La parola mantenuta

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E'nuvoloso, fortunatamente non piove, ma non voglio parlare troppo presto

"Riccia, è un'ora e mezza che guidi; quanto manca?"
"Poco, a breve saremo arrivate"

Siamo circondate dal nulla, fuori dal finestrino ci sono erba, alberi, il fiume poco lontano.

"Saray"

mi giro verso di lei

"Dimmi"

"Estrellita è una ragazzina davvero intelligente"

Non nascondo un certo compiacimento per queste parole

"Avevi dubbi, Estefania? E' pur sempre mia figlia"

Riccia sorride, mentre guarda la strada

"So che te lo avrò già detto mille volte questi giorni, ma siete veramente identiche. Lei poi, anche se è molto matura, è pur sempre piccola... e ha tanto bisogno di quella squinternata di sua madre"

"Squinternata a chi, scusa!?" le dico, mentre cerco in tutti i modi di trovare una posizione più comoda

"Vargas, prendilo come un complimento. Sei una madre... beh..."

"Che madre sono? Ora voglio proprio sentire"

"Beh..." mentre finge di non sapere cosa dire, si fa scappare un paio di risatine

"Una madre... si, una madre fuori dal comune." dice divertita

"Sono una madre super originale io, altro che le classiche sere passate a guardare film oppure giocare a carte. Io e mia figlia balliamo mentre puliamo casa, suoniamo per passare il tempo e ci facciamo il solletico per fare pace quando litighiamo"

Dichiaro energicamente, fiera di tutto quello che sono riuscita a creare sino ad oggi, nonostante le difficoltà

"Beh Vargas..." inizia Riccia

"Quando questa storia finirà, ci tengo... che tu le dica che per me averla conosciuta è stata una delle cose più belle che mi siano capitate"

La sua voce è diventata un po'... malinconica

"Ehi, vedrai che più la conoscerai più vorrai scappartene, te lo assicuro" le dico ironica, ma sembra che in realtà si stia rattristando

"Ogni cosa fatta con lei in questi giorni, per me, è un momento indimenticabile. Aver lavato i piatti con lei mentre ti prendevamo in giro, aver visto la tv insieme mentre aspettavamo che tornassi, averla aiutata con i compiti e..." ride

"Tu non lo sai, ma mentre non c'eri abbiamo provato a fare una torta" ride più forte

"Non sappiamo per quale motivo, ma è venuta molto male e l'abbiamo buttata; avevamo deciso di non dirti niente; sarebbe stato il nostro segreto. Mentre la preparavamo, ci siamo divertite a sporcarci la faccia a vicenda con la crema"

"Sul serio!? Oddio, non oso immaginare il casino che avrete combinato"

Ridiamo tutte e due, ma mi accorgo che Riccia ride in modo strano. La sua è quasi una risata nostalgica, come se avesse fatto queste cose anni fa.

"Per favore, Saray. Dille che ogni secondo trascorso con lei... per me è stato un dono insostituibile. E ti ringrazio, di avermela fatta conoscere, le voglio tanto bene" è diventata improvvisamente seria

"Ehi Riccia, tutte queste cose le rifarete. Dobbiamo solo risolvere questa storia"

"Questa storia finirà oggi"

Risponde convinta. Come mai ne è così sicura?

"Come fai a saperl..."

"Ci siamo"

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