°Capitolo 1: "Serve Aiuto?"°

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Micheal's pov

"Ragazzi io devo tornare a casa, mia madre ha detto che stasera lei e papà finiscono di lavorare prima, quindi passeremo del tempo insieme."

"Di già?" chiese Chris, uno dei miei compagni di basket, un po' deluso.

"Guarda che so le sei e mezza passate" risposi indicandogli l'orologio appeso al muro accanto agli spogliatoi.

"ah-"

"Vabbè Mick, ci si vede domani per gli allenamenti, preparatevi tutti" disse alla fine Rees il capitano della squadra.

"Il tempo passa sempre troppo in fretta" riprese Chris.

"Non credo fosse così il modo di dire" mi aggiunsi.

"Fanculo che importa."

Stavo tornando a casa dopo gli allenamenti di basket.
Casa mia non è molto lontana da scuola, quindi ci vado benissimo a piedi.

Ormai era sera, erano più o meno le 6:35 pm, ed era abbastanza buio fuori.

Svoltai un angolo quando vidi in lontananza delle figure. Sembravano dei ragazzi. Erano quattro ragazzi che stavano picchiando un quinto.

Quest'ultimo cadde a terra dolorante, mentre gli altri quattro si allontanarono.

Avevo osservato la scena da lontano, quindi poi mi avvicinai per vedere se quel ragazzo stesse bene. A quella vista mi si ghiaccio il sangue.
Era steso a terra, privo di conoscenze, con le lacrime agli occhi e il sangue che gli colava dalla bocca.
Essendo al buio non lo notai, ma poi avvicinandomi ad un lampione vidi anche un occhio nero.
Ma che aveva fatto questo ragazzo a quei tipi per essere stato picchiato in questo modo?

Avevo intenzione di chiamare un'ambulanza però non sapevo quando sarebbero arrivati, quindi decisi di portarlo a casa mia per curarlo.

Ovviamente non appena entrai a casa, l'attenzione dei miei si puntò a quel ragazzo che stavo tenendo in braccio a mo di sposa.

"L'ho trovato per strada dolorante. Dei tizzi lo stavano picchiando e quindi pensavo avesse bisogno di aiuto ed eccolo qua" spiegai.

"Ok non ti preoccupare ci pensiamo io e tuo padre ora."

E così fecero. Elith gli tamponò il labbro, il quale stava continuando a sanguinare, e gli mise del ghiaccio sull'occhio.

"Micheal ti dispiace tenergli il ghiaccio premuto sull'occhio che prendo il kit di primo soccorso?"

"Certo, dammi qua."

Mia madre si allontanò per qualche minuto, e in quel collasso di tempo lui si svegliò.

Impaurito e con una faccia terrorizzata si mise a urlare e a chiedere dove fosse.

"Hey hey sta calmo. Non c'è bisogno di panicare così tanto."

"NON C'È BISOGNO DI PANICARE?? CHI SEI E DOVE MI TROVO??" urlò ancora più forte.

"1) sta calmo. 2) mi chiamo Micheal e ti trovi a casa mia. Ti ho trovato a terra dopo che quattro ragazzi ti picchiarono duramente."

"Ah. Ok. Scusa di averti urlato in quel modo" si scusò con un tono leggermente turbato.

"Nah tranquillo. Più tosto come ti chiami?"

"Devo proprio dirtelo?"

"Beh mi sembra il caso dopo che io ti ho salvato la vita."

"Non mi hai salvato proprio la vita, però ok. Mi chiamo George Medenton."

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