Capitolo 8

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POV GULF

Cerco di calmare mio fratello che non ne vuole proprio sapere si smettere di piangere "finito?" chiedo per poi cercare di accarezzargli una guancia "sto bene...adesso" risponde lui scansandosi la mia carezza per poi letteralmente spingermi di lato e osservare Mew con uno sguardo alquanto stranito e perplesso "lui chi è?" chiede indicando con un dito Mew.

"beh lui è.." balbetto cercando di pensare a come rispondergli...di certo non posso dirgli "oh Jay lui è un uomo che ha ucciso un altro uomo, praticamente un assassino che mi ha dato la caccia e adesso vuole tenermi rinchiuso a casa sua". Quindi devo assolutamente inventarmi qualcosa che possa essere alquanto credibile ma mentre la mia mente elabora qualche bugia, Jay si piazza letteralmente avanti avanti  Mew.

"cosa dovresti essere signore?" chiede fissando l'uomo avanti a lui, che nel frattempo non ha accennato a nessun movimento o proferito parola: immediatamente mi porto di fianco a loro due, cercando di sviare il discorso e tornarmene immediatamente a casa insieme a mio fratello ma a quanto pare questo non accade perchè Jay torna all'attacco contro Mew facendogli il così detto "terzo grado".

"per caso sei...il fidanzato di Gulf?" chiede ed io per poco non svengo qui terra: ma che figura di merda sta facendo mio fratello, ma come gli è passato per la testa una cosa del genere...devo immediatamente intervenire, prima che possano nascere dei fraintendimenti "no! è il responsabile dove lavoro attualmente" rispondo guardando prima Mew e poi subito dopo mio fratello "ah ma tu hai poche qualifiche per lavorare" risponde mio fratello offendendomi "però non ho nulla contro al riguardo che tu sia gay Gulf...per caso è uno dei tanti strozzini che ti ronza intorno?" continua a parlare Jay, mentre io ripenso ancora alla sua frase appena detta.

"ascolta Jay, ti racconto tutto quando entriamo va bene?" chiedo in una supplica cercando di smorzare la situazione e potermela poi svignare "aaah...ma quindi ho ragione" risponde lui cercando ancora di applicarsi su questo argomento ed il tutto viene osservato da Mew che resta impassibile. Dopo minuti che sembravano un eternità, mio fratello decide di dirigersi verso la porta di casa lasciandoci finalmente da soli.

POV MEW

"aaah dannato fratello! se solo non ci avesse interrotti" penso mentre ho osservato l'intera scena: adesso il piccoletto è rientrato a casa e Gulf sembra un pò più tranquillo, tanto che un piccolo sbuffo esce dalla sua bocca; si gira finalmente verso di me "dovevo accertarmi che stesse bene Mew...sarei tornato da te molto presto, te lo giuro" sussurra "e mi dispiace aver infranto le tue istruzioni...mio fratello è super iperprotettivo, subito si preoccupa se qualcosa non va come dice" continua a dire Gulf tenendo ancora abbassata la testa, distogliendo il suo sguardo dal mio.

Come posso essere arrabbiato con lui, quando mi parla in questo modo? "ti scongiuro...ancora un pò di tempo e poi ti seguirò in qualsiasi posto tu voglia...per favore Mew" dice e nel momento esatto in cui mi prega, io mi porto a pochi centimetri da lui e, imitando gli stessi gesti di prima, riprendo il suo mento tra le mie dita e rialzo di nuovo il suo viso verso il mio "te l'ho detto prima...guardami quando parli" sussurro in tono dolce e tranquillo.

"facciamo così...prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno" dico meravigliandomi anche io stesso di quello che sto dicendo ma per lui sarei disposto ad aspettare anche un eternità...in lui c'è qualcosa che mi spinge sempre verso la sua direzione, come un canto di una sirena, una calamita...farei di tutto per colmare la distanza che si crea tra di noi.

"oh...te lo prometto, tornerò presto Mew" risponde Gulf sorpreso dalle parole che ho appena detto "lo so e se non lo farai..." sussurro per poi guardare la sua casa prima e lui dopo "distruggerò tuo fratello..." continuo a dire in tono serio e al tempo stesso cattivo "va bene...io...ritornerò" risponde Gulf per poi rientrare nella sua piccolo casa lasciandomi qui da solo "ho colpito il suo più grande punto debole" penso mentre lentamente mi incammino verso la fine del vicoletto.


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Nel frattempo, in una piccola villetta dispersa nella natura,  posizionata dall'altro lato dell'oceano, in America, un anziano è seduto davanti alla sua scrivania mentre osserva il suo bicchiere pieno di alcool: la quiete viene interrotta dalla porta del suo ufficio che si apre, rivelando il suo collaboratore "presidente, mi scusi" sussurra l'uomo tenendo il capo chino "cosa vuoi?" chiede l'anziano in tono pacato e serio.

"mi sono arrivate alcune notizie dalla Thailandia che riguardano il direttore Suppasit..." dice il segretario avanzando lentamente nella stanza "a quanto pare il direttore si è incontrato con alcuni esponenti della compagnia JK e quindi...ha iniziato a fare le sue mosse, come avevamo previsto. Cosa facciamo al riguardo?" chiede il segretario mentre aspetta una parola dal presidente che continua ad osservare il bicchiere che tiene tra le mani.

"capisco...tutto questo è davvero sgradevole purtroppo" sussurra il vecchio per poi bere il contenuto del suo bicchiere godendosi la sensazione agro-dolce che l'alcool gli procura mentre scende lungo la sua gola. 

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