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4 giorni al 7 luglio

La mattina del tre luglio, Katsuki si svegliò senza sapere che tutta la sua vita stava per cambiare radicalmente.

Sembrava una giornata come tante; faceva davvero caldo ed il suo primo pensiero fu che Izuku sarebbe sicuramente voluto andare in piscina.

La sera prima era stato costretto a riportarlo a casa, il lunedì era la giornata preferita di Izuku in accademia perché scopriva quale stile artistico avrebbero adottato per quella settimana.

Gli occhi gli brillavano sempre, quando ne parlava.
"È come una sorpresa ogni settimana!", diceva agitando le mani come suo solito quando esprimeva qualcosa che lo emozionava particolarmente. Katsuki ridacchiava e gli scompigliava distrattamente i capelli, a volte gli diceva che sembrava uno di quei giocattolini cinesi che non stanno mai fermi e lui gonfiava le guance cercando di fingersi offeso.

C'era una quotidianità rassicurante nel loro modo di punzecchiarsi, ridere, litigare e fare l'amore; come se fossero nati uno per l'altro e, allo stesso tempo, come se non si conoscessero mai abbastanza.

Il biondo passò una mano tra i capelli e si girò nel suo letto per recuperare il telefono sul comodino: niente messaggi dal verdino. Sicuramente dormiva ancora.

Sbuffò e gli inviò la faccina di un omino arrabbiato; oddiava ammettere quanto gli mancasse, anche solo dopo poche ore. Constatò un'unica, triste e solitaria spunta sotto il suo messaggio e sbuffò più forte come se questo avrebbe cambiato le cose, poi si alzò dal letto per andare a farsi un caffè; Denki era in cucina con Shinso, lo salutò allegramente mentre il viola se ne stava appollaiato sullo sgabello vicino allo snack.

«Sai come la penso», diceva muovendo una mano davanti al viso. «Thor batte Capitan America mille volte. È un cazzo di Dio!»

Denki storse il naso porgendo a Bakugou la sua tazza di caffè in modo automatico, lui non si oppose e sorseggiò la bevanda ascoltando la discussione.

«Ma è proprio questo il punto!» esclamò il biondo allargando le braccia. «È facile essere il più forte degli Avengers se hai il potere di controllare i fulmini. Capitan America era un eroe prima di essere super forte! Ce l'aveva nell'anima!»

«Puoi fare il sentimentalista quanto ti pare; resta il fatto che se la bomba fosse stata vera, Steve Rogers sarebbe esploso come qualsiasi altro umano. Thor no.»

«Ma che ne sai?! Loki è morto, cosa ti dice che Thor non possa morire?»

«Che cazzo dici? Ma l'hai vista o no la serie tv di Loki?»

«Io sì, tu?»

«Nah, mi piace solo innervosirti»

Katsuki capì che la discussione stava degenerando, e non aveva assunto ancora abbastanza caffeina per sostenere tutte quelle urla, così si affacciò in camera di Eijiro ma il letto era rifatto e le tapparelle erano alzate.

Aggrottò la fronte, poi si rese conto che era lunedì e che probabilmente era a lavoro. 
C'era qualcosa di strano in quella mattinata, si sentiva come sospeso in una dimensione tra tempo e spazio che non riusciva a definire davvero.

Prese di nuovo il telefono, niente messaggi. Non sapeva spiegare nemmeno lui il particolare senso di panico che sembrava attorcigliargli le budella. Non era la prima volta che Izuku non rispondeva perché era in accademia, anzi. Succedeva spesso, come lui a volte non rispondeva mentre era a lavoro.
Eppure, quella mattina Katsuki provava uno sgradevole conato di vomito ogni volta in cui realizzava che Izuku non gli aveva ancora scritto. 

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