Fearless

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Tell me, do you
Tell me, do you still remember feeling young?
Tell me the truth
Tell me, do you still remember feeling young
And strong enough to get it wrong
In front of all these people?

Fearless- Louis Tomlinson.

La spesa che ha fatto quella mattina lo sta fissando con insistenza dal tavolo della cucina.

Posa lo sguardo su un raggio di sole che entra dalla finestra e colpisce in pieno la piccola fioriera sul davanzale, ed è in quel momento che si rende conto che non la annaffia da due giorni.

Gli occhi gli si chiudono dal sonno, vorrebbe solo andare a dormire ma quei documenti da compilare sono ancora sparsi sul tavolino in soggiorno dalla sera prima ed è stanco di leggere e rileggere una sola parola perché non riesce a ricordare cosa diavolo possa significare.

Dorme troppo poco, neppure quelle pasticche per il sonno che si era fatto prescrivere funzionano, e le sigarette alla camomilla non hanno più effetto su di lui da troppo tempo ormai.

L'inverno è freddo fuori dalle mura di casa, e questa è la prima giornata di sole dopo settimane di pioggia.
C'è vento però, e il suo ululare si sente dalle finestre chiuse. È una ninna nanna confortante per il suo mal di testa.

Inala lentamente, e si decide finalmente di finire il suo lavoro.

È una guardia di finanza, adesso. Ha lasciato la polizia due giorni dopo aver visto Louis venire trascinato in caserma.
Ha una nuova vita. Brighton è solo un ricordo lontano. Sente ancora la sua famiglia, ovviamente, ed è al settimo cielo dal momento in cui Gemma sta aspettando un bambino.
Non vede l'ora di diventare zio, a dire la verità. Forse non potrà avere dei figli suoi, ma nulla gli impedirà di viziare suo nipote. E oh, ha un gatto adesso. È lui la causa della sua insonnia, e davvero non sa come farlo smettere di miagolare durante la notte.

È la scusa perfetta, pensa ogni volta che al lavoro gli chiedono come mai abbia quelle occhiaie così profonde, labbra screpolate e viso un po' pallido.

"Passa tutta la notte a lamentarsi, e non riesco a non coccolarlo per tentare di calmarlo." È quello che risponde, ma lui lo sa.
Sa che le lacrime che gli scorrono sul viso ogni notte prima di andare a dormire non sono assolutamente causate da quella piccola palla di pelo su cui addossa tutta la colpa.
Sa che se non chiude occhio perché io letto è sempre troppo freddo, o se non riesce più ad apprezzare le piccole cose, se non riesce più a sopportare il silenzio assordante di quella casa, il motivo è un altro.

Non sa dove sia. Come stia, o cosa gli stiano facendo.
Odia l'ultimo ricordo che ha del suo volto: la paura a riempire le piccole rughe attorno agli occhi, occhi vuoti come mai li aveva visti. Harry ricorda bene quanto spaventati fossero mentre si incatenavano ai suoi per l'ultima volta.

La lettera era arrivata un martedì mattina di un paio di mesi prima, stava preparando la colazione per poi uscire e raggiungere il gabbiotto per il suo turno.

Il postino aveva bussato alla porta e gliel'aveva consegnata personalmente prima di salutarlo con educazione.

Si era rigirato quel pezzo di carta tra le mani per qualche minuto: perché non l'ha imbucata insieme al resto della posta? Si era chiesto. E non riusciva a trovare nessuna risposta positiva alla sua domanda.

You've got stars, they're in your eyes |L.S|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora