I nostri corpi si incastravano alla perfezione; il mio metro e sessantatre combaciava perfettamente con il metro e settantacinque di Zayn. Quando mi stringeva tra le sue braccia, io mi sentivo protetta come se fossi stata a casa. Le sue spalle, anche se non troppo grosse, erano muri invalicabili per me. Le sue mani, quando intrecciavano le mie, erano come due pezzi di un puzzle che si incastravano perfettamente. Il suo sorriso, la parte migliore, era come il paradiso di Dante. Di tutti questi ricordi mi era rimasto impresso l'odore del suo profumo, lo si riconosceva immediatamente o almeno per me è sempre stato così. Ora non potevo più avere questi privilegi, il sapore amaro dei ricordi si faceva spazio e sapevo che non se ne sarebbe andato via facilmente. Ci trovavamo ancora con i piedi immersi nell'acqua tiepida della piscina, il buio intorno a noi e la pioggia che non cessava. Non volevo muovermi, il mio corpo era come un metallo in cerca di una calamita.
"Sai Zayn," dissi rompendo il silenzio, "ho sempre sperato che tu tornassi da me, solo non in questo modo. Credo sia meglio parlare solo in campo lavorativo e qualche saluto in qua e là.."
Lui non si mosse e ne disse niente, sapevo di averlo ferito di nuovo come ormai ero solita a fare. Mi alzai dal bordo della piscina e tornai verso casa lasciandolo li da solo. Andai direttamente in camera mia senza mai voltarmi indietro e cercai di non piangere mentre salivo le scale. Una volta chiusa la porta della mia stanza, mi avviai verso il bagno e mi guardai allo specchio.
Avevo occhi stanchi, lucidi e rossi per le lacrime che stavano piano piano rigando le mie guance. Non ero più quella di una volta, non riuscivo più a chiudere il mio cuore per non essere ferita. Da quando avevo rivisto Zayn la mia forza di volontà era scomparsa, con lui era come tornare la ragazza innamorata del proprio migliore amico, ma ormai non era più mio. L'avevo perso e andava bene così, o almeno è questo quello che pensavo. Mi rinfrescai velocemente e tornai giù in salotto; cercai di non incrociare lo sguardo di Zayn e di non stargli troppo vicino. Mentre mettevo in ordine alcune foto, il mio telefono squillò: era mamma. Risposi e le uniche parole che riuscii a capire dietro i suoi urli di panico furono: papà, ospedale, gravi condizioni. Presi velocemente le chiavi della macchina e uscii di casa sotto la pioggia battente. Giusto prima di aprire la portiera della macchina mio fratello mi fermò.
"Jane che diamine succede?" Mi chiese.
"Hanno.. Hanno sparato a papà ora lo stanno portando all'ospedale, dillo agli altri. Ci vediamo là" risposi senza guardare il suo volto dipingersi di panico. Salii in macchina, feci retromarcia e guidai più velocemente che potevo verso l'ospedale. Appena entrai nel pronto soccorso ordinai a Gomez di andare a parcheggiare la macchina e iniziai a cercare mio padre.
"Dottoressa Styles sta bene?" Mi chiese uno degli specializzandi.
"Cercami una ferita da arma da fuoco, entrato circa cinque minuti fa qui al pronto soccorso. Un signore sulla cinquantina, capelli neri e ricci e occhi di mio fratello. Il suo nome è Christian Styles. Mio padre." Dissi tutto d'un fiato.
"Jane!" Mi arrivò incontro mia madre che stava piangendo.
"Mamma.." La abbracciai, stringendola forte. "Papà dov'è?" Lei mi portò davanti a una stanza dove ero solita a cercare di salvare i casi più gravi prima di portarli in sala operatoria. Entrai senza neanche pensarci due volte e tutte le teste si voltarono verso di me. Presi una camicia e andai verso la barella dove giaceva mio padre. Cercai di tranquillizzarmi e iniziai a controllare le ferite riportate papà.
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Bleeding Love (Zayn Malik)
Fanfiction"Si certo, però prima devo dirtela io una cosa," presi un respiro profondo, "noi due non dobbiamo stare insieme Zayn. Chiaramente non hai potuto separarti da Martha e credimi mi va bene così. Perché deve andare così, noi non siamo fatti per stare in...