TI AMO

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 (Al mio segnale "MUSICA ORA", continuate a leggere con la musica in sottofondo! Per avere più pathos!)

Mi avvicino, non ancora perfettamente consapevole di quelle che saranno le mie intenzioni una volta raggiunta la cabina di Saray. Cosa dovrò fare? Svegliarla? O semplicemente guardarla? Mi faccio così tante domande che non mi rendo conto di essere praticamente arrivata alla porta, semi aperta.Mi sporgo leggermente solo per osservare e prendere tempo. E'sdraiata sul fianco destro, rivolta verso di me, la bocca leggermente schiusa dalla quale proviene il rumore adorabile del suo espirare.Indossa semplicemente una canotta e gli sleep neri, leggermente abbassati. Nonostante l'oscurità risultano visibili le cicatrici sulla parte destra del suo inguine... ricordo perfettamente a cosa sono dovute. Avevamo iniziato la nostra storia da poco e solo qualche giorno dopo la avevano trasferita nel carcere di Alicante. Lei allora si è ferita più volte, proprio li, finchè non riuscì a far esaudire la sua richiesta di essere riportata a Cruz del Sur... riportata da me.

Mi si stringe il cuore. Forse, è proprio grazie alla vista di quelle cicatrici che trovo la forza, se non il vero e proprio impulso di salire sul suo lettino. Faccio tutto molto lentamente e chiudo la porta piano, si sente solo il piccolo rumore del legno che batte e poi nulla.

Mi sdraio sul fianco sinistro e mi ritrovo di fronte a lei. E' così dolce il suo viso, ha un mondo di tenerezza e vulnerabilità che traspare dai suoi occhi chiusi e sono certa che nella sua mente aleggi costantemente il pensiero di Estrellita. Saray... spero tu possa trovare conforto in me, in me che non sono per niente degna del tuo.

E', questo, un momento dove le azioni sono l'unico modo per colmare la distanza tra noi due ed è per questo che non ho esitazioni. Annullo quei pochi centimetri che ci separano e la stringo a me.


Stringo Saray tra le mie braccia, sento le sue ciglia, che toccano il mio petto, iniziare a muoversi... è sveglia. Non mi dice niente, sta realizzando.

Poco a poco, sento le sue mani che strisciano lungo i miei fianchi e, prima un po' esitante, poi sempre meno, mi abbraccia anche lei.

Il mio petto si inumidisce... sta...piangendo.


Sarà stato tutto quello che è accaduto negli ultimi giorni? E' perchè non riesce a smettere di pensare a Estrella? O forse a Marisol? O forse tutte le cose insieme.

Io la stringo avvolgendola con comprensione, dolcezza e... amore.

E' un momento prezioso, dove lei mi regala ogni suo singhiozzo, buttato fuori silenziosamente, senza farlo sentire. Io li accolgo, uno per uno, facendoli entrare nel mio cuore, dando un riparo ai suoi sentimenti bui di cui io sento di dovermi prendere cura. Voglio che sappia che non è sola, che ci sono io con lei, e se lei vorrà, io ci sarò per sempre.


I singhiozzi rallentano fino a cessare, respira profondamente, calmandosi. Le bacio la fronte, con delicatezza, mentre ci teniamo ancora strette. Le mie labbra si spostano e arrivano al suo zigomo destro, poi ai suoi occhi. Lei si lascia baciare, ascoltando ogni piccolo schiocco. Mi allontano poco per guardarla, accarezzandole il viso e asciugandolo dalle poche lacrime rimaste. Mi avvicino baciandole il naso... poi la guancia, su cui le mie labbra restano un po' più a lungo. Lei socchiude gli occhi e fa passare una mano tra i miei capelli. Mi allontano e ci guardiamo nuovamente; nessuna di noi ha ancora parlato. C'è un solo punto del suo volto che ancora non ho baciato, quello più importante. Prendo più tempo però, mi soffermo ancora sul suo viso, i suoi occhi persi nei miei... lei è così unica... speciale, non c'è niente che mi possa frenare dal dirle ciò che devo. Mi sento padrona di questo momento, padrona tanto quanto lo è lei... posso dirglielo, perchè ci sono le nostre braccia a tenerci unite nonostante tutto...

VIS A VIS: DESTINADOSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora