Gestire una classe di centoventi studenti di dodici anni era un'impresa notevole, ma alla fine me la cavai bene mettendoli subito al lavoro, prima di imparare le matrici dovevano studiare le rune imparando a scriverle e studiare il loro significato e utilizzo, solo dopo che fossi sicuro che avessero le basi potevo iniziare a spiegarle.
All'inizio il lavoro era ripetitivo e meccanico, ma non c'era altro da fare, da lì bisognava passare.
Alla fine delle due ore, gli studenti uscirono lasciandomi solo in attesa della classe del terzo anno.
La prima settimana passò in un lampo, però non ero molto soddisfatto dei libri di testo sulle matrici, così passai tutte le sere chiuso in libreria a cercare matrici runiche di base, intermedie e avanzate da poter insegnare agli studenti. Non che non ne conoscessi già di mie, ma non volevo rischiare di introdurre qualcosa che fino ad oggi in questo mondo era sconosciuto, quindi dovetti mettermi a fare lavoro di ricerca.
Il fatto è che il libro di testo delle matrici era uno unico e andava dal terzo anno al quinto, in quanto solo dal terzo anno si iniziava a studiarle, il libro riportava solo pochi esempi di matrici che non bastavano a mostrare agli studenti come le rune interagivano tra di loro. Infatti si passava troppo velocemente da matrici base a quelle intermedie e poi avanzate, che di quest'ultime ce ne erano un po' di più, ma che senso aveva costruire un castello senza le fondamenta?
Alla fine dovetti alzare le mani, non c'era nulla, avrei dovuto introdurre io qualcosa in più le spiegazioni sull'uso e proprietà delle rune non era fatto bene, a volte contradditorio e a volte forviante.
Per quelli del primo anno non era un problema perché potevo insegnare da zero dicendogli di non tenere conto di quello che c'era sul libro, il problema erano le altre classi il cui sapere era stato contaminato da sciocchezze.
La cosa che più mi disturbava era che i libri erano scritti in modo pomposo e fin troppo sofisticato con parole che ne traviavano il significato ma che davano al testo apparentemente un vago senso di importanza.
Un buon libro doveva essere scritto con parole semplici e chiare, ma evidentemente l'autore non era d'accordo.
In cuor mio speravo che i libri delle altre materie fossero scritti in un linguaggio chiaro e comprensibile, più per mia sorella che avrebbe dovuto studiarci sopra, comunque lei partiva avvantaggiata perché molte cose le aveva già studiate con il precettore reale.
Me ne tornai in camera mia a preparare le lezioni per il giorno dopo, il mio corpo aveva solo sei anni, avevo bisogno di riposare nel modo giusto e gestire il mio tempo meglio. Per fortuna il sabato e la domenica non avevo lezioni.
Riuscii a parlare con Celia solo alla fine del mese.
«Come va fratellino?»
«Chiamami papà, qualcuno potrebbe sentirci e far cadere la copertura, potremmo anche essere vittime di ricatti e dover abbandonare questo Stato.»
«Ok, scusa. Comunque Isabel, Faith e Forrest sanno che sei tu. Ti hanno riconosciuto subito visto che hai usato lo stesso travestimento di quando andavi in città a comprare cibo per tutti, poi nostro padre è morto e loro lo sanno, quindi potevi essere solo tu, ma non ti preoccupare non diranno nulla a nessuno. Allora come va papà?»
«Potrebbe andar meglio, devo insegnare avendo a disposizione dei libri di testo scritti con i piedi.»
«Sono gli stessi libri con cui studiavo con il precettore reale.»
«E riesci a capirci qualcosa?»
«No, nessuno li capisce. È per questo che ci sono gli insegnanti.»
«È qui che ti sbagli, i libri dovrebbero essere di supporto agli studenti e scritti per gli studenti. Lascia che ti dica una cosa, secondo me nemmeno gli insegnanti capiscono cosa c'è scritto sopra, perché la maggior parte o almeno in quelli delle materie che insegno io, sono contradditori e forvianti.»
«Questo spiega perché ci hai detto di non studiare sui libri, tanto nessuno lo avrebbe fatto, anche con il precettore studiavo sugli appunti.»
«Se i libri fossero scritti meglio, non dovreste perdere tempo a prendere appunti perché sarebbe scritto tutto lì.»
«Allora perché non li riscrivi tu?»
«Forse dovrei proprio farlo. Com'è la tua camera?»
«La divido con altre tre ragazze, ci sono due letti a castello, io dormo su quello sotto, avevo paura di cadere dall'alto.»
«Sono simpatiche?»
«Abbastanza, una è del mio stesso anno e le altre due del terzo anno. Quelle del terzo anno erano scocciate perché le loro bacchette non erano belle come le nostre. Ho sentito anche studenti delle altre classi lamentarsi di questo.»
«Hai fatto quello che ti ho detto, ti sei testata per vedere quale bacchetta fosse meglio per te?»
«Sì, mi ha dato ginepro, come quella della mamma. Vuoi che ti ridia le altre bacchette che mi hai dato?»
«No tienile, puoi dire alle due ragazze in camera con te di andare a testare il legno da bacchetta, se risultano scelte per quelle che hai puoi dargliele.»
«Grazie frat... è papà, sei il migliore.»
In questo mondo c'erano due feste importanti e sono il solstizio d'inverno che si festeggia il ventuno dicembre e l'equinozio di primavera il ventuno marzo.
Mancava ancora un po' per dicembre, ma sembrava che gli insegnanti fossero già alle prese con la preparazione. Io non mi ero integrato, nessuno mi rivolgeva la parola, quindi ne rimasi fuori con mio grande piacere, allo stesso modo nessuno di loro cercò di coinvolgermi. Quindi non sapevo bene come si sarebbe svolta questa festa, l'anno scorso di questo periodo ero un senza tetto, e gli anni prima ero troppo piccolo per partecipare alle feste di palazzo. Per quanto riguarda il modo in cui festeggiava il popolo mi era del tutto estraneo.
La neve iniziò a cadere la notte del venti dicembre, ero affacciato alla finestra e un senso di solitudine mi bloccava lo stomaco, anche se avevo vissuto tantissime vite e potrei considerare la mia mente quella di un adulto, però la mia parte bambino sentiva la mancanza dei genitori, li rivedevo nel palazzo alle prese con i ministri a gestire i vari problemi del regno, oppure a camminare nel giardino mano nella mano.
I loro volti avevano iniziato a sfumare nella mia mente già da un po' ma, me ne resi conto solo di recente, questo mi rese ancora più triste.
Dopo aver chiuso la porta della camera con tre strati di magia tornai al mio aspetto originale e andai a letto.
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LA MIA ULTIMA VITA DA REINCARNATO
FantasíaA causa di un colpo di Stato, il Regno Gregoriano cade. I legittimi re e regina vengono assassinati e i loro fedeli arrestati e i figli venduti come schiavi. Gabriel con l'aiuto della sorella Celia, riesce a fuggire e si rifugia vicino ad un lago, m...