Avevo chiesto più volte a mia madre cosa fosse l'amore e lei mi ha sempre risposto con tre parole: "fedeltà, sincerità e rispetto".
Era molto sintetica e fredda quando le ponevo quella domanda e a me la sua risposta non soddisfava mai; pensavo che c'era molto più di quelle tre parole, che c'era un mondo vastissimo dietro un sentimento così potente.
Non mi aveva mai risposto con ciò che provava per mio padre, lei era una donna austera, fin troppo schematica, programmava la mia vita passo per passo, decideva: che scuola dovevo fare, che hobby dovevo avere, che persone dovevo frequentare...
Lei mi voleva bene, mi amava, e tutte le sere, quando io riposavo il telefono e puntavo la sveglia, veniva da me e mi chiedeva come fosse andata la mia giornata, poi mi dava un bacio in fronte, spegneva la luce e chiudeva la porta.
Restava il fatto che il significato dell'amore lo teneva per se, vedevo come si emozionava quando leggeva i suoi romanzi rosa preferiti; forse mi voleva proteggere.
Perché le ponevo sempre la stessa domanda? Perché mi sembrava mi fossi innamorata, ma non ero sicura e pensavo che se avessi avuto una spiegazione magari avrei capito cosa provavo.
«Ti capita mai di sentirti... sola?», mormorai.
«Si, ma è normale, tutti, alle volte, ci sentiamo così».
Alzai gli occhi al cielo, ammirai le stelle e la luna.Era un noioso sabato sera che avrei voluto passare a casa, ma che alla fine avevo dovuto cambiare i piani per salutare un'ultima volta le mie amiche, prima della grande partenza.
Era lo stesso cielo di sempre che mi fissava, lui costantemente soffocato dalle nuvole d'inquinamento ed io sempre con lo stesso cuore un po' pezzi.
«Se ti fa stare male perché non lo lasci?».
Una domanda così semplice eppure non trovavo mai una risposta esaustiva che mi convincesse al punto di fare il grande passo.
Portai la cannuccia alle labbra bevendo l'ultima goccia del mio cocktail, poi controllai il display, aspettavo la sua chiamata per vederci.
«Facciamoci una foto!», esclamai esaltata.
Mi avvicinai alle mie amiche e scattai; ecco pronta la risposta al messaggio di mia madre che tutte le sere alla stessa ora mi chiedeva dove e con chi fossi.
Tolsi il tono falso che aveva mascherato la mia voce e risposi a Mattia.
«Amore. Sto venendo a prenderti», disse, sembrava nervoso, lo vedevo già con quella sigaretta in mano che riempiva la sua auto di fumo.Salii in macchina e cercai di salutarlo con un bacio, ma fui respinta.
«Che hai?»«Sento puzza di alcol, hai bevuto?», domandò.
«Ma che dici! Assolutamente no, ho solo assaggiato»
«Mi avevi detto che saresti uscita solo per farti quella maledetta foto»
«Infatti è così».
Tornò a tacere e ci dirigemmo nel suo garage.
Mi lasciai andare sulla sedia in legno, sistemai i lacci delle scarpe ed indossai la felpa, quella sera c'era più freddo del solito.«Odio quando metti quelle magliettine che non ti coprono un cazzo», il suo tono s'irrigidiva ad ogni frase.
«Dai! Smettila di fare il geloso».
Mi avvicinai a lui e gli accarezzai il viso rugoso per la sua espressione arrabbiata, cercai di stirargli le sopracciglia aggrottate con i pollici e funzionò.Mi baciò ripetutamente il collo, io gli lambii le braccia e la schiena; fuori c'erano zero grandi e dentro centodieci.
Non sapevo se farlo con lui mi piaceva, amavo essere posseduta, ma non dominata. Lui mi baciava, mi bramava, mi divorava; si prendeva la mia anima senza chiedere il permesso e poi, alla fine, mi lasciava vuota in un campo arido, che non era altro che il mio cuore.
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Oltre i miei occhi
RomanceL'amore è incoerenza allo stato puro, un attimo prima sei seduta sulle sue gambe e l'attimo dopo gli stai urlando tutto l'odio che provi, tutta l'amarezza accumulata non solo per colpa sua, ma anche per come sta andando la tua vita. Dalle amiche che...