capitolo 10.

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BEATRICE'S POV
sono a casa sua, è con leonardo e matteo, due suoi amici che conosco anche io, e giocano alla play, abbiamo scoperto di conoscere un sacco di gente in comune, li guardo giocare tutti concentrati, non ho mai capito cosa ci fosse di così divertente, ogni tanto ci giocavo con mio cugino e i suoi amici ma solo perché non avevo niente da fare non ho mai capito come funzionava, eppure a loro sembra divertire tanto, mi alzo e vado in cucina, dove trovo Vic intenta a studiare, gli sorrido e prendo un bicchiere d'acqua, avevamo fatto amicizia e per come sono fatta io divento amica di una persona anche solo se ci parlo 5 minuti, mi piace parlare e non mi vergogno quindi faccio amicizia con tutti "stanno ancora giocando" mi chiede alzando la testa dal libro annuisco e mi siedo vicino a lei, non riuscivo a capire se gli stavo simpatica ogni tanto mi guardava e non capivo se bene o male "io nte sto simpatica ve" gli dico appoggiandomi allo schienale della sedia sorridendo, non è la prima volta che sto antipatica a qualcuno anzi succede molto spesso "invece sei n'sacco simpatica pe me però" si interrompe e mi guarda, e io la guardo a mia volta per farla continuare "come ti guarda dam, l'ha fatto con una persona sola e non è finita bene" dice sotto voce per non far sentire ciò che diceva ai ragazzi, mi guarda in modo normalissimo e non penso neanche che lui voglia iniziare qualcosa quindi non credo possa finire male "come mi guarda?" gli chiedo con le sopracciglia alzate, continuano tutti a dirmi che quando lo guardo mi brillano gli occhi e che sembro più felice, e davvero lo sono forse, ma è troppo presto per poter dire che mi piace veramente, entra Damiano in cucina e la ragazza torna subito ai suoi libri "stamo a usci vieni?" mi chiede mettendosi dietro di me annuisco e li alzo, saluto vic e vado in salone dove trovo gli altri che si mettono le scarpe, sento due mani che mi stringono i fianchi accarezzandoli leggermente provocandomi come mille scosse dietro la schiena, mi lascia un leggere bacio sul collo e sussurra "fa freddo non puoi uscicosì" sorrido e mi giro verso di lui "stai a parla co una che la sera di inverno esce con i vestitini ricordi" gli dico ridendo facendo ridere anche lui a sua volta, scuote la testa e va verso la porta, lo precedo e esco e, mentre scendo le scale, sento che mi posa una felpa sulle spalle per poi avvolgermi con un braccio "chi guida" dice Leo mentre cammina saltellando, sembrano tre bambini letterale, "io no" dicono in coro gli altri due "io sto davanti" dico io, allora matteo si mette a correre verso la macchina e entra perdendo il mio posto facendomi la linguaccia dal finestrino, rido e entro in macchina anche io "domani hai scuola?" mi chiede dam mentre mi fa appoggiare a lui, annuisco e chiudo leggere gli occhi, mi lascia un bacio sui capelli e mi accarezza il braccio "a che ora devi torna dalla festa de sta sera?" mi chiede sottovoce, mi ero quasi scordata della festa, e ancora ero indecisa sul vestito quello che avevo preso con lui era bello però non mi convinceva "non lo so" gli dico perdendo il telefono guardando la foto del vestito "poi fammi sapere ti vengo a prede io" dice spostandomi i capelli per vedere anche lui, annuisco " sicuro che questo mi stava meglio di quello rosso? faccio ancora in tempo a perdere anche quello rosso o a metterne un'altro ne ho tanti che non ho mai messo" gli dico velocemente, sui vestiti sono la persona più indecisa del mondo "beh se vuoi metterne uno che ti copre qualcosa non ti dirò di no però ti sta benissimo anche questo" dice sfacendomi ridere leggermente "non ho detto che non mi sta benissimo ma sei sicuro cento per cento che non me sta meglio quello rosso?" gli dico guardandolo, annuisce e mi spegne il telefono
DAMIANO'S POV
Leonardo e Matteo sono andati a casa e io sono a casa sua sdraiato sul suo letto mentre lei si sta truccando "i tuoi non c'è stanno mai?" gli chiedo ero stato un po' di volte a casa sua, anche a dormire, ma non avevo mai incontrato i suoi genitori "quasi mai dipende" dice senza guardarmi, non me ne aveva mai parlato e non volevo di certo obbligarla a farlo come lei non aveva mai obbligato me a dire niente "i tuoi invece?"  dice girandosi verso di me "vado a trova mi madre ogni sabato, che è la vuoi conosce?" gli dico continuando a guardare il telefono, non mi dispiaceva presentargliela, ride e si alza "no basta è l'ultimo vestito che me compro di questo colore nme sta bene" sbuffa davanti allo specchio, rido, sarà la ventesima volta che cambia idea su quel vestito "ma che stai a di" gli dico guadagnandomi un'occhiata, esce dalla stanza e la seguo scende le scale mette si mette il giacchetto di pelle e va verso la porta "dormi qua?" mi chiede prima di uscire, annuisco e mi avvicino a lei poggiandogli le mai sui fianchi "scrivimi quando vuoi tornare ti vengo a prendere" gli dico guardandola mi sorride "tranquillo non restare sveglio se hai sonno mi faccio dare un passaggio da qualcuno"  sussurra mettendomi le mani dietro al collo "scrivimi quando te devo venie a prede" gli ripeto abbassandogli un po' il vestito che copriva ben poco, mi lascia un leggere bacio e esce lasciandomi li con la sua immagine in pressa in testa come un cretino

————————————————————————spero vi piaccia ❤️

Brown Eyes// Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora