( e i g h t e e ; n )

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Changbin fisso Hyun con gli occhi spalancati, la ragazza al contrario avevo uno sguardo spietato, ma non verso i suoi rapitori, ma verso di lui

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Changbin fisso Hyun con gli occhi spalancati, la ragazza al contrario avevo uno sguardo spietato, ma non verso i suoi rapitori, ma verso di lui.
"No- è impossibile." Il ragazzo cominciò a balbettare. "Hyun?" Il nome di lei sembrava una supplica.
"Hai ragione Hyun è uno spettacolo abbastanza divertente." Disse Hongjoong in modo sadico avvicinandosi al povero ragazzo legato.
"Io toglierei l'abbastanza." Lo seguì a ruota Yeosang.
"Cosa-" Changbin era confuso, non capiva più niente. Cosa stava succedendo? Dov'era? Chi erano loro? Perché Hyun è con loro? Chi è veramente Hyun? Era tutta una recita?
"Dovremmo spiegargli tutto?" Domandò Wooyoung notando lo sguardo smarrito del loro prigioniero, in un certo senso gli faceva un po' di pena.
"E se scappa e dopo rivela il nostro piano al padre?" Chiese Jongho.
"Non siamo in un film Jon è poi il nostro piano è questo, non c'è nient'altro di particolare." Fece notare Mingi.
"Il divertimento è finito." Sussurò triste Seonghwa sedendosi su una sedia lì vicino ed appoggiando i piedi sopra il tavolo là vicino.
"Ash, potete stare zitti un attimo devo pensare!" Esclamò la ragazza porta si le mani ai capelli. "Usciamo, discutiamo e poi decidiamo, va bene? Niente più atteggiamenti impulsivi." Disse lanciando uno sguardo omicida a San.
"Sono d'accordo." Hongjoong che per tutto quel momento era stato in silenzio a guardare parlò avvicinandosi verso l'uscita.
"Hyun." La richiamò, era l'ultima ad uscire.
"Non sono Hyun io Changbin." Rispose freddamente per poi uscire.

L'adrenalina e la confusione del momento erano passati, stava piano piano realizzando tutto quello che era successo. Hyun, se veramente era quello il suo nome, lo aveva tradito, aveva tradito la famiglia Seo e soprattutto lui. Però dopo qualche secondo si ritrovò a ridacchiare, nessuno era mai riuscito a prendersi gioco di suo padre, in un certo senso lo faceva ridere. Ma perché tutto quello? Certo suo padre aveva molto nemici, c'era l'imbarazzo della scelta a volte, ma nessuno era mai riuscito ad essere un passo avanti di lui.
Solo dopo realizzò una cosa, se Hyun ce l'aveva con suo padre lui doveva averle fatto qualcosa e nonostante sembrasse uno scemo, lui sapeva che suo padre non era un santo. Cosa le aveva fatto per farsi odiare così tanto?
Dopo quei pensieri passò ad osservarsi intorno, non era in uno scantinato sporco come succede nei film, anzi, era chiuso in una camera letto vuota, con solo un materasso per terra e delle lenzuola. C'era una finestra, ma aveva la tende scure tirate così da non vedere cosa c'era al di fuori. Le pareti erano di un verde morto e rovinato e sempre su di essi c'erano delle specie di tagli fatti con un coltellino e delle scritte.
Cominciò a fissare il pavimento quando sentì il rumore della serratura, alzò immediatamente lo sguardo ed incontrò quello freddo ed affilato di Hyun.

"Qual è il tuo vero nome?" Domandò Changbin.
"Perché dovrei dirtelo?" Ribatté lei sedendosi a gambe incrociate sopra il materasso che c'era nella stanza.
"Voglio sapere come chi parlo, voglio sapere il suo vero nome." Marcò le ultime parole.
"Harin." Rispose.
"Bene Harin, non credi che mi meriti delle spiegazioni?"
"Come mai se così calmo? Di solito in situazioni simili dovresti piangere, gridare e robe del genere?"
"Non siamo in un film Harin." Disse con sarcasmo riprendendo quanto detto da Mingi qualche minuto prima. "Posso delle spiegazioni?"
"Perché continui a fingere davanti a me?"
"Sei una sconosciuta, perché dovrei fidarmi?" Chiese con sarcasmo, a quelle parole Harin sentì il suo cuore creparsi, ma se lo meritava.
"Vuoi le tue spiegazioni?" Domandò, lui annuì.
"Ti ricordi il disastro successo ad una delle fabbriche di tuo padre, il disastro del 2012, dove sono morti o rimasti feriti oltre due Milà operai?" Si alzò e si avvicinò a lui. "Tra di loro c'erano i miei genitori." Era davanti a lui. "Tuo padre ha rovinato la mia vita." Sussurò a denti stretti a pochi centimetri dalla sua faccia.
"Ma è stato un incidente..." Sussurò Changbin confuso.
"Oh, era stato fatto per farlo sembrare." Il suo tono era ricco di eccitazione, non vedeva l'ora di far aprire ancora di più gli occhi. "Tuo padre era stanza di avere tutte quelle bocche da sfamare, ma si gli avesse licenziati di punto in bianco avrebbe fatto brutta figura e non avrebbe guadagnato niente." Cominciò a spiare sedendosi sulle gambe di Changbin. "Oh, ma c'è un modo!" Esclamò mettendo il braccio sinistro dietro il suo collo. "Perché non siamo fuoco alla fabbrica? Avremo una ragione per mandarli via e di guadagnamo anche i soldi dell'assicurazione. Due piccioni con una fava. Non credi Seo Changbin?" Il ragazzo rimase sorpreso da quelle parole, aveva dato a suo padre molti aggetti i orribili, ma mai lo avrebbe immaginato un assassino. "Mio padre è morto cercando di salvare mia madre e mia madre è stata colpita in testa da una trave di legno, risultato? Demenza. E quello strano di tuo padre non ci ha dato un centesimo." Sussurò a denti stretti prendendolo per il colletto. "Perciò si, ho le mie ragioni per fare tutto questo." Mollò la prese ed uscì dalla stanza.

Angolo autriceScusate per l'orario ma ho scritto questo capitolo in fretta e furia, perciò saranno presenti anche alcuni errori,portate pazienza, più avanti sistemerò il tutto <3

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Angolo autrice
Scusate per l'orario ma ho scritto questo capitolo in fretta e furia, perciò saranno presenti anche alcuni errori,portate pazienza, più avanti sistemerò il tutto <3

[⛓️] 𝐬𝐢𝐝𝐞 𝐞𝐟𝐟𝐞𝐜𝐭 ❲𝐬𝐞𝐨 𝐜𝐡𝐚𝐧𝐠𝐛𝐢𝐧❳Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora