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330 giorni al 7 luglio

Erano fermi davanti al locale, Denki aveva dato appuntamento agli altri due all'ingresso e Katsuki aveva spento la seconda sigaretta nel giro di dieci minuti nel tentativo di non girarsi per tornare a casa a piedi.

«Izuku, Shoto!»

La voce di Denki lo fece saltare sul posto. Il biondo alzò un braccio ed andò incontro agli altri due, anche Eijiro fece qualche passo avanti.

Katsuki rimase indietro, serrò la mandibola e fissò la schiena di Eijiro perché sapeva che se si fosse spostato avrebbe visto gli occhi verdi che aveva evitato negli ultimi quattro giorni.

Izuku saltò letteralmente in braccio a Denki, quei due sembravano fratelli separati alla nascita. Girarono sul posto ridendo, Shoto salutò Eijiro con un cenno della testa e lui alzò la mano con un sorriso tranquillo.

Il bicolore, decisamente più calmo del suo amico, spostò lo sguardo su Katsuki corrugando appena la fronte. Era una frana con le presentazioni, Eijiro se ne accorse perché tirò l'amico per un braccio in modo da portarlo avanti.

«Shoto, lui è il mio coinquilino», disse come se stesse facendo conoscere due bambini. «Kats, saluta.»

L'occhiata che Bakugou gli lanciò sarebbe bastata ad uccidere sul posto chiunque altro, ma strinse comunque la mano del ragazzo.

«Sono Katsuki».

Shoto non ebbe modo di dire niente. Izuku si era letteralmente lanciato a terra dalle braccia di Denki ed aveva spostato Shoto di lato con gli occhi sgranati.

Si ritrovò a fissare le iridi rosse di Bakugou più vicino di quanto pensasse, le mani ancora artigliate al braccio di Shoto, le labbra schiuse in un'espressione di pura sorpresa.

«Kacchan?» chiese con un filo di voce.

Bakugou rimase impassibile nonostante dentro stesse urlando. Respirò a fondo, poi lasciò uscire l'aria in un sospiro.

«Deku», rispose infilando le mani nelle tasche dei jeans.

«Vi conoscete?»

Shoto voltò la testa verso l'amico con aria confusa, Eijiro e Denki evitarono accuratamente di guardarsi per non scoppiare a ridere.

«È il meccanico», borbottò Izuku imbarazzato. Bakugou si sorprese leggermente nel constatare che avesse parlato di lui all'amico.

«Oh, il meccanico», sul viso di Shoto comparve un sorrisetto ma non aggiunse altro.

«Bakugou è il nostro coinquilino», intervenne Denki mentre si avviavano verso l'ingresso del locale. Izuku annuì appena, di colpo si pentì di non aver indossato la camicia col collo alla coreana che gli faceva le spalle larghe.

Imprecò mentalmente due secondi dopo per aver pensato qualcosa del genere, poi voltò la testa verso Katsuki che camminava al suo fianco.

«Tu lo sapevi?»

«Uh?», il meccanico voltò appena la testa. Spinse la porta e la tenne aperta per far passare gli altri, Izuku passò per ultimo.

«Sapevi chi ero?»

«L'ho scoperto qualche giorno fa per caso, non ci siamo visti da allora», mentì stringendosi nelle spalle.

«Già», il verdino passò una mano a grattare la nuca. «Come mai l'officina era chiusa, in questi giorni?»

Kirishima sembrò strozzarsi con l'aria, Bakugou gli lanciò l'ennesima occhiata terrificante prima di prendere posto al tavolo che era stato riservato per loro proprio sotto al palco. In qualche modo si ritrovarono seduti uno di fronte all'altro.

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