò una mano arrivando a toccarle una guancia bagnata dalle lacrime, il suo corpo ancora tremava e il terrore non lasciava i suoi occhi dorati. "Era solo un sogno, vieni qui"
Hermione si lasciò andare tra le braccia di Harry, non appena la sua pelle venne a contatto con quella di lui, il suo cuore ricominciò a battere normalmente e i suoi muscoli cominciarono a rilassarsi.
Per un momento aveva veramente avuto l'impressione che tutto ciò fosse stato reale, ma per fortuna non lo era.
"Cosa è successo?" le chiese Harry staccandosi leggermente per guardarla ed asciugarle le ultime lacrime, "ti dimenavi e sussurravi il mio nome.. cosa mi è successo?"
Hermione scosse la testa velocemente, ingoiò la saliva e subito dopo aprì bocca per poter parlare, "non è importante. Vorrei solo.. che ti mettessi qui con me" con lo sguardo gli indicò il posto accanto a lei sul letto.
Harry annuì e si stese con lei, abbracciandola forte. Ogni volta che stavano così si sentiva più al sicuro, come se tutto intorno a loro non stesse accadendo davvero. Sentì il viso di Hermione sul suo petto che si spostava da un lato all'altro della camera.
"Sei rimasto tutta la notte qui?" gli chiese guardandolo con un leggero sorriso.
Lui annuì, "non voglio lasciarti da sola nemmeno un secondo" rispose, poi prese un respiro profondo stringendosi di più a lei. "Purtroppo Tonks ci ha dato il cambio anche per le notti, quindi per le prossime cinque non ci sarò io"
"Harry tranquillo, mi va bene lo stesso" lo rassicurò, "ti ringrazio per quello che stai facendo per me, veramente"
Si allungò per arrivare alla sua guancia e lasciarci un piccolo bacio timido. Dopo si rimise comoda tra il suo petto e le sue braccia e lasciò intrecciare le loro gambe - adorava far toccare i loro piedi; i suoi erano sempre caldi mentre quelli di Harry freddi -.
Un sospirò le uscì dalle labbra, subito dei ricordi del sogno ricomparvero nella sua mente: a ripensarci le venne la pelle d'oca; i suoi amici la stavano tradendo e volevano ucciderla, era sicuramente uno degli orrori che non avrebbe mai voluto passare.
Immaginò una persona che aveva contro la propria famiglia e gli amici, non doveva essere affatto bello. Si sentì quasi in colpa per chiunque potesse trovarsi in quella situazione, e la sua mente vagò velocemente nell'immagine di Draco, seduto sulla sedia qualche metro più in là.
Gli occhi puntarono quella sedia, vuota e fredda, dove il giorno prima ci si era seduto con nonchalance leggendo un libro.
Da quello che sapeva la sua famiglia non lo voleva morto, o almeno prima - ora che aveva cambiato lato non sapeva più che pensare di lui -, ma comunque non si trovava in una bella condizione: i suoi genitori lo stavano usando per recuperare i loro sbagli, e lui non era altro che la vittima di tutto.
Sentì un dolore alla pancia: le dispiacque per lui, forse il suo atteggiamento e la sua freddezza erano per via dell'insegnamento che i suoi gli hanno dato, pensò. Non avrebbe mai creduto di fare pensieri così profondi su Draco, e non avrebbe mai pensato nemmeno di poter sentire dolore per lui.
Le carezze di Harry la distrassero da suoi pensieri che stavano prendendo una piega sbagliata, pensò che fosse meglio così.
"Vorrei poter aiutarvi in qualche modo.." sussurrò stringendo le labbra, le sue unghie penetrarono la felpa di Harry per quanto la teneva stretta come a non farlo andar via.
Harry la guardò, non avrebbe potuto dire niente in contrario, sapeva che non avrebbe mai cambiato idea. "Diciamo che ci hai aiutati in qualche modo"
Hermione scattò girandosi verso di lui, il cuore le prese a battere veloce.
"Quando ci hanno portati nella prigione al Manor, Bellatrix.. continuava a ripete di voler sapere da te dove avevamo preso la spada di Godric Grifondoro" le spiegò accorgendosi che lei non aveva capito. "E ha detto che stava nella sua cella alla Gringot"
"E come vi avrei aiutato?" chiese lei confusa mentre riappoggiava la testa sul suo petto. Chiuse gli occhi dalla stanchezza, anche se voleva sentire quello che stava per dirle Harry.
"Diciamo che.. grazie a te ripeteva quelle cose" Harry si impicciò le parole, "cioè, grazie al fatto che voleva-
"- Che non aspettava altro per torturarmi con la scusa di sapere se fossimo entrati nella sua cella?" lo interruppe mordendosi l'interno guancia. I ricordi di quei momenti le rivennero in mente, ancora sentiva bruciare la pelle dove Bellatrix l'aveva toccata.
"Si, in poche parole si"
Hermione strinse le sopracciglia, "e a cosa potrebbe esservi utile quest'informazione?" gli chiese.
"Io e Ron abbiamo ragionato: molto probabilmente era così tanto arrabbiata che fossimo entrati nella sua cella perché dentro ci tiene nascosto qualcosa di importante"
Cadde un silenzio rilassante, il respiro di Hermione cominciò a farsi più pesante ed Harry cominciava a sentire la stanchezza dai muscoli del volto che si rilassarono.
"Quindi potrebbe esserci un Horcrux lì dentro" finì di parlare, ma lei non rispose. Allungò leggermente il collo per guardarla: si era addormentata come un angelo. Sorrise lievemente a guardarla così calma, tra le sue braccia che l'avrebbero sempre protetta.
Per un momento si pentì di non averle mai mostrato tanto affetto, se non quando erano completamente soli: il pensiero di averla potuta perdere era costantemente nella sua testa, e se fosse davvero successo non avrebbe saputo come fare.
Ormai era parte di lui.

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Veleno; Dramione
RomanceEra entrato in lei come un veleno, e lo sapeva, scorreva nelle sue vene intrappolandola in una gabbia; era diventato letale per lei, così talmente assorbito nelle sue ossa che ormai la sua vita dipendeva da lui. Ma lei.. lei gli era entrata nell'ani...