Capitolo Dodici

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Φάρμακον (greco antico) - antidoto, ma anche veleno

La stanza è silenziosa. Il sole fatica a raggiungerli dalle tende accostate, e Louis parla a bassa voce, come se dovesse ritardare l'arrivo del giorno, lo scorrere del tempo. Le ore che passano macinano la vita di Harry come grano maturo, e si ritrova a frenarle nelle maniere più ridicole, disparate. Accarezza la spalla nuda di Harry domandando: "Ma perché la Spagna? Se andassimo in Inghilterra, saresti al sicuro. Almeno non sei nemico di Stato, non credi anche tu?"

Harry è pallido, occhiaie quasi volgari gli sfigurano il viso. Louis non ha più motivo di mentire a sé stesso: è la maledizione, che lo consuma lentamente, dopo più di un anno di pace. Ed è solo il minimo inizio di quello che Louis sa arriverà. Il capitano aggrotta brevemente le sopracciglia, anche se ad occhi chiusi:

"Sono un pirata. Sono una minaccia per ogni stato esistente."

"Certo, però" traccia la sua clavicola con la punta del dito "In Spagna ti conoscono con nome e cognome. Hanno un tuo ritratto. Sanno chi sei. Tutti gli altri ti vedono come un pirata, sulla tua testa pende la solita ricompensa. Per la marina spagnola sei un primo premio, Harry. Si scanneranno, per averti."

"Le tue parole hanno un effetto straordinario, su un ego come il mio. Immagina riuscire a scappare dall'intera marina spagnola. Mi odieranno. È meraviglioso. E poi, il mio ritratto è fatto così bene che guardarlo è un piacere. Potresti chiederne una copia."

Louis fa per lasciargli uno schiaffo, Harry blocca il suo polso e, avvolgendolo, gli bacia le nocche mentre intreccia le loro dita. Adagia quell'unione sul suo petto nudo e finalmente apre gli occhi, alzando l'angolo della bocca a sorridergli: "Prima di tutto, mon miracle, le accuse di omosessualità verbalizzate in Inghilterra sono pochissime. Anche dopo più di un anno, sarai tra i primi nomi della lista. Saresti tu, quello braccato, e non lo possiamo permettere, giusto?" con un indice teso, ma senza lasciare la sua mano, gli sfiora le labbra, e Louis sfarfalla le ciglia. "E poi. Non vorrei fare un qualsiasi torto alla mia amica. Meglio che in Inghilterra si parli di me il meno possibile."

Louis aggrotta il viso: "La tua amica?"

La bocca di Harry riposa contro il suo polso: "Quella dei rubini."

"Oh. Lei? Cosa potrebbe mai importarle se in Inghilterra si parla di te? Potrebbero risalire alla vostra amicizia?"

"No. Certo che no. Ma diventerebbe... Pericoloso incontrarsi, occasione che è già rara, vista la mia attività. Non potrei accostarmi a lei, se acquisissi la fama che ho in Spagna. E di questo mi dispiacerebbe immensamente, perché è tra i miei legami più cari. Decisamente poco convenzionali" aggiunge dopo un attimo di pausa "Ma questo conta poco. Nessun mio legame è davvero convenzionale, temo."

"Non credo tu mi abbia mai detto chi è."

"Perché attendo il momento giusto. Sarai decisamente... Stupito" sceglie di dire, poi si esibisce in un piccolo ghigno. Si fa poi serio, osservando il suo viso, e Louis, nel vederlo così assorto, domanda, un gomito adagiato al morbido materasso per poter incidere su di lui: "Cosa?"

"L'Italia ha i migliori ritrattisti" spiega Harry con voce assente "Dovrei portarti lì, la prossima estate. Così da immortalarti e conservarti. Se Venere vedesse un'opera del genere, impallidirebbe di invidia."

Louis sente il collo bruciare, come sempre quando l'altro gli parla con questo tono meravigliato, meravigliato da lui e la sua esistenza, come se Louis non fosse un morbo, ma una benedizione. "Sei sempre così esagerato. E comunque, dovrei prima sbarazzarmi di questa barba. Hai una lama che potrei utilizzare?"

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⏰ Ultimo aggiornamento: 6 days ago ⏰

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Once Upon a Poisoned Heart ||L.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora