Darkness

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Martino sapeva che quel giorno sarebbe arrivato, lo aveva immaginato innumerevoli volte nella sua testa con mille domande e aspettative, ma adesso che quel momento è arrivato come un'onda a travolgere e sconvolgere tutti i suoi piani, non aveva la minima idea di cosa fare.

Si sente inutile e impreparato nonostante tutto, nonostante Nico gli abbia detto un sacco di volte di non lasciarsi prendere dal panico e dallo sconforto, nonostante i suoi amici fossero tutti pronti a sostenerlo, nonostante i consigli di Maddalena e della madre di Nico...

Lui non sapeva che fare.

Il suo ragazzo era a letto da due giorni, piangeva e a volte urlava di dolore. Niente di visibile, nessuna ferita sanguinante o ossa rotte.. semplicemente, il male si era rifugiato nella sua testa e Martino non sapeva come farlo uscire..

Se ne sta in soggiorno a disperarsi, aveva promesso a Niccolò che non lo avrebbe mai lasciato da solo, ma vederlo così gli spezzava il cuore e non poteva sopportare di stare in quella camera un secondo in più.
Aveva bisogno di ritrovare un po' di lucidità, pensare, cercare la forza di reagire e tornare da lui.. ma non aveva la minima idea di come fare a superare le sue paure.. in quei momenti, si rendeva conto che la malattia di Nico pesava come un macigno sopra la sua testa.

Per la prima volta da quando stavano insieme, aveva pensato per un secondo di scappare via.. di non farcela, arrendersi, dividere le loro strade e cercare una scusa per allontanarsi da quell'oscurità che ogni tanto lo inghiottiva senza preavviso.
Quel pensiero non è durato molto.. non saprebbe mai perdonarsi una cosa del genere, e lui senza di Nico non ci voleva stare.. non importa quanto difficile possa essere, troveranno un modo tutto loro di affrontare la vita.

Apre la pota d'entrata e Giovanni lo abbraccia subito.. nella confusione del momento lo aveva chiamato per supporto morale, non sapeva cos'altro fare.

"Allora? Come sta?" Chiede Giovanni preoccupato.
"Male.. non so più che fare Giò, non riesco nemmeno a stare lì con lui..mi sta uccidendo questa situazione."

Si siedono sul divano e Martino non riesce a trattenere le lacrime, si sente in colpa a starsene lì seduto a frignare, mentre Nico sta sicuramente molto peggio di lui in quel momento.. ma deve ricaricare un attimo le batterie, dopo essere stato per due giorni chiuso in camera con lui ad assorbire il suo dolore.

"Non so come fare Giò, mi sento inutile.. non ce la faccio più a sopportare questo peso, forse... forse non sono la persona adatta...?"
Giovanni lo guarda sbarrando gli occhi, prima di mettergli una mano dietro al collo e guardarlo dritto in faccia con aria severa.
"Non dirlo neanche per scherzo Marti! Sei più forte di così.. lo so per certo.. devi solo pensare fuori dal momento, non farti trascinare giù, pensa...non lo so...a quando sarà tutto finito e starà bene di nuovo, pensa a cosa vorresti fare non appena si riprende, pensa a cose felici!"

Martino sospira e si asciuga le lacrime.
"Seh... facile a dirsi, ma sono due giorni che non smette di piangere Giò.. mi sta straziando questa cosa.. sono sfinito, davvero."
Giovanni abbassa lo sguardo, la responsabilità che Martino si stava caricando sulle spalle è effettivamente più grande di lui, ma voleva aiutarlo in qualche modo.. pur non sapendo bene cosa si sarebbe trovato davanti..
"Senti.. posso vederlo? Voglio darti una mano.. voglio stare un po' con lui, magari tu intanto puoi farti un giro, prendere aria, non lo so.. pensi possa aiutarti?"
Martino gli sorride brevemente, in realtà farsi una doccia e rimettersi in sesto non gli dispiacerebbe neanche un po'.

Giovanni apre piano la porta della camera, c'è una lampada accesa sul comodino e vede Nico disteso ad occhi chiusi. Non sa se stia dormendo, si siede sul letto e lo osserva per un attimo.. ha il volto pallido, i capelli spettinati, sembra fragile e vulnerabile come non lo aveva mai visto.
Qualche secondo dopo, lo vede aprire gli occhi e guardarlo con aria confusa.
"Ehi.. Marti aveva bisogno di una pausa, spero non ti dispiaccia se sto qua io per un po'.."

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