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29 giorni al 7 luglio

Shoto era a casa di Eijiro.
Bakugou era a lavoro e Denki era a casa di Shinso, così si erano piazzati sul divano con Shoto che scriveva con il pc poggiato sulle gambe incrociate ed Eijiro dietro di lui che leggeva quello che scriveva con la testa posata sulla sua spalla.

Per quanto assurdo, il bicolore non era affatto infastidito dal fatto che il ragazzo leggesse ciò che di più intimo riusciva ad esternare, soprattutto perché proprio lui era il motivo di quell'ispirazione che gli aveva fatto superare il blocco dello scrittore.

Eijiro era un lettore oggettivo, se qualcosa non lo convinceva glie lo faceva notare e per Shoto era una mano santa.

Mentre scriveva gli venne in mente la proposta di Fuyumi e le dita esitarono per un attimo sulla tastiera; gli venne un'idea, e prima di potersene pentire digitò sul foglio "vuoi venire con me a trovare mia madre?".

Eijiro notò subito qualcosa di strano, la sua testa si mosse appena contro la spalla di Shoto, poi alzò la mano per indicare lo schermo.

«Aspetta», borbottò confuso. «Che c'entra questo con quello che stavi scrivendo? È una specie di plot twist?»

Shoto sorrise un po' per la situazione, un po' per il modo in cui Eijiro era in grado di scaldargli il cuore.

«No, non c'entra con la storia», ammise chiudendo il pc ed alzando lo sguardo su di lui. «Fuyumi vuole andare a trovare la mamma tutti insieme sabato, le farebbe piacere se ci fossi anche tu. E piacerebbe anche a me.»

Le labbra del rosso si schiusero per la sorpresa, poi sorrise e cinse la vita del ragazzo nascondendo il viso contro il suo collo. Si limitò ad annuire, la verità era che provava un'emozione tanto forte da riuscire a malapena a mettere due parole sensate in fila.

Quando Shoto gli aveva raccontato di sua madre, Eijiro si era stupito per quanto fossero simili le loro vite ed aveva capito che nessuno al mondo avrebbe mai potuto comprendere ed accogliere il suo passato come aveva fatto lui.

Rei era una donna infinitamente dolce, ma anche troppo fragile.

Veniva da una famiglia di ricchi imprenditori; suo padre, noto avvocato e proprietario di uno degli studi legali più importanti del paese, decise di combinare il matrimonio di sua figlia con Enji, erede dell'impero economico di suo padre.

Sembrava una scelta conveniente, ed all'inizio Enji era apparso come un principe azzurro: bello, ricco ed infinitamente dolce. L'aveva conquistata con i suoi abbracci saldi e la dolcezza negli occhi del colore del cielo.

Le cose iniziarono a cambiare dopo il matrimonio, quando Rei si rese conto che Enji non aveva nessuna intenzione di seguire le politiche aziendali del padre. Alla morte dell'uomo, infatti, prese le redini dell'azienda trasformandola in un caos di sfruttamento e frode fiscale che lo fecero annegare presto in debiti che Rei e la sua famiglia dovevano estinguere.

La nascita di Touya fu la luce che impedì a Rei di mettere fine a quella vita fatta di urla e rabbia. Lo amò con tutta sé stessa, si aggrappò a quel bambino più di quanto non fosse lecito fare, ma non aveva la forza di proteggerlo da suo padre.

Era Touya, innocente e costretto a crescere prima del previsto, a nascondere spesso e volentieri il suo malessere alla madre.

La sera in cui Rei sfregiò Shoto, in preda alla follia causata da suo marito, il suo mondo sembrò sgretolarsi definitivamente; Enji trovò la scusa perfetta per far chiudere la moglie in un ospedale psichiatrico in modo da poter gestire le sue finanze a proprio piacere.

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