Capitolo 52 - Il mio freddo abisso

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Appena raggiunsi la terra ferma cominciai a tossire rimettendo l'acqua che avevo appena ingerito.

Ero completamente fradicia e tremavo per il freddo, il poco trucco che mi ero messa e che prima con il mio pianto disperato avevo lasciato colare sulle guance smorte, ormai era stato lavato via.

Con la manica del cappotto mi asciugai un rivolo di saliva che era rimasto attaccato alla bocca e poi mi distesi supina a guardare il cielo.

Non ci ero riuscita.

Non ero riuscita nemmeno in quello.

Ormai sapevo come sarebbero andate le cose da quel giorno in poi, ma almeno questa volta non volevo trascinarlo giù con me.

Ormai era andato tutto perduto, la mia vita non sarebbe più stata la stessa e l'unica cosa che gli avrei potuto offrire sarebbero state soltanto delusioni.

Avevo già fatto abbastanza per rovinare le vite di tutti quanti intorno a me, soprattutto a lui.

Ormai il legame che ci teneva era alimentato semplicemente dalla paura di rimanere da soli e con quello che ci aspettava, quel legame si sarebbe spezzato sin da subito.

Anche se ero riluttante all'idea di farlo, sapevo che era la scelta migliore.

Time skip:

Subito dopo aver lasciato la spiaggia, cercai la cabina telefonica più vicina e digitai il suo numero.

- Pronto?-

Rimasi in silenzio.

- Ponto, chi parla?-

- Tobio...-

- Oh ti sei decisa a richiamarmi? E' giorni cazzo che non ti fai sentire !-

- T-tobio io...-

- Che ti è successo? Hai una voce stravolta...-

- Ogni cosa...-

- Ogni cosa che cazzo significa?! Cazzo Kaori dove sei?!-

- ...é finita-

Prima che potesse rispondere buttai giù e mi accasciai dentro la cabina infilando la testa in mezzo alle ginocchia.

Continuai a fissare il silenzio la strada deserta fuori, finché nonostante avessi terribilmente freddo mi addormentai dentro.

Pov Kageyama:

- ...é finita-

A quelle parole buttò giù lasciandomi con il fiato sospeso.

Scaraventai il telefono contro il letto mentre correvo contro il muro e gli lanciavo un pugno fortissimo, per non mettermi ad urlare dalla rabbia.

Non poteva lasciarmi per telefono.

Non così.

Dopo tutto quello che avevo fatto per tornare insieme, ogni mio sacrificio era andato a puttane con una telefonata.

Mi accasciai sul pavimento e mi misi le mani tra i capelli mentre cercavo di trattenere i singhiozzi.

Un vuoto che avevo già provato mi martellava il petto causandomi un dolore lancinante.

Amore ed odio stavano ribollendo contemporaneamente torturandomi senza pietà.

Non poteva farmi questo cazzo.

I-io avevo bisogno di lei...

Avevo bisogno di lei per non sentirmi solo.

Per non sentirmi l'unico egoista di questo mondo.

I suoi errori e dipendenze mi davano la forza per andare avanti.

Il suo sorriso.

Kaori era un'arma a doppio taglio, una droga: anche se sapevi che era dannosa, non potevi farne a meno e finivi per soffrire ancora di più. Eravamo caduti tutti quanti nella sua trappola, Kuroo, Kenma, Tsukki, Oikawa, Suga, io, ma in special modo lei stessa.

Non sapevo se odiarla a morte o provare a recuperare la nostra rottura.

Non avevo la forza di volontà per nessuna delle due, tutte le mie energie le aveva risucchiate con i suoi baci e le sue attenzioni.

Aveva anticipato l'inevitabile.

Sapevamo entrambi che la nostra relazione era terribilmente tossica, ma sentivo di non poterne fare a meno.

Ormai era da settimane che Kaori era peggiorata un'altra volta e anche se provavo a domandarle che cosa stese succedendo, non ottenevo risposte.

Già quando mi aveva sbattuto la porta in faccia e aveva smesso di chiamarmi avevo capito che era finita, ma non volevo lasciarla andare. 

Ogni giorno vivevo con il peso di dover portare sulle mie spalle anche i suoi bagagli.

Finalmente avevo capito: adesso ero molto più leggero.

Mi dovevo rassegnare, questa volta era finita davvero...Era la cosa migliore per entrambi.

Dentro di me sapevo che per digerirlo ci avrei impiegato molto tempo, ma ormai era andata.

Mi allungai verso il letto e presi il telefono: nello sfondo c'eravamo noi due sorridenti con un pallone in mano.

Una lacrima rigò il mio viso fino a cadere sul telefono, proprio sul suo viso.

Non avevo bisogno di altre spiegazioni, sapevo benissimo che cosa l'aveva portata a lasciarmi.

La nostra rottura non era stata improvvisa, ce lo aspettavamo entrambi.

Eppure adesso stavo piangendo steso a terra con la sua foto davanti.

Le nostre strade si stavano dividendo una volta per tutte.

Addio Kaori.

Questa volta per sempre.

Time skip:

" L'atleta Kaori Yamamoto, conosciuta inizialmente come "capitano-asso", dopo essere sparita per un periodo di "meditazione", come ha affermato il suo nuovo allenatore, ed aver cambiato ben due scuole, adesso ha iniziato la sua nuova e inaspettata carriera da alzatrice. A seguito dalla sua espulsione dall'Aoba Johsai per motivi ancora sconosciuti, la scuola superiore Shiratorizawa l'ha accolta con piacere non per le sue abilità come schiacciatrice, bensì come alzatrice. 

Grazie a questa sua inaspettata dote, adesso la sua nuova squadra ha avuto una ripida salita. Il suo segreto per migliorarsi è sempre stato quello di allenarsi con la categoria maschile per lavorare sulla forza e velocità e tutti  i suoi sforzi l'hanno portata a partecipare al Ritiro Giovanile Nazionale solo al primo hanno, come il suo vecchio compagno di scuola Kageyama Tobio. Ci aspettiamo molto da lei!

Curiosità: il suo animale preferito è la rana"


Time skip (Olimpiadi di Tokyo 2020):

- Tre, due, uno, azione! Salve a tutti, oggi siamo qua al villaggio olimpico ad intervistare i pallavolisti protagonisti della "Moster Generation" che in questa edizione delle olimpiadi hanno letteralmente "invaso" la squadra giapponese maschile...Ecco, raggiungiamoli! Laggiù possiamo vedere Wakatoshi Ushijima e Kaori Yamamoto, i due...-

Angolo autrice:

Hola, nel prossimo capitolo ci potrebbero essere degli spoiler del time skip del manga di Haikyuu, quindi...Beh io vi ho avvertiti addio!

𝐋𝐚 𝐦𝐢𝐚 𝐝𝐫𝐨𝐠𝐚 ☮︎ - 𝐊𝐚𝐠𝐞𝐲𝐚𝐦𝐚 𝐗 𝐎𝐜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora