Capitolo 4.

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"sta sera andiamo a un locale che ha appena aperto" dice Vic entrando in salone intenta a mettersi il suo amatissimo chiodo nero "va bene" diciamo in coro io, Ethan e Tomas che stiamo cercando qualcosa da guardare in tv visto che è brutto tempo fino alle 6 "do vai Vic" dice Tomas, girandosi verso la bionda che sta cercando le sue chiavi di casa "devo comprare un vestito" risponde quasi ovvia come se noi lèggessimo nella sua mente, butto la testa in dietro sul divano e lancio il telecomando sul cuscino "ci rinuncio non c'è niente da vedere"  dico per poi alzarmi e andare in cucina "avete fatto la spesa" urlo ai due ragazzi sul divano "no" dicono in coro, bene il frigo è vuoto, vado in camera metto la giacca e predo le chiavi della macchina " vado a fare la spesa, sennò non ceniamo" li avverto prima di chiudermi la porta alle spalle e raggiungere la macchina più in fretta possibile per non bagnarmi.

alla fine abbiamo cenato con un semplice piatto di pasta che ha cucinato Vic, e ora ci stiamo preparando per uscire, da quel che ho capito ci saranno anche Lorenzo e Andrea con qualche amico e due ragazze, di cui una secondo Lollo potrebbe piacermi, ma personalmente non mi interessa ho ancora lei in testa per qualche assurdo motivo non riesco a pensare ad altro, i sui capelli color miele, lisci e morbidi come le sue labbra dolci e rosa che aspirano il fumo della sigaretta in modo calmo e lento non vanno via dalla mia testa "Damià invece di impallarti predi le chiavi della ,macchina e muovi il culo" di ce la ragazza vicino a me interrompendo i miei pensieri, predo le chiavi e seguo gli altri, ma sta volta non guido io ma Ethan visto che non so dove stiamo andando, saliamo in macchina e a me capita il posto dietro, facciamo a giro, mi appoggio al finestrino e guardo fuori, il tempo è cambiato è ancora un po nuvoloso ma si vede la luna e le stelle più luminose, c'è un pò di vento e gli alberi si muovono leggermente facendo sentire il brusio delle fogli, sta arrivando l'autunno e tra qualche settimana le foglie cominceranno a cadere, le giornate saranno più corte, la gente metterà il giacchetto, ci saranno pozzanghere ovunque e sopratutto non ci sarà più la spensieratezza dell'estate. Siamo arrivati pensavo fosse più lontana, esco dalla macchina e mi guardo in torno, è piena di gente hanno tutti più o meno dai 16 ai 23 anni la metà è ubriaca e l'altra metà è arrivata ora e in quel momento l'attenzione mia come di quasi tutte le persone che sono li cade su una macchina, una Porsche nera da cui scende in modo elegante Beatrice, in tutta la sua bellezza con un vestito bianco corto e attillato con  Stelio ai piedi e borsetta in mano i capelli questa volta hanno i boccoli che le stanno divinamente, cammina con postura perfetta tra la gente e ogni tanto si ferma a salutare qualche ragazzo o ragazza con due baci sulla guancia e un'abbraccio "bella vero" mi dice Andrea mettendomi una mano sulla spalla guardando Bea, non rispondo voglio sentire cosa ha da dire "è una amica di Leonardo ci ho già parlato un po' di volte e come tutti compreso te a quanto pare penso che sia un piccolo angelo" dice mentre lei si avvicina a noi, annuisco al mio amici e sorrido leggermente a lei, Andrea si fa avanti per salutarla ma lei lo supera e viene verso di me mettendomi le mani sulle spella e alzandosi in punta di piedi per lasciarmi un piccolo bacio sull'angolo della bocca "ciao Beatrì" gli dico mettendo una mano sul suo fianco, mi sorride spostando i capelli che aveva davanti la faccia "Ciao Dam" mi risaluta per poi girarsi leggermente e fare un cenno di saluto ad Andrea che ricambia per poi andare da gli altri che stavano andando a bere "che ci fai qui tu?" mi chiede sistemandomi la camicia "i miei amici hanno detto che era nuovo e volevano vedere com'era, tu invece?" gli dico calmo guardandola dalla testa ai piedi "delle mie amiche hanno conosciuto dei ragazzi e erano qui sta sera quindi hanno trascinato anche me" mi dice lei incrociando le braccia al petto e alzando gli occhi al cielo, rido per il suo gesto da bambina e lei mi guarda male "non è divertente io volevo andare a Trastevere" mi rimprovera ancora più imbronciata, gli fracco segno di entrare e annuisce senza fare storie, c'è la musica a palla e la gente urla per parlarsi sono tutti ammucchiati e quasi non sì riesce neanche a ballare mi faccio spazio tra la gente prendo la mano alla ragazza mora che cercava di starmi dietro con un po' di fatica arriviamo al bancone "vuoi da bere?" gli chiedo girandomi verso di lei "ti direi di si ma non voglio ubriacarmi quindi no" dice lei quasi rassegnata, annuisco e mi giro verso il barista "due birre grazie" gli dico sorridendo per poi girarmi verso di lei che mi guardava con le sopracciglia abbassate "eddai non ci credo che ti ubriachi con una birra" gli dico passandogli la bottiglia, la prede e mi sorride per poi cominciare a guardarsi in torno, sembra come se stia studiando tutti e tutto quello che ha in torno "usciamo" dice continuando a guardare le persone, annuisco per poi poggiare una mano dietro la sua schiena come per dirgli di camminare arrivati all'uscita dice una cosa a una ragazza con i capelli neri e poi esce seguita da me "allora damiano è la seconda volta che ci incontriamo senza organizzarci o conoscerci" dice lei cominciando a camminare "conosciamoci" gli dico io mentre bevo un sorso di birra e guardo lei che cammina per Roma come una bambina felice e spensierata "ok, allora mi chiamo beatrice ho 17 anni vivo a roma il mio gusto di gelato preferito è pistacchio ho un cane e mi piace fare shopping" dice lei sorridendo, scoppio a ridere "non devi mica presentarti come fai a scuola eh" dico tra le ristate beccandomi uno schiaffetto da lei "in tanto sai cose che prima non sapevi" mi risponde puntandomi un dito contro, alzo le mani prendendola in giro "allora io sono Damiano ho 19 anni sono di roma il mio gusto di gelato preferito è nocciola ho un cane e mi piace dormire, va bene?" gli dico imitando ciò che aveva detto lei prima, annuisce soddisfatta e poi si ferma "dammi il tuo telefono ti do il mio numero" dice dal nulla, lo sblocco e glielo passo digita il numero "come mi salvo?... lo so" scrive qualcosa senza farsi vedere e poi mi guarda " se non mi scrivi ci rimango male eh" rido e annuisco, va su foto e si fa all'incirca tre o quattro foto "ecco così non ti scordo di me" dice soddisfatta per poi ridarmi il telefono "come ti sei registrata?" gli chiedo alzando un sopracciglio, lei alza le spalle e torna nel locale "scrivimi" urla prima di entrare e lasciarmi li a guardare le sue foto come un ebete

————————————————————————spero vi piaccia <3

Brown Eyes// Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora