Hermione aprì gli occhi come di scatto, il cuore che batteva a mille e le mani che cominciavano a sudare. A svegliarla fu un improvviso rumore di un vetro frantumarsi, interrompendo quel silenzio beato che regnava di notte, ma Hermione non fu la sola a svegliarsi: Tonks, Andromeda, Lupin e i tre ragazzi anche si svegliarono di soprassalto, presi alla sprovvista di quell'insolito rumore.
In pochi secondi Hermione percepì dei passi veloci e scordinati dal soffitto che avanzavano verso le scale, perciò pensò che gli altri si stavano dirigendo a vedere cosa fosse successo.
Si alzò anche lei dal letto caldo, mise dei calzini neri ed aprì la porta della camera: subito un vento gelido la colpì alle gambe nude che, come aveva detto Tonks qualche giorno prima, erano guarite del tutto, dato il fatto che ormai riusciva a camminarci senza l'aiuto della stampella. Si maledì mentalmente per essersi messa un pigiama corto, ma per fortuna aveva una felpa calda a coprirle il resto.
Si affacciò fuori, ma era completamente buio, perciò ritornò qualche secondo dentro la camera per prendere la bacchetta, ma non appena si voltò di nuovo verso il corridoio, davanti ai suoi occhi comparve una figura che la fece sobbalzare. Il cuore le martellava ancora più forte nel petto; con dei gesti impacciati pronunciò l'incantesimo lumos così che avrebbe potuto vedere chi fosse davanti a lei."Dio.. Malfoy! Mi hai fatto prendere un accidente" sussurrò sospirando, mentre lui ripeteva l'incantesimo e si voltava a guardarla.
Aveva i capelli spettinati, e, anche se ormai era abituato a vederla con i capelli messi in quel modo, dovette ammettere che le stavano divinamente. Da quando era successo quell'episodio al bagno, in ogni cosa che faceva la ragazza, la trovava semplicemente incantevole, e lui odiava pensare quelle cose, ma non riusciva a non farlo.
Strinse gli occhi per un momento: era successo qualcosa in casa, e la sua attenzione doveva essere rivolta a quello, solo a quello.
"Hai sentito anche tu?" la voce delicata di Hermione gli fece riaprire gli occhi, "cos'era?"
Draco fece qualche passo in avanti, sentendo la presenza di lei dietro di lui, "non lo so-
Venne interrotto da un altro vetro che si scagliava sul pavimento, facendo immobilizzare completamente i due. Dalle scale, Draco, riuscì a vedere gli altri che scendevano e si fermavano prima dell'ultimo gradino, nascosti nell'ombra, mentre ascoltavano quel frastuono seguito dal totale silenzio.
"Malfoy-
"-Shh" sbottò il biondo, cercando di ascoltare al meglio possibile, ma nessun rumore, nessuna voce, niente.
Si voltò verso di lei, trovandola pericolosamente vicina al suo petto, più bassa di molti centimetri mentre lo guardava incuriosita e anche assonnata. I suoi occhi ambrati erano illuminati dalle piccole luci delle bacchette, esprimevano paura, ansia, ma in un certo modo ci trovò anche dell'imbarazzo.
Hermione alzò le sopracciglia, "allora?" gli chiese. Vide le sue mascelle irrigidirsi, stava stringendo i denti, e non ne capiva affatto il motivo.
Draco non fece in tempo a rispondere, che lei vide dietro di lui un'ombra muoversi lentamente; sembrava una bestia, non un umano, e la cosa le mise leggermente paura. Immediatamente sussurrò l'incantesimo per spegnere la luce, e lui fece lo stesso, rimanendo al buio; Hermione gli fece gesto di stare in silenzio con il dito, ma lui parlò comunque, "cosa hai visto?"
Chiuse gli occhi, in quel momento lo odiò parecchio, perché dei passi si stavano avvicinando a quel corridoio. Posò velocemente la mano sopra le labbra del biondo e, con cautela e leggerezza, andò verso la sua camera mantenendo i corpi attaccati e rigidi.
Quando si assicurò che da lì chiunque fosse stato a entrare in casa non li avrebbe visti, levò la mano dal viso di Malfoy, rimanendo a guardare le sue labbra che aveva appena coperto. Lui era attaccato al muro, la schiena era poggiata completamente sulla superficie dura, mentre lei si accorse solo dopo poco di aver appoggiato una mano nel suo petto muscoloso, completamente aperta lì dove batteva il cuore del giovane. Sentiva la sua melodia, era martellante e frustrante, capiva che anche lui aveva paura in quella situazione, proprio come lei.
Hermione poteva sentire i suoi seni poggiarsi sul busto di Draco, il suo collo era proteso verso l'alto per poterlo guardare negli occhi; il respiro si velocizzò non appena notò che lui era senza maglietta, senza nulla a coprirgli la pelle, vestito solo da un paio di pantaloni a tuta che, con la luce della luna, capì essere di un grigiastro.
"Ti avevo detto di fare silenzio!" lo rimproverò sussurrando, "stupido idiota" per almeno un secondo vide un piccolo sorriso divertito sulle labbra del biondo, talmente piccolo e impercettibile da essere sicura di averlo solo immaginato.
A distrarre entrambi furono i passi della bestia che si facevano sempre più vicini e pesanti; un'ombra passò davanti alla porta della stanza in cui erano nascosti, seguita dal proprietario. Draco, preso dall'istinto maschile, strinse Hermione forte così da sollevarla e girò le posizioni lasciandole toccare la schiena al muro, cercando di fare silenzio, e irrigidendo i muscoli delle spalle come a farle scudo. Poteva sentire a orecchio il respiro velocizzato di lei, che scivolava sul collo e lungo tutto il petto.
Ci fu il silenzio, un silenzio tombale, che metteva in tensione i due: ma forse non erano poi così tanto impauriti per quello, ma per come erano vicino, per il contatto che stavano avendo i loro corpi, e per i loro fiati caldi mischiati che per qualche strana ragione riuscivano a fare come una bolla che li teneva al sicuro.
Malfoy la guardò, rimase a guardarla tutto il tempo in cui si allontanava leggermente dal suo viso, notando i suoi occhi impauriti, stupiti, diversi. Erano diversi, ora sembravano pozze nere da cui si poteva vedere il riflesso della luna, erano grandi, come quelli di un animaletto indifeso e ferito.
Lasciò che gli scivolasse dalle braccia toccando poco a poco il pavimento con la punta dei piedi, mentre ancora rimaneva stupito dal suo stesso comportamento con lei in quel momento: aveva fatto per proteggerla, con il suo stesso corpo era diventato come uno scudo, e quello che più gli dava fastidio era che non riusciva a capire perché il suo istinto aveva agito in quel modo.
Hermione ingoiò la saliva difficilmente, ormai era qualche giorno che lui aveva cambiato atteggiamento, non solo nei suoi confronti, ma in quelli di tutti coloro presenti in casa: certo, non le dispiaceva affatto che magari sarebbe potuto essere più simpatico con tutti, ma era rimasta abbastanza spiazzata dal suo gesto. Mai si sarebbe aspettata una cosa del genere, e mai avrebbe pensato che Draco Malfoy avrebbe potuto proteggerla con il suo stesso corpo, ne che avrebbe avuto il coraggio di farlo.
Draco riprese la lucidità, guardandola ora non per ammirarla, ma per informarla. "Quello è Fenrir Grayback, è un mangiamorte" Hermione spalancò gli occhi, "è stato lui a mostrarmi per la prima volta l'armadio svanitore"
"Cosa facciamo?" chiese lei alzando le sopracciglia.
Altri passi si avvicinarono alla stanza, davanti la porta passò un altro uomo cupo.
Draco si strinse più a lei, "non lasciare nessuna parte del corpo scoperta. Le gambe vanno bene, ma copriti il più possibile" le disse.
"Perché?"
"Era un lupo mannaro un tempo, ma diciamo che non ha mai smesso di mordere e trasformare le persone" sussurrò guardandole gli occhi; si voltò verso l'uscita della stanza, pensando a come passare senza che venissero visti, ma subito l'idea lasciò posto al terrore, poiché ora aveva la figura di Grayback davanti che lo guardava con un ghigno.
Hermione spinse Draco leggermente così da poter puntare la bacchetta sul corpo del grande uomo, seguita dal ragazzo.
Grayback squadrò il biondo da capo a piedi, con un'espressione disgustata, "sei proprio caduto in basso, ragazzo" pronunciò le parole con una leggera risatina inquietante, "non avrei mai pensato che tu e la mocciosa mezzosangue avreste potuto avere qualcosa"
Draco strinse i denti, mentre poteva sentire lo sguardo di Hermione attraversargli le spalle. Ingoiò la saliva, emettendo un sospiro; i suoi occhi cambiarono espressione, si abbassarono dal volto del mangiamorte.
Avrebbe potuto negare tutte le parole dell'uomo e dire che non c'era niente tra loro, ma sapeva anche lui stesso che qualcosa stava nascendo, qualcosa dentro di lui e lei stava cambiando e si stava rivoltando, perché altrimenti non avrebbe mai avuto la briga di prenderla e stringerla a se giusto per proteggerla, e lei non sarebbe mai rimasta stretta a lui senza allontanarlo o guardarlo con disgusto e disprezzo.
"Sai, immaginavo un tuo tradimento, ma ero abbastanza sicuro che i mezzosangue ti facessero talmente tanto schifo da non poterne nemmeno respirare la stessa aria" Grayback parlò ancora, si voltò da una parte per sputare la bile che si formava aspra tra i suoi denti, "invece.. mi sbagliavo"
L'altro mangiamorte lo raggiunse, allungando la bacchetta, "che femminuccia" rise seguito dal suo compare.
Draco mise su un sorrisetto, "ah io sarei una femminuccia?" chiese sarcastico, "almeno questa femminuccia non vive solo perché segue degli ordini folli"
"Stai giudicando il lavoro dei mangiamorte per caso?" contrastò il mangiamorte avanzando di un passo, "perché vorrei ricordarti che questi ordini folli.. li hai eseguiti anche tu, insieme alla tua mammina e il tuo papino"
Draco rise avvicinandosi ai due uomini, "siete degli illusi, perché continuate a fare bordello in giro, ma non otterrete niente se non avrete Potter"
"Beh.." rispose Grayback, "credo che il san Mungo, il Ministero, Hogwarts e tutte le morti.. stiano pian piano convincendo il ragazzo a costituirsi" guardò prima il biondo, e poi Hermione, con odio, astio e perversione. Prese a fare qualche passo verso di lei, "sappiamo che vuole continuare la missione da solo, ma voi stupidi insolenti non volete lasciarlo andare..."
Draco si posizionò davanti a Hermione: nonostante a lei non piacesse essere protetta o nascosta, apprezzò quel gesto e non lo fermò, perché lo sguardo di quell'uomo le aveva ricordato quello impazzito di Bellatrix, e subito la stessa paura rivenne a galla.
"Allontanati subito, Grayback" ringhiò il biondo a denti stretti, guardandolo negli occhi. Non sapeva nemmeno perché stava facendo così, rischiare la sua vita per salvare quella di lei, sembrava una cosa ridicola. Eppure sentiva di doverlo fare, doversi mettere tra Hermione e quell'uomo per proteggerla.
D'altro canto, Grayback rise, alzando la bacchetta verso il collo del ragazzo, "non ti facevo così coraggioso, Draco"
"Sei ancora in tempo per essere perdonato" disse l'altro uomo, ottenendo la sua attenzione. "Vieni con noi, combatti con noi, e vedrai che sarai risparmiato dal signore Oscuro"
Draco si irrigidì, aveva fatto tutto quello per una ragione, aveva ottenuto la fiducia della zia, forse anche della Granger; aveva costruito quel rapporto strano con lei, strano ma bello, che lo faceva sentire ancora un ragazzo normale in tempi normali, non durante una guerra.
Poté sentire Hermione dietro di lui ingoiare la saliva e rilasciare un respiro mozzato, "Draco, non-" si bloccò, "non farlo.."
Una sua piccola mano si strinse sul polso di lui, tirandolo leggermente indietro, mentre stringeva le dita dei piedi nella speranza che le avesse dato ascolto.
Se poteva salvarlo da quel destino, lo avrebbe fatto con il cuore.
Posò anche l'altra mano sulla sua spalla, sentiva i muscoli contratti, e sperava solo che nella sua mente si stesse convincendo di rimanere indietro. "Sei molto più di questo.." sussurrò supplicandolo.
Silenzio.

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Veleno; Dramione
RomanceEra entrato in lei come un veleno, e lo sapeva, scorreva nelle sue vene intrappolandola in una gabbia; era diventato letale per lei, così talmente assorbito nelle sue ossa che ormai la sua vita dipendeva da lui. Ma lei.. lei gli era entrata nell'ani...