Capitolo 2

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Mentre la mia anima scompariva, sentii una voce dire: «Per rimediare al nostro errore verrai agevolato nella prossima vita, potrai usufruire di un nostro dono fino al giorno della tua morte. Fanne buon uso.»

Io non sapevo di che dono si trattasse, ma tanto sta che mi ritrovai all'improvviso dentro un sacco amniotico, ero così disgustato che mi feci prendere dal panico anticipando le doglie della donna che era mia madre.

È inutile che vi stia a raccontare dei miei primi anni, ovviamente avendo mantenuto i miei ricordi di una vita precedente, visto che si erano scordati di cancellarli prima di reincarnarmi o meglio non avevano potuto farlo, basti dire che ero un bambino abbastanza precoce.

Appena imparai a camminare mi intrufolai nella biblioteca di famiglia, non conoscevo la lingua ma il regalo che dal Mingsham¹ mi fecero si attivò appena presi il primo libro.

Si trattava di un sistema virtuale che solo io potevo vedere, aveva moltissime funzioni ma erano bloccate, perché ero troppo giovane e non avevo i requisiti per accedervi.

Tra le tante c'era un sistema di traduzione e apprendimento rapido.

I libri, che semplicemente prendevo in mano, venivano tradotti e memorizzati nella mia mente.

Più di una volta la mia balia venne in biblioteca a prendermi credendo che stessi giocando, così decisi che era più opportuno per me muovermi di notte.

Impiegai due anni per memorizzare tutta la biblioteca di casa.

Fu allora che si sbloccò anche la funzione impara lingue, ma a quel punto non ne avevo più bisogno perché avevo già imparato alla perfezione la lingua degli uomini di questo mondo sia parlata che scritta, tant'è che nell'ultimo anno il traduttore non era più entrato in funzione.

Avevo sempre avuto una grande abilità nell'imparare le lingue straniere, mi ricordo che prima di morire conoscevo ben otto lingue e mi stavo apprestando a studiare il cinese mandarino.

In ogni modo, il mio auto apprendimento mi aveva permesso di capire in che tipo di mondo fossi approdato.

Prima di tutto, il mondo in cui mi sono reincarnato si chiama Auria, in questo pianeta ci sono sei regni di cui due umani, quello in cui vivo si chiama Margala ed è governato dal re Alexander Williams I nel suo nome. Io sono il quarto figlio del duca Donald Malek e della duchessa Adria, come avrete capito ho altri tre fratelli e sono tutti maschi; il primogenito di noi si chiama Orazio, il secondo Evandel, il terzo Braxton ed infine ci sono io Drake, tra me e il terzogenito ci sono ben dieci anni.

Ci sono molte razze in questo pianeta come elfi, goblin, troll, orchi, folletti e nani, anche se sono difficili da incontrare perché tutti loro preferiscono rimanere all'interno dei propri territori, tranne i folletti a cui piace combinare guai e andare dove vogliono.

Fu proprio a causa di un folletto che la mia vita cambiò, mi stava giocando brutti scherzi già da qualche tempo. Avevo compiuto da poco sei anni, un giorno, tutti i miei giochi, regalatomi per il mio compleanno, scomparvero nel nulla, non che me ne facessi qualcosa, ma gli adulti mi accusarono di averli buttati e di dimostrare poca empatia nei confronti di coloro che me li avevano regalati, e che se anche non mi piacevano e non volevo giocarci avrei dovuto comunque custodirli con attenzione.

Il folletto era un po' arrabbiato con me perché non mi vedeva interessato, si aspettava, credo, che io mi mettessi a cercare i giochi che lui mi aveva nascosto o rubato non so bene, così per qualche giorno non successe nulla di noto, credo mi stesse osservando per capire cosa mi avrebbe fatto arrabbiare o reagire ai suoi scherzi.

Me ne stavo nel parco intorno al maniero a passeggiare, quando vidi qualcosa scintillare in aria che attirò la mia attenzione, la mia balia in quel momento si era distratta e io seguii lo scintillio che mi condusse in una zona del parco non curata, con erba alta e piante non potate, capii che lo scintillio era dovuto alle ali di una grossa libellula blu.

UN UOMO COME TANTI ALTRIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora