Capitolo 8.

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DAMIANO'S POV
entro a casa e vedo Tomas e Vic che fanno colazione con i soliti biscotti e le solite tazze, vic si gira verso di me e dice "do stavi ieri sera?" Tomas ride per qualche motivo a me sconosciuto "ho accompagnato Beatrice a casa" gli rispondo sedendomi sul divano "avete scopato?" dice vic con tono ovvio "no sarebbe più felice" gli risponde il ragazzo seduto davanti a lei, io non lo contraddisco perché probabilmente è come dice lui ma non gli darò neanche ragione quindi mi limito a non dire niente, mi alzo e vado verso la porta, non mi va di stare a casa "dove vai adesso? dovevamo andà a comprare il regalo a lorenzo" mi dice la bionda scocciata, predo la giacca e gli do un bacio leggere sulla testa "fate voi per il regalo torno sta sera" gli dico con tono dolce so che si sarebbe preoccupata lo fa sempre, mi guarda un po' incerta e annuisce le sorrido e esco, vic credo sia l'unica persona che sa quasi tutto di me magari manca qualche piccolo particolare ma sa le cose più importanti e capisce sempre quando qualcosa non va anche se non lo faccio vedere solo il vederla ridere quando la mattina vede il cornetto sul tavolo mi migliora le giornate più di quanto può pensare, e se lei pensa che Beatrice mi piace è così perché lei lo capisce sempre, ma il problema è che sta volta l'ho capito anche io la notte che ho passato con lei credo sia stata la più spensierata dell'ultimo periodo non so perché ma mi fa uno strano effetto quella ragazzina che però conosco da troppo per dire che mi piace, è la classica ragazza spensierata senza problemi piena di amici che come unico pensiero ha cosa mettersi per rimorchiare qualcuno per poi scaricarlo e trovarsene un'altro, quella ragazza che ti accetta la richiesta su insta ma non ricambia perché non può avere più seguiti che follower, quella che quando passa tutti si fermano a guardarla perché è fatta per stare al centro dell'attenzione che sa come essere elegante anche con un vestito che non gli copre niente e che non appare mai volgare, quella che desiderano tutti e che può avere tutti, e forse sotto sotto la desidero anche io proprio come i miei amici ma al contrario loro non mi metto a guardargli il culo quando passa penso abbia gli occhi molto più belli, mi siedo su una panchina e accendo una sigaretta e predo il telefono, vado sul suo contatto, nella foto profilo c'è lei seduta da quinto, classico ristorante per ricchi dove devi prenotare mesi prima per un tavolo, è con una sua amica quella che stava l'altra sera alla festa, ha un vestito rosa corto ma non troppo i capelli mossi ed è leggermente truccata, questa ragazza è un piccolo angelo, sembra così innocente ma è tutt'altro, dal nulla mi arriva un suo messaggio
-vieni a Trastevere- 
fare le domande non è il suo forte, anche se avrei comunque detto di si
-arrivo-
mi alzo e vado a perdere la macchina, salgo e parto, è una bella giornata oggi c'è il sole e stranamente poco traffico saranno  tutti a fare passeggiate in dei parchi o all'eur, il perché sta a Trastevere di giorno lo sa solo lei, scendo e vado vero di lei che stava mangiando una crep seduta su un muretto, rido guardandola sembra una bambina ha tutta la nutella sulle guance e sulle dita i capelli che vanno contro vento e dondola le gambe che non toccano terra, mi sorride "ne vuoi un pezzo" dice passandomi la crep, mi avvicino e la guardo, le sue labbra con la nutella sono più invitanti di una stupida crep, gli lascio un bacio sulle labbra che lei asseconda per poi staccarsi sorridendo "beh come vuoi allora la mangio tutta io" dice addentando la sua amata merenda prendendo più carta che altro, mi siedo vicino a lei e la guardo, jeans neri strappati sulle ginocchia maglietta Versace  dottor martens, forse non è così parolina come pensavo, "perché mi hai detto di venire qua?" gli chiedo spostando i capelli che gli erando andati davanti al viso per colpa del vento, alza le spalle e si guarda intorno sembra stia studiando ogni singola persona poi si ferma a fissare un gruppo di tre ragazze e sbuffa, mi giro verso di lei e la guardo interrogativo "quella con la tuta mi ha tirato i capelli a quattro anni" dice accigliata facendomi scoppiare a ridere "seriamente c'è l'hai con lei per una cosa del genere" gli dico ridendo, mi guarda male e si alza "muoviti" dice cominciando a camminare, scuoto la testa e mi alzo raggiungendola mettendo un braccio sulle sue spalle per cercare di rallentarla "dove vuoi andare" non risponde e continua a camminare, la fermo e mi metto davanti a lei "mi danno fastidio  ci ho già litigato abbastanza volte" dice guardandole da lontano, gli sorrido e le accarezzo leggermente la guancia, chiude gli occhi e appoggi il viso sulla mia mano come se la calmasse "dove vuoi andà beatrì?" gli chiedo calmo "viale europa" dice sorridendo e come ogni volta io gli dico di si

Brown Eyes// Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora