Capitolo 5

302 32 15
                                    

POV GULF

Lentamente e in silenzio usciamo, insieme, da questa enorme stanza che scopro essere ubicata in un grande capannone "scusate se vi abbiamo fatto aspettare ragazzi" dice l'uomo più grande ad un altro uomo che nel frattempo ha aperto la portiera della sua macchina nera "niente affatto signore...quando volete partiamo" risponde l'uomo rimanendo in piedi e fermo avanti alla vettura.

"meglio andare, prima che sorga il sole e potremmo trovare traffico" risponde Mew...perchè se ricordo bene ha questo nome "andiamo a palazzo signore?" chiede l'autista mentre la mia mente continua a farsi molteplici domande "palazzo? vive veramente come se fosse un principe o cosa?" penso "d'accordo, passiamo prima da lì" risponde per poi avvicinarsi alla macchina senza però entrarvi dentro.

Io continuo a restare fermo "ricevuto...allora prego da questa parte" dice l'autista indicandomi la macchina ma io continuo a non muovermi, come se qualcosa mi bloccasse: tra di noi regna il silenzio più totale, tranne per qualche cinguettio che spezza questa strana atmosfera; sento tutti gli occhi puntati addosso e questo continua a farmi sentire così, se non peggio. Il mio sguardo si posa si quello di Mew "s..s...si?" chiedo con un flebile tono di voce "entra" risponde con tono fermo e deciso, ma al tempo stesso non so...un pò dolce.

Come attratto dal canto di una sirena, magicamente le mie gambe hanno ripreso vita e mi spingono dentro il veicolo: all'interno del veicolo nessuno dei due proferisce parola oppure azzarda a fare un gesto; la guida è talmente tranquilla e silenziosa, che è come una piccola ninna nanna che lentamente mi fa chiudere gli occhi e sprofondare in un tranquillo e sereno sonno. Il rumore dei clacson esterni mi fanno riaprire improvvisamente gli occhi, i quali si posano subito sul paesaggio che ci scorre avanti notando che non ci troviamo più a Bangkok. 

"ma quanto ho dormito?" penso mentre chiudo di nuovo gli occhi "non voglio più vedere nulla, fino a quando non arriviamo a destinazione...non voglio sapere più nulla...ormai sono nelle sue mani" penso mentre poggio la testa e continuo a farmi cullare dal movimento del veicolo: il tutto viene accompagnato dal suo sguardo su di me, lo sento...mi fa sentire, stranamente al sicuro "sbrighiamoci" dice improvvisamente "si signore" risponde l'autista continuando a guidarci fino alla nostra destinazione.

POV MEW

Ed eccoci arrivati a casa finalmente: dietro di me si trova il ragazzino...Gulf, un nome così semplice "entra pure" dico cercando di trasmettergli tranquillità ed appena mi passa di fianco e si porta avanti a me, esclama un sonoro "woow" mentre la sua testa si muove per scrutare ogni minimo dettaglio della grande casa. Ed io non faccio altro che fermarmi ad osservare la sua espressione, perdendomi per un attimo...ed ecco che i suoi occhi sono di nuovo su di me "ah...scusa" dice balbettando ed io per poco non scoppio a ridere.

"mmh...per cosa?" chiedo incredulo "perchè...ho guardato in giro senza...permesso" risponde mentre cerca di nascondere l'imbarazzo "ma non c'è nulla di male, tranquillo" rispondo visto che veramente non ha fatto nulla di chissà che...questo ragazzo è un continuo mistero da scoprire "hey...abbiamo finito di fare il piccolo teatrino?" urla Ash dietro alle nostre spalle e per poco non gli mollo un sono ceffone. Si porta al fianco di Gulf, gli circonda le spalle con un braccio e dice "dai puoi dirgli di stare un pò tranquillo? per adesso non lo uccidiamo, quindi rassicuralo che la sua faccia sta diventando più bianca di questa pareti".

"io...non...lo...sono" risponde Gulf balbettando "ah no? stai balbettando da quando abbiamo messo piede qui dentro...eppure fa meno paura qui dentro che dove stavi prima...comunque che ne dici di presentarci? io mi chiamo Ash e tu puoi chiamarmi "fratello Ash" che ne dici? il tuo nome dovrebbe essere Gulf giusto?" dice Ash mentre continua a tenere le sue mani sul ragazzino ed io inizio a sentirmi alquanto strano.

"sparisci Ash" dico in tono rabbioso poggiando la mia mano sul suo petto per poi spingerlo lontano da Gulf "stai calmo merdina...comunque me ne stavo andando" risponde lui per poi dirigersi vero la porta d'ingresso "ah e non saltare il lavoro...solo perchè hai un nuovo giocattolo, non ti dà il diritto di marinare le questioni importanti. ci vediamo più tardi con tutti e due" dice per poi girarsi verso di noi e fissare il suo sguardo su di me e, prima di oltrepassare completamente la porta, saluta Gulf "stai attento fratello Ash" risponde il ragazzino per poi osservare una porta di legno chiusa.

"Gulf vieni qui" dico invitandolo a sedersi su uno dei due grandi divani che ho nel salone "io tra poco andrò via e prima di lasciarti qui, devo fare una cosa" continuo a dire per poi lasciare il ragazzino nel salone e dirigermi in bagno, dove prendo il kit di pronto soccorso che è deposto all'interno di uno dei mobiletti presenti qui dentro; appena ritorno in soggiorno osservo Gulf che è seduto sul divano, in una posizione di "paura" che osserva tutto quello che lo circonda. 

Appena mi siedo sul divano, al suo fianco, il morbido sedile fa sì che la sua gamba tocchi la mia e una strana scarica elettrica si fa strada dentro di me "Mew, mantieni la calma...ragiona" penso per poi aprire la scatoletta del kit: appena i miei occhi si posano di nuovo sul suo viso, lui mi guarda perplesso come se tutto questo fosse qualcosa di strano "la tua ferita...dobbiamo medicarla adesso, perchè da un dottore non ti posso portare" rispondo mostrandogli poi le piccole bende che ho strappato.

"ah...sto bene" risponde lui con un filo di voce "su alza la testa" dico per poi portare due delle mie ruvide dita sotto il suo mento e alzargli leggermente il viso verso il mio: con tocchi delicati e dolci posiziono la piccola benda sulla ferita, premendola leggermente per farla aderire bene alla sua pelle profumata...un mix di cannella e zenzero che delicatamente si sta facendo strada dentro le mie narici, facendomi sentire...diverso.

Appena finisco la medicazione, mi fermo ad osservare il suo viso e noto che ha gli occhi chiusi come se per un attimo il mio tocco lo avesse fatto sentire sereno, tranquillo e al sicuro: i flebili raggi del sole che entrano dalla grande vetrata posta al fianco dei due divani, si posano sul suo viso mettendone in evidenza ogni particolare ed il mio cuore, ha iniziato a battere all'impazzata...come non faceva da una vita ormai.

"apri gli occhi adesso" sussurro mentre continuo ad osservarlo: improvvisamente ho sentito che il mondo intorno a me ha assunto colori diversi e vibranti che non avevo mai visto prima...come se davanti agli occhi, per tutto questo tempo, avessi avuto una benda "qualcosa non va?" chiede Gulf con il suo sguardo innocente e appena i suoi occhi, color cioccolato, si sono aperti il mio braccio si è mosso...lentamente la mia mano si sta spostando verso il suo viso, per poterlo toccare quando lo squillo di un cellulare interrompe il nostro momento facendoci saltare entrambi dallo spavento.

Meglio che mi ricompongo, stavo per oltrepassare il limite "ho finito...ora devo andare, ma tu sentiti libero i fare quello che vuoi qui, solo non cercare di entrare nelle stanze e soprattutto...non cercare di uscire via. noi continueremo a chiacchierare quando torno" dico alzandomi dal divano e dirigendomi verso la porta d'uscita. Sento il suo sguardo su di me ed il mio cuore ha ricominciato a battere come ha fatto qualche minuto fa sul divano...per la prima volta, in tutta la mia vita, mi sono sentito così vivo. 

SalvezzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora