La fine della mia storia ❤️❤️
"Lud, ti ho detto di no!". "Dai, Vilu. Sarà divertente! Ti prometto che non sarai ridicola". Sbuffo incrociando le braccia sopra al pancione, e spostando lo sguardo per poi posarlo di nuovo nei suoi occhi. Ha le mani congiunte davanti alla faccia, come se stesse pregando, e il labbro inferiore all'infuori. "Forse per te sarà divertente! Di certo non per me!" esclamo sgranando gli occhi. "Ti preego!" supplica ancora mettendosi quasi in ginocchio. "Te lo prometto un'altra volta: non sarai ridicola". "Ah, no! Sembrerò una balena! In più mi vuoi far indossare un abito così stretto che si vedrà anche il bambino per il troppo attrito! E come se non bastasse ora mi vuoi anche truccare! Non dico che non sei brava, anzi... è solo che sarò ridicola". Sorride dolcemente, poggiandomi le sue mani sulle sue spalle. "Vilu, sei bellissima". Da quanto tempo non me lo sentivo dire? Certo, sentirlo da lei è un po' strano... di solito erano i ragazzi a dirmelo... uno in particolare. Le sorrido prendendola per le mani. "Sei troppo gentile. Com..." mi interrompe alzando una mano "Ma tranquilla, se non vuoi fare la sfilata va bene... chiederò a Fran o Cami". Rido scuotendo la testa a destra e sinistra. "E ora perché ridi?". "Sei sempre la solita!". "In che senso?" domanda curiosa accigliandosi. "Preghi tutti fino allo sfinimento, non ti arrendi mai, ma quando cercando di opporsi ti tiri indietro dicendo che non fa niente. Ottima strategia la tua... devi darmi qualche lezione!" esclamo facendola scoppiare a ridere, seguendola a ruota. Quanto le voglio bene? Troppo. Non si può spiegare, è la mia migliore amica da tutta la via. "Allora mi hai scoperta!" dice puntandomi l'indice destro contro ridendo, per poi continuare "Sono troppo forte!" esclama facendo il segno di vittoria, con due dita. Apro la bocca, stupendomi ancora di essermi stupita delle sue parole. Dovrei essermi abituata alle sue uscite, invece no. "Poco modesta, mi hanno detto!", ride ancora dandomi poi una pacca sulla spalla. "Allora? Ci stai?". Faccio un respiro profondo, guardandola profondamente negli occhi... so che me ne pentirò "Va bene". Di slancio mi salta al collo, stringendomi forte a sé. Il pancione non lo permette più di tanto, ma va bene così. "Grazie! Grazie! Grazie! Grazie! Grazie! Grazie! Grazie! Grazie! Grazie!" grida rompendomi un timpano. "Lud... non respiro". Si stacca da me, e per fortuna l'ossigeno torna a circolare normalmente nei miei polmoni "Oh, scusa!" dice con un sorriso che va da orecchio ad orecchio. "Grazie, Vilu. Non te ne pentirai". "Mmm, ne dubito. Sarò la più..." mi blocca ancora. Giuro che se lo fa un'altra volta le arriva una testata sui denti "Non dire che sarai ridicola perché altrimenti ti picchio!" mi minaccia puntandomi il dito contro. Scoppio a ridere, possibile che riesca a strapparmi un sorriso anche quando non ne ho voglia? "Ok, la più 'anormale' va bene?" le chiedo incrociando le braccia sopra al pancione ed alzando un sopracciglio. Parte in una fragorosa risata per poi annuire "Sì, la più 'anormale' va bene!". "Uh, d'accordo". Si morde il labbro inferiore, dandomi una pacca sulla spalla "Grazie, davvero. Non sai quanto sia importante per me". "Ma ti pare! Sei la mia migliore amica. Ci mancherebbe che non faccia una cosa per te!". Sorride dolcemente, abbracciandomi normalmente ed anche io la circondo con le mie braccia. I nostri abbracci sono sempre così calorosi. Mi scaldano il cuore... anche se siamo in pieno luglio! "Ehi, chicas! Che succede?" chiede una voce cristallina, con un lieve accento italiano "Nulla. Vilu ha accettato di partecipare alla sfilata" informa la bionda. Sulla faccia di Francesca compare un'espressione sorpresa, e sulle labbra un sorriso a trentadue denti. "Ah! Quindi ci sarai anche tu! Che bello!" esclama l'italiana spostando lo sguardo da Ludmilla a me. Mi acciglio. Ma come... Lud non aveva detto che se non avessi accettato avrebbe chiesto a... La bionda cerca di zittirla con il dito, ma io la fulmino con lo sguardo mentre lei mi guarda con un sorriso innocente e dispiaciuto. "E brava, biondina. Me la devo ricordare la tua strategia!". Alza le spalle e si morde il labbro, cercando di non scoppiarmi a ridere in faccia. Eh si, è proprio furba. Francesca ci fissa accigliata e confusa "Ma si può sapere di cosa state parlando?" domanda. "A quanto pare, allo Studio abbiamo una nuova volpe" le rispondo indicando con la mano la mia migliore amica, di fianco a me. Ludmilla si morde le labbra cercando di non ridere, ma poi le è praticamente impossibile. "Perché? Cos'ha fatto, la volpe?". Scuoto la testa "Ti racconto dopo...". "Piuttosto... avete mica visto Nata e Camilla? Le devo preparare per la sfilata. Saranno loro le prime". Cosa! Non ci posso credere, è proprio sfacciata. "Lud!" grido dandole una pizza sul braccio "Che c'è! Ti avrei convinta comunque". "Mi spiegate di cosa parlate!" esclama esausta Francesca alzando le braccia al cielo "Certo che sei proprio una vipera, eh" dico a Ludmilla, sempre in modo di gioco. "Senti, carina... devo ricordarti cos'è successo sei mesi fa?" domanda indicando il mio pancione. Ma quanto la adoro io? Non basta che tutti i giorni li veda tenersi per mano e sbaciucchiarsi, noo. Ora ci si mette anche la mia migliore amica... Che bello! Non potrei desiderare altro! "Oh, ma grazie per avermelo ricordato, amica mia" le rispondo, posando violentemente la mia mano sulla sua spalla "Ahi!" grida. "Comunque... a parte le vostre discussioni dementi, non le ho viste. Ma domanda: la sfilata non inizia tra sei ore?". "Sì, ma dobbiamo essere lì un po' prima. Prova abito, prova trucco, ed altre cose varie. Insomma, avete capito, no?". Io e Francesca sbuffiamo. Ci guardiamo come a dire 'Perché abbiamo accettato?'. "Ok, Lud. Ma sei ore prima dobbiamo arrivare?". "Sì!" esclama prendendoci per mano e trascinandoci in sala teatro. "Che stiamo facendo?" chiedo con faccia supplichevole. "Stiamo cercando Camilla e Nata". "Ma, Lud, qui non ci sono!". "Io le ho viste...". Cazzo. No, per favore. Dimmi che è solo un'illusione della mia mente. Io e le mie amiche ci voltiamo, io più lentamente di tutte e... Cazzo. Cazzo. Cazzo. Cazzo. No, perché! "Oh grazie, Leon! Dove?". Leon. Leon. Leon. Leon. Cazzo. "Sono a lezione con Gregorio. Ma penso che abbiano quasi finito, anche lui non ne può più con questo caldo!" esclama facendoci ridere tutte. La sua risata. Qualcosa di semplicemente unico. La mia droga giornaliera. "Allora le aspettiamo fuori dall'aula. Venite ragazze...". "Ehm... posso parlare un attimo con Vilu?". "Certo, certo" risponde Fran avviandosi, insieme alla bionda, fuori dalla stanza. Dietro le spalle di Leon riesco a vederle mimare con la bocca un "Dopo ci racconti". Sorrido ed annuisco leggermente, cercando di non farmi vedere. "C-cosa vuoi dirmi?". Incrocio i suoi occhi, ormai il posto più sicuro. Abbassa la testa ed infila le mani dentro le tasche dei pantaloni "Hai ricevuto il mio messaggio?". Mi si mozza il fiato, d'un tratto sento la gola secca ed il cuore accelera. Rimango senza dire nulla per qualche secondo, con la bocca semiaperta e gli occhi fissi su di lui. Batto un paio di volte le palpebre "Quale messaggio?" domando facendo finta di nulla. Perché! Che cretina che sono! Alza la testa, e per un secondo mi paralizzo "Non importa. Non era nulla di importante. Piuttosto... oggi pomeriggio possiamo vederci per continuare con la canzone, no?". "Ehm... veramente oggi pomeriggio non posso" ammetto tranquillizzandomi un po', ed incrociando le braccia sopra al pancione. Si acciglia, e mi imita "Come mai? Oh, sempre se posso sapere" dice parandosi una mano davanti "Sì certo, certo. E' che Ludmilla mi ha praticamente costretta a partecipare ad una sfilata!" esclamo storcendo la bocca. Scoppia a ridere, ma vedendo il mio sguardo minaccioso si para una mano davanti alla bocca "Scusa, scusa. E' che non hai mai sopportato le sfilate". "Già. Ed ora devo sfilare come 'modella'. Cosa che non sono! Ti pare giusto!" esclamo alzando le braccia al cielo, per poi riabbassarle. "E' sempre la solita". "Ti accompagno io, se vuoi". Avete presente quando pensate di aver perso il telefono e non riuscite a trovarlo, o quando vi dimenticate di studiare e il giorno dopo avete un compito molto importante? Ecco, in questo momento provo quelle sensazioni. Sbianco e mi mordo il labbro inferiore. Si o no? No o si? Che dico? Vilu, pensa! Ma come faccio a pensare con due occhi come quelli, che mi fissano? E' praticamente impossibile! "Ma no, dai... non voglio che ti disturbi per così poco". "Ma che dici! Non è mica un disturbo. E poi oggi pomeriggio non ho nulla da fare". "Sicuro?". Annuisce schietto per poi far comparire su quelle labbra, praticamente perfette, uno di quei suoi sorrisi più belli. "E poi sarà uno spasso vederti sfilare!" esclama scoppiando a ridere "Oh! Non sarà un bel vedere". Storce la bocca "Non ne sarei molto sicuro". Abbasso la testa, mi sento le guance ribollire, sulla bocca si espande un lieve sorriso. Quant'è dolce. "Comunque... la sfilata inizia alle sette, solo che Lud si è messa in testa che bisogna arrivare con sei ore d'anticipo". "Lo sai com'è fatta!". "Già. Quindi appena arrivano Nata e Camilla, andiamo". "Certo, te l'ho detto, non ci sono problemi". "Grazie". Gli sorrido, mentre si avvicina sempre di più. Prende i miei fianchi e fa scontrare il mio pancione con il suo ventre. Quanto tempo era che non ci trovavamo così? Il cuore mi si blocca, mentre il respiro diventa affannoso, meno regolare. I nostri nasi si sfiorano, ma in quel momento, come un segnale venuto chissà da dove, sento una leggera botta sulla pancia, ed anche lui l'avverte. Si allontana di poco, e sorridendomi io ricambio io sorriso. "Hai sentito?" gli chiedo posano una mia mano sul pancione continuando a sorridere. "Sì. E' stato lui?". "Sì" rispondo accarezzando la pancia, con un sorriso che va da orecchio ad orecchio. Alzo la testa ed incrocio il suo sguardo "Oh!" esclamo avvertendo un'altra botta. "Senti" dico prendendogli una mano e posandola delicatamente sulla pancia. Dopo qualche secondo arriva un'altra botta, ed entrambi sorridiamo "Se continua così, diventerà più bravo di me a giocare a calcio!" esclama facendomi ridere. "Ancora con questa storia!". "Io sono molto bravo. Ma forse e ripeto, forse, lui sarà un po' più bravo". "Ma smettila!" esclamo sorridendogli. Toglie la mano e mi sorride "Ehi, con i ragazzi stiamo componendo una nuova canzone... ti va di sentirla?". "E lo chiedi pure!". "D'accordo" dice sorridendo e sedendosi al piano. Poggia le mani sui tasti e lentamente inizia a suonare e cantare.
Cuando me miro al espejo,
solo veo tu reflejo.
Tus ojos ventanas son,
a un mundo mejor.
Como fuego en el invierno,
tu le das calor a mi universo,
es amor sin condicion lo que siento yo
estando contigo.
Dime se esto es real, llegaste a cambiar
con un beso mi verdad.
No sé como expresar con palabras
que, cuando miro tus ojos
sé que ya te amé
mil vidas atras.
Cuando respiro te siento.
De armonia me llenas el pecho,
con tu voz,
no hay temor
en mi corazon.
Sin ti estaria incompleto.
No saldia el sol si no te tengo,
es amor,
sin condicion lo que siento yo,
estando contigo.
Sorrido e batto le mani, non essendomi neanche accorta che per tutta la canzone sono rimasta appoggiata al piano. "Wow!" esclamo muovendo la testa "E' davvero... bella". "Grazie. Ma non è finita. Diciamo che c'è ancora qualcosa da perfezionare". "Ma no, è bellissima. Sono sincera". "Grazie". "Leon!" esclama una voce ghiacciante, che mi trafigge il cuore con lastre di ghiaccio. Chiudo gli occhi e serro le labbra, mentre lui la fissa che avanza verso di noi. Mi volto lentamente, abbassando di poco la testa come se dovessi scusarmi di qualcosa. "Cosa sta succedendo?" domanda Dafne fermandosi davanti a noi con le braccia incrociate al petto e lo sguardo fisso su di lui. E' come se non esistessi. "Niente. Le stavo solo facendo ascoltare la nuova canzone del gruppo". "E perché non l'hai fatta sentire a me?" chiede, e per una frazione di secondo i nostri sguardi si incrociando, ma poi il suo si blocca ancora su Leon. "Perché non ti trovavo. Dopo te l'avrei fatta sentire". Spiega tranquillo incrociando le braccia al petto. "Oh certo! Per favore, Leon, non prendermi per stupida! Ancora non ti è chiaro che è ancora innamorata di te!" grida indicandomi con un braccio. "Prima di tutto abbassa la voce e calmati. Secondo smettila di mancarle di rispetto. Ti ho detto solo che le stavo facendo ascoltare la nuova canzone del gruppo". Sorride amaramente spostando lo sguardo altrove "Certo. Sempre la solita storia. Questa scusa mi mancava, sai. Ancora non l'avevi usata". "Andiamo, smettila" supplica con faccia stanca ed allargando le braccia. Perché sto zitta? Forse è meglio così. Che codarda che sono. "Ok, allora guardami negli occhi e dimmi che tra voi non c'è niente". Leon esita per un po'. Perché esita per un po'? "Tra noi non c'è niente". Lo sapevo. I suoi sentimenti sono cambiati. Ma dopotutto, è normale. Da quando l'ha confessato a Diego sono passati tre mesi... era ovvio che non provasse più nulla per me. "Vero, Violetta?" chiede voltandosi verso di me ed aggredendomi con il verde dei suoi occhi. Che rispondo? Resto a guardandolo, poi non so dove, ma riesco a trovare il coraggio di guardarla per meno di un secondo. "Vero". Lo vedo chiudere gli occhi ed abbassare la testa, come se sperasse che non rispondessi, o che smentissi quello che ha detto lui. In realtà volevo farlo, ma lui non prova più nulla per me. A cosa sarebbe servito? Si volta nuovamente verso di lei, che non mostra segni d'emozione. Stessa espressione di prima. Lancia un piccolo, quasi invisibile sorrisetto, per poi girare i tacchi e scomparire in corridoio. Non ho il coraggio di guardarlo negli occhi, così abbasso la testa e mi siedo sulla panca del pianoforte. "Scusala, è che ultimamente è più sos...". "E' vero?" gli chiedo interrompendolo. Si acciglia restando a guardarmi. "Cosa?". "E' vero che non provi più niente per me?" ripeto accavallando le gambe, essendomi seduta sulla panca del pianoforte. Abbasso la testa, cercando di nascondere il rossore e l'imbarazzo. Lo sento irrigidirsi, e vedo che serra i pugni. Non lo sento rispondere per un minuto buono. Questi momenti tra noi, questi momenti di silenzio mi fanno salire il nervoso, ed anche l'angoscia. Mi faccio coraggio ed alzo la testa. E' immobile, che continua a fissarmi, con la mascella contatta. Perché è arrabbiato? Faccio un leggero sorrisetto amaro, per poi alzarmi di scatto e correre via piangendo.
Non posso semplicemente rispondere di no, quando le persone mi chiedono qualcosa? Ludmilla mi sta truccando da ore ormai, e da quanto ho visto, il vestito non è molto... largo. Oddio... sembrerò una balena! Mannaggia a lei, ed a tutte le volte che mi lascio convincere! "Dai, fermati!" esclama lei cercando di mettermi l'eye-liner nero. "Giuro che non ti farò mai più da cavia umana!". Scoppia a ridere, tirando fuori la lingua e tracciando una sottile linea nera sulla mia palpebra. "Ora arriva la parte più complicata. Non ti muovere". "Quando finirà questa tortura?". "Tra non molto... manca solo il mascara e la matita per le labbra" annuncia. Apro gli occhi di scatto e mi trovo la punta dell'eye-liner a qualche millimetro dalla mia pupilla. "Ti avevo detto di non aprire gli occhi!" grida per poi sbuffare e chiudere il tubicino. "Tu non mi metti la matita rossa, quella matita rossa che hai messo anche a Fran, Cami e Nata!". "Oh andiamo, Vilu! Per favore, è per una giusta causa" dice congiungendo le mani e tirando fuori il labbro inferiore. Oh no, questa volta non cederò. "No, Lud! Ci saranno tutti i nostri amici, mio padre, Angie, e...". Sulle sue labbra compare un sorrisetto furbo, e incrocia le braccia sotto al seno, per poi guardarmi con gli occhi ridotti a due fessure. "Continua". "Hai capito". "No, io non ho capito nulla" dice alzando le mani e storcendo la bocca "Continua" mi incita ancora. "Lud, hai capito. Basta". Sospira, accucciandosi davanti a me e poggiando le mani sulle mie cosce ancora coperte dal tessuto della tuta. "Ascoltami... Lui ti ama ancora, e lo sai bene, lo hai sentito tu stessa. E' inutile che continui a tormentarti. Va' da lui e digli che anche tu ancora lo ami, che non smetti neanche per un momento di pensare a lui. Digli che vuoi crescere questo bambino con lui". Certo, come se fosse facile. Ma lei non sa della nostra conversazione di qualche ora fa, non sa che lui mi ha confessato che non prova più niente per me. Bhè, non l'ha proprio detto chiaramente, ma si è fatto capire. "Digli che vuoi passare il resto della tua vita, con lui. Che vuoi che sia al tuo fianco quando Jorge nascerà. E digli soprattutto che non hai mai smesso di amarlo... Digli la verità". Sospiro abbassando la testa sulle mie dita, ormai sanguinanti "Lui non mi ama più" sussurro cercando di trattenere le lacrime "Ma cosa dici! Tu me lo hai detto". "Sì, ma... prima di venire qui, Dafne ci ha visti insieme suonare in sala teatro. In realtà mi stava solo facendo sentire la nuova canzone della band. Ma lei ovviamente ha frainteso, e chissà cos'ha pensato. Resta il fatto che gli ha chiesto se prova ancora qualcosa per me... ed ha negato". Le lacrime hanno vinto, stanno scendendo tranquille, beate. Dovrà ritruccarmi. "E tu?" domanda. Faccio spallucce asciugandole con il dorso della mano "Io niente. Ho detto che anch'io non lo amo più". Si porta una mano alla bocca, guardandomi con un'espressione tra la preoccupata, la sorpresa e la spaventata. "Dio! Non sai quanto mi dispiace" dice abbracciandomi di slancio e stringendomi forte a sé. Mi lascio cullare dalle sue braccia. Per la prima volta, dopo tanto tempo, mi lascio coccolare. Ne avevo proprio bisogno. "Grazie, Lud" le dico sciogliendo l'abbraccio "Lo sai vero, che se hai bisogno di qualunque cosa, di piangere o confidarti con qualcuno, io ci sono? Ci sarò sempre. Voglio che questo tu lo tenga ben a mente, d'accordo?". Le sorrido dolcemente annuendo "Lo so, sei la mia migliore amica". Ride e mi lascia un bacio sulla guancia. Sentiamo dei passi veloci correre verso di noi, ed un attimo dopo una donna sulla cinquantina, ci guarda con faccia stupita. "Cos'è successo qui!" grida istericamente, le si vedono le vene che pulsano sulla fronte e sul collo. Sotto agli occhi ha delle borse ben visibili, ed è tutta spettinata. "Mi hanno riferito che è tutto un caos, in questo settore! Si può sapere cosa sta succedendo, signorina Ferro!" grida ancora rivolgendosi alla mia amica. "Nulla, mi è sfuggita un po' la mano" si giustifica la bionda prendendo dei dischi struccanti e dello struccatore. "Bhè, vedi di stare più attenta! Ed esigo che tutto sia in ordine, qui. Queste occasioni non capitano tutti i giorni! Devi essere onorata ad aver avuto il permesso di presentare i tuoi vestiti alla mia sfilata!". "Sì, mi scusi. Ha ragione". "E sbrigati, che tra dieci minuti dobbiamo iniziare". "D'accordo" risponde Ludmilla passandomi il mascara. Quando sono sicura che la donna se ne sia andata, guardo la mia amica in modo scocciato. "Che c'è?". "Perché ti fai trattare in questo modo, Lud!" esclamo "Non è giusto! Queste così, con la puzza sotto al naso, mi danno proprio sui nervi! E tu oltretutto le dai pure ragione. E' lei che dovrebbe essere onorata ad avere i tuoi vestiti! Sei tu che farai più carriera di lei! Sinceramente questa, Giulia Chiaddi non l'ho mai sentita". La vedo sorridere mentre posa il mascara dentro l'astuccio dei trucchi, per poi prendere la matita rossa per le labbra. Alla fine ha vinto lei! "Vilu, Giulia Chiaddi è solo la donna che dirige tutto. Diciamo che è la direttrice, sì". "Ah. Comunque i tuoi vestiti sono meglio di tutti quelli che ha fatto questa compagnia! Guarda! Ma che colori sono!" esclamo indicando un vestito appeso ad una stampella, accanto a noi. Ride ancora fissando le mie labbra ed avvicinandoci la matita "Grazie, Vilu... ma ha ragione lei. Sono io che dovrei essere onorata ad essere qui" dice ancora con quel sorriso sulle labbra "Apri la bocca... Insomma, non è una cosa da tutti i giorni, lavorare per Dolce&Gabbana" spiega sorridendo, gli occhi lucidi e brillanti per l'emozione. "CHE!" grido guardandola stupita "Ahi!" esclamo poi mordendomi la lingua. Annuisce serrando le labbra "Già...". "Non mi avevi detto niente". Fa spallucce continuando il suo lavoro "Volevo che fosse una sorpresa. Finito, guardati e dimmi che pensi". Si scosta da me, e mi porge lo specchio sul tavolo "Wow! Che capolavoro, Lud! Sei bravissima!". "Grazie" risponde arrossendo e chiudendo l'astuccio dei trucchi. "Ora veloce, vestiti che è tardissimo!". "Ma non entrerò mai in questo vestito!" esclamo alzandolo con tutta la stampella. Abbassa la cerniera, e come per magia, il vestito diventa della mia misura. Rimango a bocca aperta "Ma come...". "Sbrigati. Hai esattamente due minuti e ventinove secondi. Venit'otto, ventisette, ventisei...". Corro in un camerino, ed in un batter d'occhio mi spoglio. Indosso il vestito infilandolo dalle gambe, e lo chiudo con la cerniera finché posso. "Lud, aiutami!" esclamo uscendo. Mi abbottona il resto del vestito e mi guardo allo specchio. "Wow! Il pancione non si vede neanche!" esclamo stupita del lavoro della mia migliore amica. Il vestito arriva appena sopra il ginocchio, è molto pomposo e si allarga di molto dal ventre al seno, ed è senza spalline. "Certo! L'ho fatto a posta per te!". Mi volto di scatto verso di lei e spalanco gli occhi "Questo significa che lo posso tenere?". "Certo!". L'abbraccio di slancio, poi mi dice di indossare i tacchi (non molto alti). "Due minuti e si comincia!" esclama la stessa donna di prima, sporgendosi da dietro un muro per poi scomparire. Mi sfrego le mani per la troppa tensione "Oddio... sono nervosissima" le dico guardandola. Sembra, anzi, è molto molto più agitata di me "Tu, eh. Pensa io" dice. "Vedrai, andrà tutto bene. I vestiti sono bellissimi" la rassicuro sfregandole le braccia. Mi sorride dolcemente "Dove sono le altre?" mi chiede. Mi guardo intorno e... in effetti dove sono Camilla, Francesca e Nata? "Eccoci!" esclama correndo Francesca, ed alzando la mano. Sono tutte con il fiatone "Scusa, ma i ragazzi ci hanno chiamate e siamo dovute uscire un attimo" spiega Camilla riprendendo fiato. Ludmilla sbianca e spalanca la bocca "COSA!" grida in preda al panico "I ragazzi vi hanno viste con i vestiti!". "Sì, perché qual è il problema?" domanda Nata confusa. Già, qual è il problema? "Il problema è che nessuno del pubblico può vedere i vestiti prima dell'inizio della sfilata!" spiega Lud sbracandosi sulla sedia. "Eh! Che sarà mai! Sono i nostri amici..." dice Francesca alzando il braccio e facendoci scoppiare a ridere "Pregate Dio che non dicano niente a nessuno". "In effetti, ci hanno fatto delle foto" ammette Camilla mordendosi l'unghia dell'indice per il nervosismo. "COSA!" grida con voce stridula Ludmilla, ormai sul punto di svenire. "Tranquilla, tranquilla..." cerca di calmarla l'italiana, facendole aria con un giornale sul tavolo "...non le mostreranno a nessuno". "Sperate che sia così, altrimenti per prime strangolo voi che vi siete fatte fotografare, poi loro!". Parte un'altra risata collettiva, e questa volta anche Ludmilla ride. Si alza, essendosi tranquillizzata un po' "Ragazze... grazie, davvero. Non sapete quanto mi faccia piacere che partecipiate con indosso i miei vestiti. Questo per me è un sogno che si realizza!" esclama con gli occhi lucidi, guardandoci una ad una. "Di niente, Lud. E poi cavolo! Sfilare per Dolce&Gabbana!" esclama entusiasta Camilla. "Che! Lo sapevate e non mi avete detto niente!" le incolpo puntando loro un dito contro. Tutte e tre alzano le mani in segno di difesa, mentre Ludmilla scoppia a ridere "Ehi, anche noi lo siamo venute a sapere poco fa" si giustifica Nata "Mmm, d'accordo. Vi perdono". "No, sul serio... grazie". "Lud, basta ringraziarci. Siamo noi che dobbiamo ringraziare te per questi vestiti". "Infatti... faremo un figurone alla prossima festa!" dice Francesca girando su se stessa. Alzo le mani per poi riabbassarle "Possibile che nessuno mi informi mai di niente!". Le faccio ridere, poi ci abbracciamo... come una volta. Mi sono mancate. "In scena, in scena in scena!". "Dai, ragazze! Fatemi fare un figurone!" dice la bionda stringendo le mani in un pugno per poi augurarci buona fortuna. Sono così agitata. Leon mi guarderà.
Wow! Che sfilata! E' stata davvero meravigliosa. Lud è stata davvero molto brava, Francesca, Camilla e Nata erano bellissime. E per la prima volta, dopo tanto tempo, mi sono sentita bella anch'io. Ora stiamo festeggiando con i nostri amici, nel garage di Leon. Non volevo venire, ma diciamo che mi hanno costretta. Mi sono cambiata, anche perché non potevo andare in giro con un vestito che costa milioni di euro. "Un applauso alla nostra bravissima stilista!" grida Francesca alzando il calice pieno di spumante. Parte un applauso collettivo, poi un urlo ed infine alziamo i calici e brindiamo "Grazie. Grazie a tutti. Non sapete quanto mi abbia fatto piacere vedervi tutti lì, in prima fila". "E dai, basta con questi ringraziamenti" dice Maxi per poi abbracciarla "Brava, biondina" le sussurra all'orecchio. Non l'ho sentito con tutto questo caos, ma ho seguito le labbra. Lei gli sorride, poi Diego l'afferra per la vita da dietro, e la fa voltare. Le loro labbra si incrociano, e danno vita ad un bacio passionale. Entrambi sorridono... sono davvero una bellissima coppia. "Vilu!" esclama Camilla agitandomi una mano davanti alla faccia. Batto un paio di volte le palpebre e mi volto a sinistra. "Oh, Cami... ciao". "Ciao" dice guardandomi strana "Si può sapere cos'hai? Sono cinque volte che ti chiamo" mi dice sorseggiando un po' dello spumante. La imito, e poso il bicchiere sul tavolo, incrociando le braccia sopra al pancione "Davvero? Non ti ho sentita". "Cos'hai?" domanda ancora stringendosi le braccia "Nulla. Sto bene" mento. Alza un sopracciglio e storce la bocca "Andiamo, Vilu. Stavi guardando Ludmilla e Diego... cosa ti succede? Per caso stai male perché Dieg...". "No!" esclamo interrompendola "No, no. Tranquilla. Diego non c'entra niente" continuo abbozzando un sorriso. Annuisce serrando le labbra "Allora dimmi cos'hai... posso intuirlo, ma vorrei che fossi tu a dirmelo". Sospiro ed abbasso la testa sui piedi "Sul serio... è che sono solo un po' stanca. Tutto di corsa abbiamo fatto, non ho avuto un attimo per respirare" mento, cercando di sorridere. Ma non è così facile, soprattutto in questo posto. Ho milioni e milioni di ricordi qui, ed è davvero difficile far finta che non sia successo niente. Ricordo tutte le volte che io e Leon cantavamo insieme, qui. Mi ricordo tutte le volte che mi arrabbiavo, e sfughettavo come a mio solito, ma che dopo qualche minuto avevamo già fatto pace. Ricordo quando qui dentro nascevano le nostre canzoni più belle... quelle che non scorderò mai. Ricordo che una volta era tutto pieno di nostre foto... ora non ce ne è neanche una. Chissà dove le avrà messe... Le avrà gettate? "Violetta, basta!" esclama non dando nell'occhio "Mi hai stancata! Continui a dire che va tutto bene, che sei solo stanca, continui a fingere di star bene ma si vede che non è così! Tutti ce ne siamo resi conto, e non puoi più continuare a mentire... soprattutto a te stessa!". Per fortuna nessuno, a parte Francesca, si è voltato verso di noi. Ha ragione, ha tremendamente ragione. Sto ingannando tutti, me stessa per prima. Come posso far finta che vada tutto bene? Come posso continuare con questa falsa? Non va tutto bene! Niente va bene. Leon non mi ama più, è sempre più vicino a Dafne... ed io sto da schifo. Forse era destino che tutto questo accadesse. Forse eravamo destinati a questa fine. Perché anche se, io e lui, quel giorno non ci fossimo incontrati tutto sarebbe andato nello stesso modo. Ci eravamo incontrati perché doveva succedere, e anche se non fosse stato quel giorno, prima o poi ci saremmo sicuramente incontrati da qualche parte. Prima o poi sarebbe dovuto accadere. Secondo me, il nostro destino è già scritto, le coincidenze non esistono, le cose accadono per una ragione. Sì, il destino delle volte si può cambiare, ma il gioco è lo stesso. Anche se prendi una strada diversa, alla fine la meta è quella. Come dicevano i romani: "Tutte le strade portano a Roma". Alla fine il concetto è quello... tutte le strade portano fin qui, fino a questo momento. Era destino. Ma forse io voglio un po' troppo. Forse quello che voglio io, è troppo per quello che posso avere. Lui è troppo per me... ma anche io voglio aprire Facebook e trovarmi un video fatto per me, magari dalla mia migliore amica. Anche io voglio trovarmi un cartellone di auguri sotto il mio balcone, per il mio compleanno. Anche io voglio delle feste a sorpresa. Anche io voglio essere la prima invitata ad una festa. Anche io voglio trovarmi una margherita sul banco, di prima mattina, anche solo per migliorarmi la giornata. Anche io voglio essere cercata, voluta, amata, non disprezzata da tutti. Anche io voglio vivere di sorprese. Anche io voglio essere la prima scelta di qualcuno, di lui... voglio essere il primo pensiero la mattina e l'ultimo che lo accompagna la sera. Anche io voglio qualcuno. Ma io desidero troppo, ecco perché non ottengo mai niente. Prima di andare alla sfilata, prima di cantare, mi stava quasi per baciare. Ma non è successo, ovviamente. Mai che le cose andassero come mi aspettavo. Mi aspetto sempre troppo. Ma lui non mi ama, glielo si legge negli occhi. Io invece sono troppo innamorata, e fingo di essere analfabeta. Ma invece dovrei cominciare ad imparare a leggere e scrivere, prima o poi dobbiamo farlo tutti. Devo accettare la realtà, perché il mio continuo sbaglio è quello di illudermi sempre, per tutto. Anche per il minimo sorriso, per la minima attenzione. Ho la capacità di sperare in qualcosa che poi puntualmente non accade. Certo, ovviamente non accade. "Lo so. Hai ragione, Cami". Alzo la testa, e la vedo sorridermi dolcemente. Mi accarezza le braccia, per poi abbracciarmi, anche se il pancione non lo permette più di tanto. "Allora? Mi dici cosa ti prende?". Faccio un respiro profondo per poi mettermi seduta, e lei mi imita. "E' che... non sto bene". "Sì, di questo me ne ero accorda" risponde abbozzando un sorriso, ed io la seguo "Il problema è... Leon?" domanda sussurrando e tornando seria. Abbasso la testa, per poi rialzarla di poco ed incrociare il suo sguardo. "Sì". La sento respirare profondamente "Ok, questo era chiaro. Posso sapere di cosa si tratta? Cioè, cos'è successo a parte tutto questo?". "Oggi erav..." mi interrompo alzando di scatto la testa. Cazzo. "Ciao, Leon!" esclama la mia amica alzandosi di scatto dalla sedia, con un entusiasmo mai visto, ed un sorriso che parte da un orecchio e finisce all'altro. "Ehm... ciao, Cami. vi disturbo?". Scuoto leggermente la testa, abbassando lo sguardo "No, no! Tranquillo... non stavamo parlando di niente di importante". "Cami!" esclamo fulminandola con lo sguardo "Posso parlare da solo con Vilu?". "Oggi la vuoi proprio tutta per te, eh!" dice dandogli una leggera gomitata e facendogli l'occhiolino "La vuoi piantare!" le urlo ancora "Faremo i conti più tardi". Alza le mani per difendersi e gira i tacchi, correndo da Francesca per raccontarle -sicuramente- quello che è appena successo. Mentre il mio cuore accelera, lui si siede accanto a me rimanendo ad osservarmi. Io guardo il pavimento, e gioco con i piedi, ma con la coda dell'occhio riesco a vederlo che mi guarda sorridendo. "Non avevamo finito di parlare, o sbaglio?". Cosa? Mi volto verso di lui, accigliata. "Non ti seguo". "Intendo prima di andare alla sfilata". "Non ho voglia di parlare, Leon" dico tornando a fissare il pavimento. "Bhè, io si... quindi ascoltami". "Non voglio neanche ascoltare" rispondo seria. Lo vedo sorridere scuotendo la testa "Ok... perché sei arrabbiata?". "Non sono arrabbiata". "Stai giocando con i piedi". Cazzo. Se ne è accorto. Possibile che ancora se lo ricorda? Mi fermo girandomi ancora verso di lui e sospirando. "Si può sapere cosa vuoi?" domando scocciata. Non ne posso più. Non mi ama? D'accordo. Ha fatto la sua scelta. Potevamo far invidia al mondo, insieme, ma ha preferito andarsene. D'accordo. "Voglio parlare, e chiarire questa situazione". "Ti ho detto che non voglio parlare, né tantomeno ascoltare te. E poi non c'è nessuna situazione da chiarire". Sbuffa... scusa, Amore mio. "D'accordo, se non vuoi parlare, ascoltami. Parlerò io, e lo farò nella maniera che mi riesce meglio" dice per poi alzarsi ed andare dai ragazzi. Che vorrà fare? Non avrà mica intenzione di... No, no, no. Assolutamente no. Non se ne parla. Si sentono le bacchette di Andres battere tre volte, poi parte la musica.
Me miras, me sonries.
Luego ni hola me dices.
No entiendo si es un juego.
Ahora si voy tras de ti!
Blanco ahora,
Luego es negro.
Soy malo, despues bueno.
Si sigues enloquezco,
Pues no entiendo.
Frio o calor,
Me quieres o no?
Yo sè que en verdad te gusto yo,
Porquè no aceptar,
Te sientes igual
Que no seas timida.
Solo quiero...
Tomar tu mano,
Estar a tu lado,
Darte un beso,
Ser tu Romeo.
Rompamos el hielo,
Yo solo quiero que tu seas...
MI PRINCESA!
Parte un applauso collettivo, ed io nel frattempo mi sono alzata, e con le braccia incrociate al petto mi sono messa davanti a loro. Vedo Leon suonare le ultime note, per poi continuare a guardarmi e portarsi la chitarra dietro. Avanza verso di me, con un sorrisetto sghemo, uno di quelli che amo (e lui lo sa bene. Per me ci fa apposta). Mi prende per i fianchi e mi attira a sé, sempre con il pancione che limita tutto. "E allora?" domando facendo spallucce. "Non hai capito?". "No" mento. La mia mente è rimasta offuscata per tutto il tempo, ma quando si allunga di poco verso di me, aggredendo le mie labbra con le sue, non capisco più niente. Immediatamente rispondo al bacio, e gli circondo il collo con le mie braccia prendendogli i capelli e tirarlo ancora verso di me. Tiro fuori un'intraprendenza che neanche io sapevo di avere. Quanto ho aspettato questo bacio? Forse troppo. Sento gli applausi da parte dei nostri amici, e qualche fischio -molto probabilmente- proveniente da Federico e Maxi. Si muove sicuro sulle mie labbra, e quel secondo che ci stacchiamo, per poi ricominciare, sorride leggermente. Cerco la sua lingua, e non appena la trovo mi sento completa. Ci stacchiamo, poi mi prende il viso tra le mani, lasciandomi un ultimo bacio a fior di labbra. "Ora hai capito?". Mi mordo il labbro sorridendo "Avevo capito anche prima". Ride poggiando la sua fronte sulla mia e prendendomi nuovamente per i fianchi "Non ho mai smesso di amarti" gli confesso arrossendo "Io nemmeno". "Sai... ci sono molte cose che ti vorrei dire, ma faccio prima a baciarti". Mi aggredisce nuovamente con le sue labbra, ed affonda i denti sul mio labbro inferiore. Mi sento felice. Sono felice. Finalmente.
ANGOLO AUTRICE:
BUOOOOOOOOOOOOOOOOOOOONA SERRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRAAAAAAAAAAAAAAAA! *parte un applauso, cadono coriandoli e stelline dal soffitto. Ci sono rulli di tamburi e si sentono delle trombe suonare*. Ok, ok, ok, è troppo. Non merito tutto questo *tutto si stroppa*. Nhaaaaa. Non è vero, ricominciate. No dai, scherzo., Allora, che ne pensate? Siete contenti? Finalmente dopo 17 capitoli i Leonetta sono tornati insieme! Yeeeeeee! *applauso* Grazie, grazie. Allora, che ne pensate della 'dichiarazione' di Leon? Anzi, della confessione? E Camilla con la sua simpatia? Ahahahahah. Ludmilla è la migliore... a quanto pare ora si è messa a lavorare per Dolce&Gabbana!
La storia finisce qua!! Spero vi sia piaciuta
Ne farò un altra più lunga di questa