Capitolo 2

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Per tutta la notte Draco non riuscì a dormire: ogni secondo si girava e rigirava sul quel letto troppo piccolo per i suoi gusti pensando che non riuscisse ad addormentarsi solo perché stava in una posizione troppo scomoda, oppure perché aveva semplicemente caldo e aveva bisogno delle lenzuola fresche.
Si era tolto anche la maglia che gli aveva fornito sua zia Andromeda per dormire, rimanendo in pantaloni, ma la situazione non migliorò nemmeno di una virgola.
Si era posto molte domande: magari non era il caldo, forse aveva semplicemente troppi pensieri per la testa per riuscire ad abbandonare per qualche ora la mente. Tra tutti i pensieri, quello che lo facevano stare più in ansia era quello della sua famiglia.
Ormai erano diverse ore che si erano materializzati nella casa di sua zia e sua cugina, e non sapeva affatto cosa avevano fatto i suoi con Bellatrix una volta che non videro più ne lui, ne Harry, Ronald e Hermione lì nella cella.
Aveva creduto che magari una possibilità di essere perdonato da loro ci fosse, poiché un'ipotesi poteva essere che loro tre avrebbero potuto minacciarlo prendendogli la bacchetta e rapirlo. Ma l'opzione gli passò subito di mente: aveva così tanto insistito per arrivare alla loro cella, che era impossibile non arrivare a lui in tutte le piste.
Non sapeva se sentirsi realmente in colpa: effettivamente ci aveva pensato al lungo; "alla prima occasione scapperò" si era detto un paio di giorni prima, e quando loro tre vennero rapiti pensò che quella sarebbe stata la sua unica possibilità di salvarsi. E infatti già sapeva che in quella casa sarebbe stato meglio che al quartier generale di Voldemort che prima adorava tanto.
Però i sensi di colpa gli salirono da quando ripensò a sua madre Narcissa: lei era sempre buona con lui, anche se ultimamente non gli dava più tante attenzioni come nessun altro in casa, ma era stata sempre presente per lui e lui l'aveva tradita alle spalle.
Era sicuro che se li avesse rivisti, a Narcissa e Lucius, non lo avrebbero più riconosciuto come loro figlio, o almeno il padre; lo conosceva abbastanza da saperlo così bene, e sapeva di non sbagliarsi, ma infondo Lucius non aveva fatto altro che rovinare la sua vita sempre di più.
Era come se il suo destino fosse un pezzo di carta, e il padre lo avesse bruciato, strappato, spezzettato e calpestato, riducendolo in frantumi piano piano. E non aveva nemmeno raccolto i pezzetti, perché lo aveva lasciato alle spalle per inseguire il signore Oscuro, non ricordandosi che quei mille pezzi erano suo figlio.
A quei pensieri, se li avesse formulati qualche anno prima, forse gli sarebbe venuta la tristezza: quando era poco più giovane guardava sempre agli altri, come ai Weasley e alla Granger, e vedeva che loro avevano delle famiglie così perfette mentre lui no - forse li odiava anche per quello - e li avrebbe sempre confrontati con la sua vita, rendendosi conto che lui era spacciato.
Ma ormai era cresciuto, e crescendo si era abituato non solo all'idea che l'amore di una famiglia da un cuore grande non lo avrebbe mai ricevuto, ma anche a nascondere i suoi sentimenti e le sue emozioni così bene da sembrare insensibile; si era abituato talmente tanto che riusciva a farlo anche quando era completamente solo.
Perciò il pensiero di Lucius era praticamente irrilevante per lui; quello che lo toccava più a fondo era la madre.

Si lanciò una mano sui capelli, scompigliandoli. I suoi occhi si chiusero, se non avesse dormito sarebbe stato a pezzi tutta la giornata seguente, e se voleva ricominciare dal punto giusto non gli sembrava affatto intelligente dormire tutto il primo giorno senza presentarsi nemmeno a colazione.
Si alzò, decise di andarsi a sciacquare il viso in bagno e poi ritornare e dormire, ma quando tornò al letto con il viso ancora umido, i suoi occhi non si chiusero completamente.
Allora si prese tempo per guardare intorno a lui, magari lo avrebbe annoiato e quindi si sarebbe addormentato. La sua stanza era accogliente, non era troppo grande ma conteneva tutto il necessario. I mobili erano in un legno chiaro e resistente, si vedevano le venature del tronco e quell'effetto gli piaceva abbastanza, gli ricordava le sue stanze ad Hogwarts. Una piccola scrivania era sull'angolo sotto alla finestra che dava in un campo molto grande di fiori, mentre un armadio era dalla parte opposta.
L'unica cosa che lo deluse leggermente era il letto: se lo sarebbe aspettato più grande e più comodo, ma a lui bastava che potesse dormire in un posto al caldo; già era tanto quello che faceva sua zia per lui, quello non era sicuramente il momento per lamentarsi.

Veleno; DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora