Capitolo 6.

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DAMIANO'S POV

guarda Roma esattamente come la guardo io sembra una bambina in un negozio di caramelle saltella qua e la in modo spensierato e un felice parlando di cose a caso che non sto ascoltando visto che sto guardando lei, è incredibile come la sua spensieratezza e felicità sia contagiosa, a interrompere la tranquillità è il mio telefono che suona "dimmi Tomas" rispondo prendendo il telefono dalla tasca "a Vic fanno male le scarpe vuole tornare a casa dove sei" mi spiega il mio amico e riesco a sentire la bionda che si lamenta per i tacchi toppo scomodi "Sono con Bea" la ragazza davanti a me appenda sente il suo nome e mi guarda come per chiedermi cosa stesse succedendo, scuoto la testa per dirgli che era tutto a posto e finisco la frase "torno più tardi" dico per poi salutarli e attaccare "se devi andare vai non è un problema" mi dice lei fermandosi e girandosi verso di me "tranquilla" dico andando verso di lei per lasciargli un tenero bacio sulle labbra e metter un braccio sulle sue spalle, non avevo nessuna intenzione di andare via è stata il mio pensiero fisso negli ultimi giorni e poi è tutto così tranquillo e sereno non ho nessuna intenzione di rovinare il momento, mi sorride e intreccia le dite con la mia mano che pendeva dalla sua spalla continuano a camminare "ho fame" dice lei guardandosi in torno per cercare qualche negozio aperto senza riuscire a trovarlo sono quasi le 2 di notte neanche un pazzo resterebbe al lavoro fino a quest'ora "è tutto chiuso" gli dico attirando la sua attenzione, sbuffa un po lamentandosi con me della sua cena in cui a quanto pare ha mangiato solo insalata per poi stare un po in silenzio e fermarsi di botto "andiamo a casa mia" dice cominciando a camminare dalla direzione opposta, ha davvero tanta fame, annuisco assecondandola "i tuoi non dormono?" gli chiedo seguendola "credo di si ma sono fuori per lavoro, quindi non sono a casa"di spiega lei mentre cerca qualcosa nella borsa, annuisco e giro nella via dove era parcheggiata la macchina seguito da lei che era rimasta dietro di me, sentivo il rumore dei suoi stivali che si movevano velocemente per raggiungermi "vai piano" dice lei ancora intenta a cercare qualcosa nella borsa, rido nel vedere quanto è buffa in questo momento "non ridere" mi rimprovera puntandomi un dito contro "d'accordo tu sali in macchina però" gli dico trattenendo le risate e aprendo la macchina, sale seguita da me "dov'è casa tua?" gli chiedo girandomi verso di lei "abito su via verdi sai dove sta?" mi spiega, annuisco ci abita Lorenzo so la strada a memoria "devi andare nella parte delle villette" annuisco e metto in moto la macchina mentre lei accende la radio e si appoggia al finestrino sorridente
dopo circa una quindicina di minuti arriviamo e lei dopo essere stata tre ore per cercare le chiavi apre la porta ed entriamo, la casa è enorme è circondata da un giardino tutto addobbato con una piscina illuminata, dentro la casa è perfettamente in ordine e molto più grande di come sembrava da fuori, lei corre subito in cucina tutta felice "tu hai fame?" mi chiede mentre apre il frigo, scuoto la testa in segno di negazione e lei annuisce prendendo una scatoletta di gelato per poi venire da me e darmi un cucchiaio "gelato alla nocciola il tuo preferito" dice tutta sorridente facendo ridere anche me, se lo era ricordata "ti ho detto che non avevo fame" gli rispondo ridendo, lei mi ignora e si mette sul divano e accende la tv e comincia a mangiare, mi metto vicino a lei e si accomoda sul mio petto, è tutto così calmo e tranquillo sento il suo profumo nelle narici e i sui capelli mi solleticano il collo, la mia mano fa su e giù lungo la sua schiena, mi sento a mio agio con lei non ho paura mi critichi e non ho neanche pensato prima di abbracciarla per attirarla a me facendo diventare tutto più intimo di quanto già non fosse "i tuoi che lavoro fanno?" gli chiedo sottovoce "hai presente Louis Vuitton" dice con gli occhi ancora chiusi, annuisco "è mio nonno" continua lei, non sapevo neanche fosse una persona pensavo fosse solo un nome di vestiti "i miei lavorano con lui e sono in Francia visto che è li che sta mio nonno e la sede principale" mi spiega sospirando per poi aprire gli occhi e alzare piano la testa "ti mancano?" gli chiedo accarezzandogli la schiena, scuote la testa in segno di negazione e torna appoggiata a me abbracciandomi, non mi aspettavo un si ci conosciamo da poco è abbastanza ovvio che non mi dica subito come sta "puoi dormire qui se vuoi" dice dopo un lungo silenzio "non avevo nessuna intenzione di andare via" rispondo sorridendo facendola ridere, ha un risata come quella di una bambina e sopratutto contagiosa, si stiracchia e piano piano si alza "andiamo in camera ho sonno" annuisco e la seguo, saliamo una scalinata che porta a un'altro piano altrettanto grande "quella è la camera dove di solito dorme mio cugino c'è un armadio predi qualcosa di più comodo e poi vieni in camera mia è quella infondo al corridoio" mi spiega lei mentre si strofina gli occhi, annuisco e mi dirigo verso la camera, apro l'armadio, predo una tuta e mi cambio per poi uscire e andare nella sua stanza entro e la trovo seduta davanti allo specchio a struccarsi, mi sorride guardandomi dal riflesso, e nel frattempo mi metto sul letto e la guardo, ha i suoi splendidi capelli color caramello legati in una coda alta disordinata, un pigiama rosa di seta corto che lascia scoperte le sue gambe con la pelle d'oca, il viso è calmo e rilassato e non cambia quasi per niente senza trucco "so di essere bella ma non fissarmi mi metti in soggezione" dice senza guardarmi facendomi ridere, per poi alzarsi e sdraiarsi vicino a me "notte dam" dice lasciandomi un dolce bacio sulle labbra "notte Beatri"

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------spero vi piaccia<3

Brown Eyes// Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora