Non gioco

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《Maria》

Non ho voglia di registrare, non ho voglia di essere li, perché lo so che volente o meno la guarderò. Mi girerò a fissarla, e il mio dolore sarà ancora più grande. Non so che mi prende. Spero che ci sia qualcuno contro cui sfogare la mia rabbia. 

Litigo con un uomo che vorrebbe far salire sul palco una ragazza vergine.

Come cazzo gli viene in mente?

Esco dallo studio oppure esplodo.

Mi calmo dietro le quinte. Senza pensare troppo, vado ad abbracciare Sabrina.

Noto che ha la sciarpa che le ho regalato.

Alla fine delle registrazioni, vado a casa. Mi stendo sul letto, aspettando l'indomani.


《 Sabrina》

Sono distesa sul letto, Flavio è partito, è andato a Milano per alcuni giorni. Mi ha detto che era per questioni lavorative, a volte ho come l'impressione che anche lui mi nasconda qualcosa. Appoggio le mie braccia sulle spalle, formando una x. Ripenso a Maria, al suo abbraccio, a quel lungo bacio che avrei voluto darle.

Non sono d'accordo con le mie ultime scelte di vita. Le prendo in maniera razionale, ma non perchè voglio restare lontano da lei. Devo farlo, abbiamo due matrimoni, due immagini da difendere, Maria è troppo esposta al pubblico, io cerco di essere riservata, ma lei lavorando sempre in televisione, appena ha un minuto libero, si ritrova i paparazzi in ogni dove, e questo comporta anche la sua comparsa sui giornali. In estate fa più copertine che registrazioni, mentre io evito, a stento posto qualche foto su Facebook, e lo faccio solo per comunicare che sono viva e vegeta.

Vorrei che venisse qui, con tutta la sua incoscienza. Vorrei dormire anche fuori al porticato, per non trascinarla dove incombe il ricordo della mia vita con Flavio.

Prendo il mio cellulare, chiamo il suo numero fisso, non risponde. Le lascio un messaggio vocale, "Mery, ti prego... vieni a casa mia. Io non posso veni da te, ho paura di camminare da sola al buio. A quest'ora non posso chiamare un taxi, o l'autista, è tardi Mari. Se manco tu riesci a dormi, vieni, te prego. Ho voglia de parla co te,so che sto facendo na cazzata, perchè te devo sta lontana. Però me metto pure er cazzarolo de timer sul cellulare, pur di non scriverti un messaggio. Non me rispondi, sto fissando sto cavolo de iPhone a tal punto che me fanno male pure gli occhi. Dai, Maria... ti aspetto, non me addormento se non vieni. T'aspetto pure fino alle 5, alle 7, non lo so. Te prego Mari, vieni, me poi fa pure tremila scherzi, te puoi piglia pure le pashmirine e tutte le cazzarolo de cose che ho nell'armadio, in casa, non lo so. Però te prego, vieni, che l'unica cosa di cui ho paura è di perderti, niente m'ha mai fatto cosi paura". Stacco il messaggio, appoggio l'iPhone sul comodino. Mi accarezzo le braccia, cercando di trattenere le lacrime.

《Maria》

Sento il messaggio, non so che fare, non ho avuto il coraggio di rispondere, ho sentito la sua voce così piena di ansia e di angoscia.

Non so che fare.

Ho già perso Gabriele, e non ho idea di quando lo posso ritrovare.

Penso a lui. Non voglio fargli ancora più male, ma ho bisogno di lei.

Fanculo.

Con l'ansia addosso, con il senso di colpa, con l'affanno, vado da lei. La raggiungo. 

Non so se ce la farò da sola. Lei mi conosce più di chiunque altro. Lei ha un pezzo del mio cuore. È la metà mia mancante.

La raggiungo a casa.

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